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Il signor MoMA: «Mi sono accorto di aver avuto una vita interessante»

Il banchiere, filantropo e collezionista David Rockefeller è deceduto a Pocantico Hills (a nord di New York) all’età di 101 anni

Helen Stoilas

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Oltre che presidente della Chase Manhattan Bank, è stato nel cda del Museum of Modern Art (MoMA) dal 1948, assumendone la presidenza per diversi mandati. Ma i legami della sua famiglia con il museo risalgono a molto prima. Sua madre, Abby Aldrich Rockefeller, finanziò il museo nel 1929 e il giardino delle sculture a lei intitolato sorge nel luogo esatto dove si trovava la casa di città della famiglia, dove nacque il futuro filantropo.

Al MoMA, David Rockefeller assicurò opere importanti, tra cui la collezione di arte moderna di Gertrude Stein, e prestò alcuni suoi dipinti di artisti come Cézanne, Gauguin, Matisse e Picasso. Fu inoltre uno dei principali finanziatori dell’ampliamento del MoMA progettato da Yoshio Taniguchi, aperto nel 2004, al quale donò 77 milioni di dollari sugli 858 totali. L’anno dopo ne promise 100 al fondo del museo dopo la sua morte, la più grande donazione in contanti mai ricevuta dal MoMA. «David Rockefeller era un uomo straordinario, la cui eredità resta non solo nelle donazioni ma anche nella sua leadership accorta del nostro e di molti altri musei, ha scritto il direttore del museo Glenn Lowry. Generoso, appassionato e curioso, è stato fonte di ispirazione per generazioni di trustee e per lo staff del MoMA, grazie alla sua fiducia nell’importanza dell’arte moderna e al suo amore per la bellezza».

Anche la Chase Manhattan Bank beneficiò del suo occhio da collezionista. La collezione della banca, una delle più antiche del Paese, fu avviata proprio da lui nel 1959. La JP Morgan Chase Art Collection (così ribattezzata dopo la fusione), focalizzata sull’arte americana moderna e contemporanea ma con un’attenzione anche per opere di artisti dei Paesi in cui opera la banca, possiede ora più di 30mila opere, molte esposte nei suoi 450 uffici internazionali.

In un’intervista a «The Art Newspaper» del 2003, Rockefeller parlò dei gusti nel collezionismo della sua famiglia, offrendo uno spaccato di vita di un collezionista globetrotter: «Un giorno, stavo cenando con i Niarchos a Parigi e volammo tutti a Lugano per passare il weekend con i Thyssen. Heini [Heinrich Thyssen, Ndr] ci disse che ci sarebbe stata un’asta di arte del XX secolo a Stoccarda. Stavros [Niarchos, Ndr] convinse il gruppo ad andarci con il suo jet privato. Quando arrivammo vedemmo alcuni pezzi che ci piacquero molto e facemmo diverse offerte. Dopo essere tornati a New York venimmo a sapere con grande piacere che avevamo acquistato un Paul Klee e acquerelli di George Grosz, Emil Nolde, Maurice Vlaminck e Vasilij Kandinskij». Quando, a 87 anni, gli chiesero come mai si fosse finalmente deciso a scrivere le sue memorie, rispose: «Mi è semplicemente capitato di aver vissuto una vita interessante e magari ai miei figli e nipoti farebbe piacere conoscerla».
 

Helen Stoilas, 10 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

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