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Vittorio Bertello
Leggi i suoi articoliIl 18 agosto ha preso il via a Milano un progetto di conservazione preventiva della Sala d’Armi del Museo Poldi Pezzoli, che ospita oltre 500 pezzi tra armi e armature, a cura del Centro Conservazione e Restauro «La Venaria Reale» (Ccr), ente ospitato all’interno del complesso della Reggia situata alle porte di Torino.
L’intervento nella Sala d’Armi, reso possibile grazie al contributo di Dario Bellini, membro dell’Associazione Amici del Museo Poldi Pezzoli, già sostenitore attento alla cura delle collezioni del Museo, prevede sia un’attività di esame puntuale di ogni pezzo esposto, al fine di compilare per ciascuno la scheda conservativa con relativa documentazione fotografica, sia interventi di manutenzione e messa in sicurezza.
Nel corso dei monitoraggi dello stato di conservazione delle armi e armature antiche esposte nella sala sono emersi con evidenza l’ingiallimento del film protettivo steso negli anni passati e l’insorgenza di ossidazioni rugginose e tracce di efflorescenze di sali di rame.
«Prevenire è meglio che curare, dichiara Alessandra Quarto, direttrice del museo milanese. Parte da questo presupposto il progetto di conservazione preventiva delle armi e armature antiche del Museo Poldi Pezzoli, da sempre attento alla cura del patrimonio attraverso il monitoraggio dello stato di salute delle collezioni».
Il progetto, promosso da Federica Manoli, «collection manager» del Museo, è stato studiato in collaborazione con il Ccr, istituto di eccellenza e all’avanguardia nella conservazione di metalli, cuoio, legno e tessili, oltre che dipinti e sculture, in considerazione delle caratteristiche di «multimatericità» delle collezioni conservate nell’Armeria. Il Centro è impegnato da anni nello sviluppo di piani di conservazione preventiva a servizio di musei e residenze storiche, con un’attenzione particolare alla divulgazione di prassi di gestione sostenibile del patrimonio.
Il lavoro sarà eseguito da un’équipe del Laboratorio metalli del Ccr, coordinata da Marco Demmelbauer e Paola Dalla Torre, in collaborazione con gli esperti di documentazione e con gli allievi del Corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Torino.
I lavori termineranno il 5 settembre e saranno articolati nelle seguenti tappe:
• verifica delle condizioni di conservazione della collezione di armi e armature;
• schedatura dei singoli manufatti, documentazione fotografica dello stato di fatto e stesura di un piano di intervento sulla base delle priorità conservative rilevate;
• interventi di manutenzione ordinaria e messa in sicurezza;
• individuazione di casi di studio di particolare interesse o priorità che potranno essere oggetto di progetti di ricerca, analisi e intervento specifici da condurre presso i Laboratori del Ccr.
Per una conservazione ottimale del patrimonio artistico naturalmente è necessaria, oltre alle azioni che saranno condotte durante il lavoro in Armeria, la diffusione di una consapevolezza partecipata e informata da parte degli operatori museali e dei visitatori. Per questo motivo verranno programmati specifici incontri sia a museo chiuso rivolti al personale di custodia, sia durante l’apertura al pubblico, nei quali i restauratori illustreranno il proprio lavoro.
Nel periodo in cui sarà in corso l’intervento saranno inoltre organizzate dal dipartimento dei servizi educativi del Museo specifiche visite guidate con «focus» sul tema della conservazione preventiva del patrimonio culturale.
«La realizzazione di questo progetto rappresenta una opportunità didattica per gli studenti e una buona pratica per tutti i musei e i luoghi deputati alla custodia dei beni culturali dove è necessaria la corretta programmazione degli interventi e la cura costante del patrimonio, oltreché la restituzione ai visitatori dei meravigliosi pezzi esposti. La vita e la missione del Museo sono infatti legate al pubblico, alla sua presenza e anche alla sua generosità. Tutti i donatori, i sostenitori privati e pubblici che non hanno mai abbandonato il progetto di Gian Giacomo Poldi Pezzoli e l’hanno fatto proprio, accogliendone il messaggio etico e civile, appartengono alla storia del museo. A loro va tutta la nostra gratitudine», conclude la direttrice.

Veduta dell’Ingresso al Centro Conservazione e Restauro «La Venaria Reale»
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