Enzo Battarra
Leggi i suoi articoliVasta area vulcanica situata nel golfo di Pozzuoli a nord-ovest di Napoli, i Campi Flegrei (dal greco flègo che significa ardo) sono un territorio noto sin dall’antichità per l’aura magica e leggendaria. Si tratta del più grande supervulcano d’Europa, una delle maggiori caldere del mondo. In stato di quiescenza, si estende da Napoli a Cuma e include località come Pozzuoli, Bacoli, Miseno. I suoi confini sono scanditi dalle colline di Posillipo e dei Camaldoli, dai rilievi settentrionali del cratere di Quarto, dalla collina di Sanseverino, dall’acropoli di Cuma e dal Monte di Procida. Al suo interno sono presenti depositi di tufo grigio campano e di tufo giallo, crateri, laghi di origine vulcanica come il Lago d’Averno, dove Virgilio collocò l’ingresso agli inferi, e laghi costieri originatisi per sbarramento, come il Lago di Lucrino, il Lago Fusaro e il Lago Miseno.
Nel 2003 è stato istituito il Parco Regionale dei Campi Flegrei. Zone di importante valore biologico e naturale sono Capo Miseno, il Parco sommerso di Baia e il Cratere degli Astroni. Aspetti paesaggistici e fenomeni naturali si sommano a monumenti eretti nel corso dei secoli dalle civiltà che si sono succedute in questi luoghi. Ogni testimonianza dell’epoca romana è carica di racconti e narrazioni favolistiche, ogni scorcio ambientale è gravato da millenarie paure e terrifiche leggende. Nella Cuma greca c’è l’Antro della Sibilla. Per raggiungere il recondito ambiente dei vaticini dell’oracolo, oggi come nell’antichità, bisogna attraversare una galleria scavata nel tufo, contrassegnata da ritmiche aperture. Il cammino verso la Sibilla prevedeva un’alternanza di buio e luce, una sorta di espiazione propedeutica. Joseph Beuys volle visitare questo luogo mitico nel 1980, quando si trattenne a Napoli per l’esposizione nella galleria di Lucio Amelio dei suoi ritratti realizzati da Andy Warhol.
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