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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliUna giornata di studi svoltasi di recente presso la Curia Iulia al Foro Romano e organizzata dal Parco Archeologico del Colosseo ha costituito l’occasione per presentare i primi risultati del piano triennale (avviato nel novembre 2023, terminerà nel 2026) di conservazione e manutenzione della Colonna Traiana, innalzata nel 113 d.C. nel Foro di Traiano (Rm).
Federica Rinaldi, archeologa del Parco diretto da Alfonsina Russo, ha sottolineato come «l’importanza simbolica e il ruolo che la Colonna occupa nella storia di Roma meritino appuntamenti fissi, in cui raccontare come ci occupiamo e ci prendiamo cura della Colonna, e soprattutto in quanti siamo a farlo. Essa è senz’altro un bene dello Stato, ma sono molte le competenze, le realtà che vi gravitano attorno e le persone coinvolte nella sua conservazione e valorizzazione». Tra di esse il gruppo di progettazione di Roma Metropolitane che sta realizzando, a pochi metri di distanza della Colonna, in piazza Venezia, l’immensa infrastruttura che vedrà sorgere la nuova Stazione Venezia della Metro C. La Colonna non rientra nell’area di cantiere, ma vista la sua prossimità è stato comunque necessario intraprendere una serie di azioni preventive, di controllo e manutenzione.
Andrea Sciotti (Roma Metropolitane) e Lorenzo Sidera (Metro C) hanno illustrato le attività di monitoraggio statico-strutturale in questo momento in atto, legate, come detto, al cantiere attivo e adiacente di piazza Venezia, mentre l’ingegnere Giuseppe Morelli ha introdotto la fondamentale opera I Testimoniali di Stato della Colonna Traiana, due volumi che raccolgono la documentazione completa, relativa allo stato di conservazione della Colonna. I volumi costituiranno il punto di partenza per ogni futura azione di ulteriore controllo e manutenzione che il Parco Archeologico del Colosseo, in qualità di ente dello Stato e conservatore della Colonna, porterà avanti. I Testimoniali, come ha precisato Morelli, costituiscono un «documento tecnico legale, con rilievo fotografico di dettaglio, che documenta lo stato attuale del monumento, accompagnato da un rilievo 3D fotogrammetrico che, a distanza di cinque anni, aggiorna quello realizzato dal Parco nel 2019».
Per quanto riguarda i lavori in corso per la Metro C, Morelli, all’interno dei Testimoniali, ha elaborato una matrice di vulnerabilità, comprendente le caratteristiche del monumento, l’attuale quadro lesionativo e il rapporto tra opera realizzanda e manufatto. Angelica Pujia, funzionario del Parco, che da cinque anni sta coordinando un progetto di manutenzione programmata della Colonna, ed è responsabile del progetto triennale 2023-26 (con affidamento all’impresa individuale di Claudia Fiorani), ha presentato gli esiti del primo anno e mezzo di interventi. È stata innanzitutto effettuata una campagna di monitoraggio e di studio. «La storia conservativa recente, ha spiegato Pujia, prende le mosse negli anni ’80, con il restauro del 1981-88, che ha visto protagonisti Cinzia Conte e Michele Campisi. Quel restauro è una tappa fondamentale nella linea del tempo della Colonna, oltre a rappresentare un importante momento per la sua conoscenza. Le nostre attività di restauro e manutenzione, nel 2000, hanno visto interventi come la campagna diagnostica non invasiva (con georadar, termografia, misure ultrasoniche), la campagna di rilievo fotogrammetrico con drone, la manutenzione ordinaria della chiocciola interna, e la manutenzione straordinaria del fronte nord-orientale del basamento».
Il piano triennale di manutenzione 2023-26 prevede invece l’ispezione annuale con piattaforma del fusto istoriato (con aggiornamento della documentazione e interventi di manutenzione ordinaria dello stesso), la manutenzione dei fronti nord-ovest e sud-ovest, la manutenzione della scala a chiocciola e del fusto interno (con rilevamento e mappatura dello stato di conservazione, delle tecniche esecutive e dei materiali costituitivi). Il geologo Domenico Poggi ha presentato lo studio preliminare delle superfici mediante indagini in situ e in laboratorio, mentre Claudia Fiorani ha mostrato i risultati dell’intervento conservativo effettuato sul basamento della Colonna, interessato, soprattutto, dalla presenza di patine biologiche. Dopo il trattamento con biocida, sono state rimosse le croste nere attraverso strumentazione laser, e infine si è arrivati al consolidamento, effettuato con nanocalci in soluzione acquosa.
La storia della Colonna è stata ripercorsa da Sergio Fontana, collaboratore del Parco, con il progetto «Post Columnam: memorie e tracce materiali tra medioevo ed età moderna», mentre Gabriela Dancău, ambasciatrice di Romania presso la Repubblica Italiana, ha annunciato la futura collaborazione con l’Italia nel nome della Colonna, sul cui fusto sono scolpiti episodi della conquista, da parte di Traiano, della Dacia, l’attuale Romania. Un cofinanziamento dei due Paesi renderà possibile il restauro della statua di san Pietro, in origine ricoperta di foglia d’oro, posta in cima alla Colonna nel 1587 per volontà di Sisto V. Proprio con il futuro restauro del bronzo monumentale si è conclusa la giornata di studi.
Angelica Pujia, Federica Rinaldi e Sante Guido (dello Studio Einaudi, incaricato del progetto di restauro), hanno esposto sfide e strategie dell’intervento, al momento in fase di studio, che verrà messo in atto nel corso del 2025. Sarà necessario affrontare il problema dell’ossidazione del bronzo della statua che, inoltre, causa macchie di ossido di rame sul fusto della Colonna. Le macchie, di un colore verde intenso, sono derivate dagli ossidi rilasciati dalla statua sommitale, veicolati dalle piogge.
Il progetto di restauro dovrà mettere a punto un sistema per evitare il percolamento. Ancora, sempre all’interno del progetto triennale, è allo studio una metodologia di pulitura pensata per l’interno della Colonna, che conosce forme diverse di degrado, anche se meno evidenti. «Le pareti dell’interno, ha concluso Pujia, non raccontano solamente la storia del monumento antico, ma anche la storia secolare della sua frequentazione, una storia da tutelare con grande attenzione, con i suoi segni grafici, incisi, lasciati da studiosi e visitatori nel corso dei secoli. Stiamo mettendo a punto una pulitura selettiva che possa tutelare quella maglia di segni e di graffiti».

Indagini in corso sulla Colonna Traiana credit Simona Murrone, Parco archeologico del Colosseo
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