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Courtesy Art Basel

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Il mercato dell’arte è in crisi: 57,5 miliardi $ nel 2024 (-12% sul 2023)

Il 2024 ha segnato una stagione di rinnovato fermento nonostante le vendite pubbliche di opere d’arte abbiano registrato un secondo anno consecutivo di risultati negativi. A dirlo è il nuovo studio curato dell’economista Clare McAndrew in collaborazione con Art Basel e UBS

The Art Basel and UBS Global Art Market Report 2025 presenta anche quest’anno i risultati di uno studio economico che analizza dati globali chiave insieme a approfondimenti specifici per Regione (Regno Unito, Europa e altri mercati leader). La ricerca, condotta in modo indipendente da Arts Economics, è giunta alla sua nona edizione ed è un punto di riferimento per il settore artistico grazie alla collaborazione con Art Basel e UBS. «Il 2024 è stato segnato da una contrazione nel segmento alto del mercato, ma nuovi acquirenti si sono affacciati con decisione, le vendite sono aumentate e le fiere hanno mostrato segnali di ripresa. L’edizione di Art Basel Hong Kong ha dato avvio al 2025 con risultati forti sia a livello di vendite che di coinvolgimento del pubblico» ha dichiarato Noah Horowitz, CEO di Art Basel.

Volendo riassumere i punti salienti del rapporto che, va detto, ha preso in analisi un contesto economico difficile, le vendite del mercato globale dell’arte hanno raggiunto una cifra stimata di 57,5 miliardi di dollari nel 2024. Mentre i valori sono scesi invece del 12% su base annua, il numero di transazioni effettuate è salito del 3% fino a 40,5 milioni di dollari nel 2024. Ciò che appare evidente dall'analisi è che le vendite sul mercato negli ultimi due anni siano il riflesso di una maggiore attività e dinamismo nei segmenti a basso prezzo sia per i rivenditori che per le case d’asta, che hanno continuato a guadagnare slancio sebbene i record di prezzo e le vendite di fascia alta abbiano subito un rallentamento

Le vendite chiuse direttamente dai dealer hanno mostrato una certa tenuta, con valori in calo del 6%, mentre quelle nelle aste pubbliche sono diminuite del 25% scendendo a 19 miliardi di dollari (è il secondo anno consecutivo in negativo). Al contrario, le vendite private delle case d’asta, sempre più in voga, hanno contrastato questa tendenza, aumentando del 14% su base annua. Anche le vendite online nel mercato globale dell’arte hanno subito una contrazione dell’11% nel 2024, raggiungendo i 10,5 miliardi di dollari. Queste hanno rappresentato il 22% delle vendite totali nel 2024, rimanendo ben al di sopra dei livelli pre-pandemici del 13% del 2019. La crescita principale del mercato online è derivata dai siti web e dai canali privati dei dealer, ormai avvezzi al commercio sulla rete.

Cosa emerge dallo studio sulle opere cedute durante queste vendite? Quelle sopra i 10 milioni di dollari sono diminuite del 45% nel 2024 ma si registra in compenso una crescita del segmento sotto i 5mila dollari (+7%). Il numero di lotti venduti è aumentato del 4%, ma le transazioni sopra 1 milione sono altresì diminuite di un terzo. 

Geografie del mercato

Gli Stati Uniti restano comunque il centro gravitazionale del mercato, coprendo il 43% dei ricavi globali in valore, ma anche qui la situazione è più fragile di quanto sembri: nonostante la loro leadership, le vendite sono diminuite del 9%. Questo è il secondo anno consecutivo di calo dopo il -10% del 2023, e riflette incertezze politiche e uno spostamento degli equilibri nel settore, soprattutto sulla fascia alta. Ciononostante, il mercato americano del 2024 si mantiene ancora nettamente sopra ai livelli minimi del 2020 post-pandemia (+18%).

Mentre il Regno Unito ha riconquistato il «secondo posto» nel mercato dell’arte, con una quota del 18%, registrando un calo moderato del 5% (a 10,4 miliardi di dollari) rispetto ai suoi principali concorrenti, le vendite nell’UE sono diminuite dell’8% (8,3 miliardi), mentre in Asia la Corea del Sud ha perso il 15% e il Giappone è cresciuto del 2%. La Cina sorprende: dopo una ripresa del 9% nel 2023, le vendite sono infatti crollate del 31% nel 2024 (8,4 miliardi di dollari), il livello più basso dal 2009, a causa del rallentamento economico.

Fiere in auge

Il rapporto evidenzia anche come le fiere d’arte siano tornate a essere un crocevia fondamentale: i galleristi concludono proprio qua il 31% dei loro affari. La spinta arriva dalle fiere internazionali (20%) più che da quelle locali (11%). Le gallerie hanno registrato in fiera fatturati sopra i 10 milioni di dollari dimostrando che questo tipo di eventi rappresentano la fonte primaria di nuovi acquirenti, seguite dalle visite in galleria (23%) e dal passaparola (16%).
Da segnalare è la sempre più consistente rappresentanza delle artiste donne: i dealer hanno continuato a proporle facendo crescere il loro numero fino al 41%, con un aumento del 6% rispetto al 2018. Le gallerie del mercato primario hanno mostrato la rappresentanza più forte, al 46% (dal 36% nel 2018 e dal 42% nel 2022), e la loro quota di vendite di artiste è aumentata al 42% nel 2024. 

Clare McAndrew, fondatrice di Arts Economics, ha infine dichiarato che nonostante il calo del valore di mercato negli ultimi due anni, l’aumento delle vendite di opere a prezzi più accessibili (sotto i 50mila dollari) ha permesso a commercianti e case d’asta di raggiungere nuovi acquirenti, sempre più diversificati. Per sostenere la crescita futura per lei sarà fondamentale continuare a espandere il pubblico, anche facilitando lo scambio internazionale di opere d’arte.


 

Redazione, 08 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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