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«Ten Portraits of Jews of the Twentieth Century» (1980) di Andy Warhol

Courtesia di Dorotheum

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«Ten Portraits of Jews of the Twentieth Century» (1980) di Andy Warhol

Courtesia di Dorotheum

In 4 aste tra Hong Kong e Milano brillano i classici del mercato

Il fitto programma di vendite si è spostato dalla Grande Mela verso l’asse Europa-Asia: da Dorotheum primeggia Ceroli (100mila euro, record per l’artista), da Christie’s Warhol e da Phillips Basquiat, Salvo e Boetti da Christie’s Milano

 

 

Antonio Mirabelli

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Dopo la maratona delle New York Sales, concluse lo scorso 17 maggio, il mercato dell’arte si è spostato su altri continenti con diversi importanti appuntamenti: il primo, in ordine temporale, quello del 23 maggio a Vienna con la sessione di Dorotheum rivolta all’arte contemporanea, a seguire le vendite primaverili di Christie’s e Phillips ad Hong Kong, partite il 28 maggio, e infine, tra le altre, l’asta online di Christie’s Milano aperta il 22 maggio e chiusa il 4 giugno. Al netto dei risultati raggiunti sull’asse Europa-Asia, è emersa macroscopicamente l’immagine di un mercato piuttosto cauto ad Hong Kong, sulla scia di quanto già accaduto sulla grande piazza degli incanti statunitensi, mentre si è riscontrata maggiore vivacità nelle offerte in area del vecchio continente, specialmente a Vienna, dove gli artisti italiani sono solitamente ben apprezzati dai collezionisti mitteleuropei. Partendo proprio da Vienna, il 23 maggio presso Palais Dorotheum, storica sede della casa d’aste, sono stati svelati i lotti agli offerenti per una sessione di Arte Contemporanea che si è rivelata un buon successo. Protagoniste del catalogo le serigrafie di Andy Warhol racchiuse nel «Ten Portraits of Jews of the Twentieth Century» del 1980, vendute per oltre un milione di euro. Secondo gradino del podio per «Thirsty Angel V (Annunciation) - Bounded Angel» (1971) di Mikuláš Medek, pioniere dell'arte ceca postbellica, passato di mano per 468mila euro.

Ottimi risultati per gli italiani in catalogo con le due opere museali di Emilio Vedova vendute tra i 357mila e i 364mila euro per proseguire poi con il Gruppo Forma Uno di Capogrossi, Accardi e Sanfilippo nel range di aggiudicazione tra i 50 e i 183mila, cifra, quest’ultima, raggiunta da un «Rosaverde Chiaro» (1971) in sicofoil di Carla Accardi. Apprezzatissima la splendida opera di Toti Scialoja «Il Presente» (1957) che si è assestata sulla cifra record di 97.500 euro, partendo da una base di 35mila, e non hanno fanno meno Valerio Adami, Agostino Bonalumi, Mario Schifano e l’immancabile Salvo in asta con diversi lavori, tutti venduti, tra cui «Primavera»(2007) che ha trovato un nuovo proprietario per 143mila euro. Ottima la performance da record di Mario Cerolicon la scultura «Interno Tempio-I Bronzi di Riace» (1981) che ha raggiunto i 100.100 euro. Altra tipologia di cataloghi in termini di gusto, genere e stile sono stati presentati da Christie’s e Phillips agli offerenti asiatici. Le offerte, in questa parte del globo, hanno avuto maggiore fiducia per l’acquisto di opere di nomi consolidati dell’arte del ventesimo secolo e meno energia sul versante più spiccatamente contemporaneo.

Difatti, relativamente alla «21st Century Evening Sale» del 28 maggio di Christie’s, il risultato migliore lo ha segnato Andy Warhol con «Flowers» del 1965, probabilmente finito al garante per HKD 66.625.000 (sette milioni e mezzo di euro circa). Buone le vendite per le opere di Yoshitomo Nara e Yayoi Kusama, con cifre sostenute tra i tre e i sei milioni di euro (HKD 23milioni – 48milioni) mentre a non ricevere offerte sufficienti è stata l’iconica «Still Life with a Ribbon» (2012) di Nicolas Party, sulla quale non erano poche le aspettative, essendo l’artista svizzero molto apprezzato in area asiatica. Non troppi guizzi sul resto del catalogo con aggiudicazioni nella media delle stime, eccezion fatta per alcuni artisti come Derek Fordjour, Marina Perez Simao e Ben Sledsens sui quali c’è stato maggiore entusiasmo. Sempre il 28 maggio si è tenuta la «20th Century Evening Sale» che ha segnato un risultato complessivo di HKD 404.613.000 (circa 48 milioni di euro) ben superiore rispetto al totale dell’asta rivolta al 21esimo secolo, a conferma del fatto che puntare sui nomi granitici dell’arte del ‘900 rispecchi una certa prudenza da parte del mercato in questo momento. A farla da padrone l’arte orientale con Zao Wou-Ki, Sanyu e Cheng Yfey in pole position con vendite assestate tra i 35 e i 63 milioni HKD (tra i quattro e i sette milioni di euro), cifra quest’ultima toccata da una splendida composizione a tinte arancio «10.01.68» (1968) del maestro cinese Zao Wou-Ki. Ha superato la stima alta «L’invitation au voyage» (1944) di René Magritte, venduto per circa 5 milioni di euro, mentre ha registrato una buona performance anche il nostro Salvo, unico italiano in catalogo, che con «Una Sera» (2004) ha superato i HKD 3milioni (circa 350mila euro).

«Il Presente» (1957) di Toti Scialoja. Cortesia di Dorotheum

Da Phillips il 31 maggio il catalogo è stato compresso in 26 lotti, due ritirati prima dell’inizio della sessione. A farla da padrone è stato, ancora una volta, Jean-Michel Basquiat con «Native Carrying Some Guns, Bibles, Amorites on Safari» (1982), sempre proveniente dalla prestigiosa collezione di Francesco Pellizzi. Questo lavoro ha seguito l’onda del successo ottenuto dall’artista americano nelle Sales newyorkesi con «Untitled (ELMAR)», venduto da Phillips per oltre 45 milioni di dollari. «Carrying Some Guns, Bibles, Amorites on Safari» è passato di mano per la cifra di HKS 99 milioni (circa 11 milioni di euro), confermando il grande appeal che Basquiat esercita sul mercato asiatico. Buone vendite anche per Yayoi Kusama e Banksy e tra i giovani e contemporanei non sono passate inosservato le vendite di opere a firma Lucy Bull e Zhang Enli a riprova dell’ottimo momento che stanno vivendo sul mercato. Da ultimo, si torna in Italia da Christie’s Milano con la vendita online aperta il 22 maggio e chiusa il 4 giugno, risultato finale: 2.542.554 euro. In questo caso i rilanci non sono stati eclatanti, ma le vendite si sono concluse, specialmente sulle opere recanti stime più appetibili, mentre su quelle più impegnative c’è stato un po' di affanno. A conferma di questo dato il «Concetto Spaziale»della fine degli anni Sessanta di Lucio Fontana con stima 400-600mila euro, top lot della sessione, che non ha trovato una nuova casa.  Alcune opere in catalogo sono salite sopra la soglia dei centomila euro, tra cui due lavori di Salvo «Inverno» (2000) e «Senza titolo» (1989) rispettivamente venduti per 107mila e 126mila euro e poi il bianco monocromo «Sciogliersi come neve al sole» (1989) a firma Alighiero Boetti assestatosi a quota 138.600 euro. Ottimo risultato per la splendida composizione di Gino Severini «Danseuse et Polichinelle 2 (Deliciae populi)» del 1951 che è passata di mano per 226.800 euro e, sempre in area primo Novecento italiano, la materica «Città Rossa» di Afro a 113.400 mila. Tra gli stranieri è andato bene William Kentridge, protagonista, tra l’altro, della mostra in corso a Venezia «Self-Portrait as a Coffee-Pot» presso l’Arsenale Institute for Politics of Representation fino al 24 novembre 2024. La sua «Espagne et Portugal (Porter with Bicycle)» del 2003 ha ricevuto offerte fino al bid finale di 113.400 (commissioni incluse), lasciando indietro la stima bassa di 80mila euro. Buoni risultati si sono registrati anche per Mario Schifano, Giuseppe Gallo, Luigi Ontani e Renato Guttuso. Ora tutto è pronto per una delle fiere più importanti del globo: Art Basel che aprirà il prossimo 13 giugno 2024. Occhi puntati sui trend e sulle vendite che emergeranno alla fine dell’appuntamento fieristico svizzero.

«10.01.68» (1968) di Zao Wou-Ki. Cortesia di Christie's

Antonio Mirabelli, 06 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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