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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliIn occasione del XXV Congresso Associazione Nazionale Musei Scientifici, lo scorso novembre è stato ratificato l’accordo tra il ministro Dario Franceschini e Fausto Barbagli, presidente dell’Anms, Associazione Nazionale Musei Scientifici: un accordo importante poiché, come indicato all’articolo 3, tra le sue principali finalità ha quella di «promuovere la cultura dei musei scientifici italiani, sostenendone le attività di tutela e valorizzazione dei beni culturali in essi conservati», e mira all’«integrazione della rete dei musei scientifici nel sistema museale nazionale, costituito sia dai musei e dai luoghi della cultura afferenti ai Poli museali regionali, sia da quelli di proprietà di soggetti pubblici e privati».
«I musei scientifici, ha osservato Franceschini, sono universitari e comunali, non statali, ma come ministro il mio compito è il sostegno di tutto il sistema museale». Le azioni da intraprendere, indicate nell’articolo 4, comprendono il «favorire progetti culturali mirati a promuovere efficaci attività di tutela, conservazione, ricerca, valorizzazione e di ottimizzazione della fruibilità del patrimonio culturale custoditi dai musei scientifici», ma anche «incentivare gli investimenti nel patrimonio culturale scientifico museale come fattore portante dello sviluppo sostenibile del territorio, sensibilizzando i cittadini anche attraverso progetti di crowdfunding»; e infine «favorire attività di coordinamento tra i Musei scientifici, già avviati dall’Anms in collaborazione con altre istituzioni».
Fausto Barbagli, che da tempo evidenzia la difficile situazione in cui versano quei musei (cfr. n. 353, mag. ’15, p. 23), si dichiara soddisfatto: «Il protocollo, che avrà durata triennale, sancisce la piena presa di coscienza da parte del Mibact del valore culturale dei beni naturalistici e dei musei scientifici e riconosce all’Anms il giusto ruolo rappresentativo di tale realtà. Inoltre traccia la strada di un dialogo permanente che porterà a importanti sviluppi futuri». E ora quale sarà il prossimo passo? «Individuare gli ambiti e le realtà di intervento e definire strategie e ulteriori accordi per specifici interventi».
Ma ci sono musei più rilevanti rispetto ad altri, con maggior interesse artistico? «Non si può affrontare la questione sotto questo profilo: molti musei scientifici con origini preilluministe sono nati dalla separazione delle collezioni scientifiche da quelle artistiche e ne conservano testimonianze e legami. I nostri musei hanno tutti un’importanza scientifica e una rilevanza culturale e sociale che dialogano col territorio. L’intento è ora quello di sviluppare apposite convenzioni attraverso i poli regionali per rendere disponibile al pubblico un’offerta integrata e completa. Alla firma dell’accordo era presente anche il sindaco di Torino Piero Fassino che, in quanto presidente dell’Anci, potrebbe fare molto per i musei civici, che dal punto di vista gestionale sono troppo spesso assimilati a normali uffici comunali. È necessario che i Comuni ne comprendano il ruolo e le peculiarità e riconoscano il Museo come Istituto con proprio statuto e adeguata autonomia, allineandosi con quanto fatto a livello nazionale con la riforma del Mibact».
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