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Arabella Cifani
Leggi i suoi articoliAlcune delle più belle scene del film «Il Gattopardo» (1963) di Luchino Visconti sono ambientate in un sontuoso palazzo barocco perfettamente in linea con le descrizioni di Giuseppe Tomasi di Lampedusa del Palazzo di Donnafugata, ove si svolge una parte delle vicende narrate nel suo libro. Quel palazzo non è una ricostruzione scenografica, esiste realmente ed è il Palazzo dei principi Chigi ad Ariccia (Roma). A questo edificio e alla sua storia plurisecolare e di assoluta importanza per la storia dell’arte romana, e non solo, Francesco Petrucci ha dedicato un monumentale volume che analizza la complessa storia del palazzo e delle collezioni di capolavori, soprattutto del Barocco romano, che in esso sono contenute.
I Chigi lo comprarono nel 1661 e lo conservarono intatto fino al 1988 quando lo vendettero al Comune di Ariccia a cui giunse miracolosamente integro, come una Pompei seicentesca. Gli arredi e le opere d’arte che a tutt’oggi lo popolano contribuiscono a creare una vera e propria sorprendente capsula del tempo e ne fanno una meta imprescindibile all’interno di un tour artistico romano ben organizzato. Quegli arredi sono «parti di un insieme omogeneo, di un contesto unitario, saturo di implicazioni sociali, funzionali, storiche, collezionistiche e di storia del gusto».
Petrucci regna su questo edificio dal 1988 come conservatore e illustre storico dell’arte: a Palazzo Chigi ha dedicato la vita trasformandolo in un centro pulsante di cultura, ravvivato da mostre di livello internazionale, pubblicazioni, convegni, visitatori illustri. Raro trovare oggi tanta fedeltà a un luogo, unita a una così alta qualità di risultati sul piano della salvaguardia, della ricerca e della valorizzazione.
Palazzo Chigi in Ariccia nel contesto del complesso berniniano e dell’antico feudo chigiano,
di Francesco Petrucci, 544 pp., ill., Gangemi, Roma 2022, € 150

«Veduta di Ariccia» (1730 ca) di Paolo Anesi, Glasgow Museums
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