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La stagista Kiki Peters al lavoro nel nuovo Sherman Fairchild Center for Art Conservation della Frick Collection a New York

Foto Nicholas Venezia, courtesy Frick

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La stagista Kiki Peters al lavoro nel nuovo Sherman Fairchild Center for Art Conservation della Frick Collection a New York

Foto Nicholas Venezia, courtesy Frick

Julia Day, nuova capo conservatrice della Frick: «Ora non porteremo più i nostri dipinti al Met»

Il recente ampliamento progettato da Annabelle Selldorf ha dotato il museo newyorkese di vasti e attrezzati spazi dedicati alla conservazione e al restauro

La riapertura della Frick Collection lo scorso aprile è stata un evento clou nel mondo dell’arte newyorkese. Critici e visitatori hanno lodato il restauro della villa del 1914, che rimane il fulcro della sua celebre collezione di dipinti antichi, sculture italiane e francesi, oggetti e arredi di pregio. Grande successo hanno riscosso anche le nuove aggiunte del progetto da 220 milioni di dollari, come la suggestiva scalinata in marmo e la sinuosa sala da concerto sotterranea, progettate dall’architetto Annabelle Selldorf

È invece passata in gran parte inosservata la radicale trasformazione dietro le quinte del museo, che comprende un nuovo laboratorio di conservazione di 1.200 metri quadrati, una sala radiografica e spazi per preparare le opere d’arte per le mostre.

La capacità, ora notevolmente ampliata, della Frick di prendersi cura della sua collezione e delle sue esposizioni ha ricevuto il giusto riconoscimento questa settimana, quando il museo ha annunciato la nomina di un nuovo capo conservatrice: Julia Day, una veterana della Frick, istituzione che aveva lasciato nel 2022 per diventare conservatrice senior al Guggenheim Abu Dhabi. Day è tornata a New York per assumere la carica dopo il pensionamento di Joseph Godla, esperto di arredi che ricopriva il ruolo dal 2005. 

Nata in California e cresciuta nell’Illinois, Day si è interessata alla conservazione dell’arte quand’era un studentessa universitaria, durante un'estate trascorsa a Roma. La sua carriera, ormai trentennale, include un periodo fondamentale al Metropolitan Museum of Art, dove ha lavorato al restauro delle Wrightsman Galleries for French Decorative Arts. L’esperienza le ha permesso di restringere il suo campo di interesse iniziale agli oggetti decorativi, che sono diventati la sua specialità alla Frick, dov’è arrivata nel 2008.

All’epoca, lei e Godla costituivano l’intero dipartimento di conservazione, allora ospitato in uno spazio improvvisato di 350 metri quadrati nella Villa Frick dove mancava persino l’acqua corrente. Il nuovo spazio del museo, denominato Sherman Fairchild Center for Art Conservation, occupa una posizione ideale nella nuova espansione progettata da Selldorf. Dotato di un open space modulabile, luce naturale proveniente da nord e ascensore privato, offre tutto lo spazio necessario a un team di conservatori e apprendisti nel frattempo allargatosi e un ufficio separato per il nuovo capo conservatore. La realizzazione della struttura si deve allo studio newyorkese Samuel Anderson Architects, specializzato nella progettazione di laboratori di conservazione e di altri spazi specifici per musei, con la consulenza di Day (all'epoca in procinto di trasferirsi al Guggenheim Abu Dhabi).

Pur avendo preso servizio già da alcuni mesi, Day parla ancora con stupore del suo nuovo ambiente. «Sono così felice che abbiamo l’acqua deionizzata!», esclama entusiasta riferendosi alla risorsa indispensabile che permette ai conservatori di lavorare senza introdurre minerali indesiderati e altri contaminanti. (Prima, ricorda, doveva portarla dal dipartimento di conservazione della biblioteca). «Abbiamo una sala ben ventilata, aggiunge parlando della struttura che consente di spruzzare lacca e altri rivestimenti. Ed è a doppia funzione», in quanto consente la documentazione fotografica nello stesso spazio. Tra le nuove attrezzature si contano un microscopio da tavolo, più utile, secondo Day, di uno da seduti, e un laser che facilita i trattamenti in loco. I laser, aggiunge, sono particolarmente indicati per la pulizia della pietra.

In passato, dati gli spazi interni decisamente limitati e la vicinanza con il Met, raggiungibile a piedi, per il restauro dei dipinti la Frick aveva finito per affidarsi al suo imponente vicino. Ora cambia tutto. Ma mentre il nuovo laboratorio di conservazione della Frick si occuperà soprattutto di oggetti decorativi, tessuti e sculture, aumenterà anche la capacità di esaminare i dipinti. Un grande cambiamento: in futuro, afferma Day, i restauratori del Met potrebbero venire a lavorare alla Frick, anziché essere la Frick a mandare i propri dipinti sulla Fifth Avenue.

Mentre «sta ancora imparando a conoscere l’edificio», Day afferma di essere stata impegnata a supervisionare i preparativi per due mostre che si terranno alla Frick in autunno. A partire da settembre, la pittrice britannica Flora Yukhnovich ricoprirà le pareti della Cabinet Gallery della villa con un murale site specific che riprende la celebre serie di François Boucher «Le quattro stagioni» (1755). Il team di Day ha dovuto capire come e dove applicare il murale alle pareti decorate. Poi, in ottobre, il museo allestirà «To the Holy Sepulcher: Treasures from the Terra Sancta Museum», che si terrà nel nuovo spazio espositivo speciale progettato da Selldorf. La mostra, che comprende preziosi oggetti religiosi prestati da una rete di musei della Città Vecchia di Gerusalemme, richiede al team di Day di lucidare grandi oggetti in argento.

I nuovi compiti amministrativi obbligheranno Day a dedicare meno tempo al lavoro sugli oggetti (ammette di avere una predilezione per materiali come il metallo, la pietra e il vetro), ma ha comunque una lista di opere della Frick di cui vorrebbe occuparsi, aiutata dal suo nuovo ambiente di lavoro. Vorrebbe cimentarsi, ad esempio, con «Diana cacciatrice», una scultura in terracotta a grandezza naturale dell’artista neoclassico francese Jean-Antoine Houdon, parte della collezione allestita nella Portico Gallery della villa. Vorrebbe poi esaminare un busto in bronzo di un altro artista francese, lo scultore barocco Antoine Coysevox, uno dei preferiti di Luigi XIV. «Voglio capire la superficie», dice, sperando di risolvere il mistero del suo rivestimento. Le nuove strutture renderanno tutto questo più facile e, secondo Day, anche più divertente: «È così bello avere tutto questo spazio!».

 

 

 

 

Julia Day, capo conservatrice della Frick. Foto Joseph Coscia Jr., courtesy Frick

Il nuovo studio per la preparazione delle opere d’arte della Frick. Foto Joseph Coscia Jr., courtesy Frick

J.S. Marcus, 25 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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