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Un’immagine di restauratori all’opera per restaurare il rosone del braccio settentrionale del transetto di Notre-Dame, 2021

© Yves Gallet, 2021

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Un’immagine di restauratori all’opera per restaurare il rosone del braccio settentrionale del transetto di Notre-Dame, 2021

© Yves Gallet, 2021

L’8 dicembre riaprirà Notre-Dame, ma con quali vetrate?

Il progetto di sostituire le composizioni di Viollet-le-Duc con opere contemporanee proposto da Macron sta per diventare realtà: il vincitore potrebbe essere annunciato in occasione della cerimonia. Nel frattempo, gli oppositori proseguono con le loro iniziative

Luana De Micco

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L’8 dicembre riapre la Cattedrale Notre-Dame di Parigi. Il controverso progetto, appoggiato dal presidente Macron, di sostituire le vetrate storiche di Eugène Viollet-le-Duc con delle vetrate contemporanee continua a fare il suo corso, malgrado il parere negativo della Commission nationale du patrimoine et de l’architecture e le tante opposizioni di esperti e addetti ai lavori. 

Il 4 settembre, il Ministero francese della Cultura ha pubblicato la lista degli otto artisti «finalisti» del bando lanciato lo scorso anno, selezionati su più di 100 candidature da un Comitato artistico presieduto da Bernard Blistène, ex direttore del Musée d’art moderne del Centre Pompidou. Gli artisti scelti sono: Jean-Michel Alberola, Daniel Buren, Claire Tabouret, Philippe Parreno, Yan Pei-Ming, Christine Safa, Gérard Traquandi e Flavie Vincent-Petit, ognuno dei quali è associato a una manifattura o un atelier di vetreria. Hanno avuto tempo fino al 4 novembre per presentare i loro progetti e il vincitore potrebbe essere annunciato in occasione della cerimonia di riapertura di Notre-Dame. Ma riprendiamo la vicenda dall’inizio. 

Una veduta del rosone a sud della Cattedrale di Notre-Dame a fine restauro. Foto: David Bordes. © Rebatir Notre-Dame de Paris

L’8 dicembre 2023, in visita al cantiere di restauro della Cattedrale devastata dall’incendio del 15 aprile 2019, il presidente Macron, che si è sempre detto favorevole a «un gesto architettonico contemporaneo» per la chiesa del XIII secolo, aveva confermato di aderire a un’idea dell’arcivescovo di Parigi, Laurent Ulrich: realizzare delle vetrate nuove per sei cappelle della navata sud, rimuovendo quelle progettate appositamente nell’800 (oggi diremo «site specific») dall’architetto Viollet-le-Duc, grande restauratore della Cattedrale, che per Notre-Dame aveva disegnato anche la guglia, andata distrutta nel rogo e ora ricostruita identica. Ma le finestre «en grisailles» dai motivi geometrici di Viollet-le-Duc, che secondo i piani del presidente Macron dovranno raggiungere il futuro Musée de l’Oeuvre de Notre-Dame (pensato sul modello di quello dell’Opera del Duomo di Firenze), sono uscite intatte dall’incendio e, in vista della prossima riapertura al pubblico, sono state ripulite e consolidate. Dunque perché cambiarle? È la domanda sollevata da molti critici d’arte e architetti. Didier Rykner, fondatore della rivista «La Tribune de l’Art», tra i maggiori oppositori del progetto, ha lanciato una petizione online che dal 10 dicembre 2023 ha raccolto più di 225mila firme. Vi si legge che il presidente Macron ha preso la decisione «da solo, senza alcun riguardo per il codice del patrimonio storico-culturale né per Notre-Dame de Paris». Rykner sottolinea poi che «le vetrate di Notre-Dame disegnate da Viollet-le-Duc sono state create come un insieme coerente. Si tratta di una vera e propria creazione che l’architetto voleva fosse fedele alle origini gotiche della Cattedrale (…). C’è una ricerca di unità architettonica e di gerarchia degli spazi che è parte integrante del suo lavoro». 

Una veduta aerea sulla Cattedrale di Notre-Dame. © Rebâtir Notre-Dame de Paris / Skunati

Il 5 settembre scorso, Sites & Monuments, la più antica tra le associazioni francesi per la difesa del patrimonio storico, nata nel 1901, si è associata all’iniziativa di «La Tribune de l’Art», annunciando che avrebbe avviato una procedura giudiziaria nel caso in cui il Ministero avesse concretizzato il suo progetto: «Le vetrate “en grisaille” di Viollet-le-Duc sono classificate come monumenti storici e non possono quindi essere rimosse per far posto a opere contemporanee, ha sottolineato Julien Lacaze, presidente di Sites & Monuments. Smettiamo di fare a pezzi l’opera di Viollet-le-Duc e torniamo alla coerenza che lui voleva». Ma l’opposizione più forte è arrivata dalla Commission nationale du patrimoine et de l’architecture (Cnpa), un organismo pubblico a carattere consultivo che fa capo allo stesso Ministero della Cultura. In una nota del 12 luglio 2024, il Cnpa ha espresso un «parere contrario» alla rimozione delle vetrate di Viollet-le-Duc, appellandosi alla «Carta di Venezia per il restauro e la conservazione di monumenti e siti» del 1964. In particolare, il suo presidente, Albéric de Montgolfier, ha sottolineato che «con voto unanime, la Commissione ha ricordato che la creazione artistica nei monumenti storici non deve portare a sacrificare elementi del patrimonio di interesse pubblico dal punto di vista storico o artistico». Inoltre, ha aggiunto, le vetrate di Viollet-le-Duc «fanno parte integrante dell’architettura della Cattedrale». Il Cnpa ritiene quindi che, se delle vetrate contemporanee dovessero essere realizzate per Notre-Dame (come già è stato fatto altre volte in Francia, per esempio per la chiesa romanica di Sainte-Foy, a Conques, che presenta delle vetrate di Pierre Soulages), bisognerà scegliere «una sede più adeguata». Nella stessa nota del 12 luglio, tra l’altro, il Cnpa ha invece dato il suo parere favorevole per l’avvio, sin dal 2025, di una nuova fase di restauri sugli esterni della Cattedrale Notre-Dame, a livello della sacrestia e del capocroce, da finanziare con quello che rimane dei più di 800 milioni di euro di doni versati per il restauro del monumento. Se infatti Notre-Dame riaprirà al pubblico a dicembre, è molto probabile che il cantiere non sarà concluso prima del 2030

Il rosone sud della Cattedrale di Notre-Dame

Luana De Micco, 29 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

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