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Francesco Bandarin
Leggi i suoi articoliDa oltre un mese l’Ucraina è sotto attacco da parte della Russia, con massicce distruzioni dovute ai bombardamenti, gravi perdite umane tra civili e militari e l’esodo di milioni di persone. In questo scenario di catastrofe, anche il patrimonio e le infrastrutture della cultura stanno subendo importanti danni, che aggravano la crisi umanitaria in corso. Per quanto in modo incompleto, è possibile presentare un quadro, regione per regione, dei rischi a cui i principali siti del patrimonio dell’Ucraina sono esposti o potrebbero essere esposti in un prossimo futuro se il conflitto dovesse ulteriormente estendersi.
Nella regione Nord del Paese si trova la capitale Kiev, dove sopravvivono le più importanti testimonianze della storia ucraina, e in particolare del periodo medievale quando fu creato il primo grande Stato in Europa dell’Est, la Rus’ di Kiev (IX-XII secolo): la Cattedrale di Santa Sofia e il Monastero Kiev-Pechersk Lavra, il Monastero delle Grotte.
La Cattedrale di Santa Sofia (Sobor Sviatoi Sofii) fu iniziata nel 1011 durante il regno del principe Vladimiro (980-1015 d.C.), fondatore della Chiesa orientale e principale santo dell’ortodossia, e completata da suo figlio, Jaroslav il Saggio (978-1054). È una basilica di 55 metri di lunghezza, caratterizzata da 5 navate e ben 13 cupole. Il suo interno è completamente ricoperto di bellissimi mosaici bizantini, un ambiente che evoca le chiese di Costantinopoli e la Basilica di San Marco a Venezia. L’aspetto esterno, invece, fu completamente cambiato in epoca barocca, secondo il progetto dell’architetto italiano Ottaviano Mancini.
Il Monastero Kiev-Pecherska Lavra (il Monastero delle Grotte), uno dei luoghi più importanti della Cristianità ortodossa orientale, fondato nel 1051 da un monaco del Monte Athos, Antonio, costruito secondo modelli bizantini e ampiamente rimaneggiato in epoca barocca, è un complesso formato da molti edifici religiosi, tra cui la grande Torre campanaria, le chiese del Refettorio, del Salvatore di Berestove, di Tutti i Santi, della Trinità, dell’Esaltazione della Croce, della Natività della Vergine, della Concezione di Sant’Anna e della Fonte della Vita.
Tra questi la principale è la grande Cattedrale della Dormizione, costruita nell’XI secolo, che fu quasi completamente distrutta nel 1941 durante l’occupazione nazista di Kiev. Il Monastero possiede un vasto sistema di catacombe costruite nel Medioevo, dove sono sepolti i principali santi della Chiesa ortodossa, disposti lungo un percorso religioso che attira pellegrini e fedeli. Oltre a questi due siti, iscritti nella lista del Patrimonio mondiale, esistono a Kiev molti altri edifici religiosi storici, come il Monastero di San Michele del XII secolo, distrutto dai nazisti e completamente ricostruito nel dopoguerra, il Monastero Florivsky del XV secolo, il medievale Monastero Vydubychi e la Chiesa di Sant’Andrea, progettata dall’italiano Bartolomeo Rastrelli, l’architetto del Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo e delle principali regge zariste, autore anche del vicino Palazzo Mariinskij.
A Kiev esistono molti musei, oggi esposti a gravi rischi dovuti a bombardamenti e saccheggi, dai quali sono stati avviati con urgenza trasferimenti di opere d’arte in zone del Paese più sicure: ricordiamo in particolare l’importante Museo Bohdan & Varvara Khanenko (cfr. lo scorso numero, p. 1), con opere di Bosch, Velázquez e Rubens, oltre a una importante collezione di icone orientali, il Museo Storico Nazionale, il Museo di Arte Russa e il Museo di Taras Shevchenko, il più famoso poeta nazionale (1814-61). La drammatica storia della città si riflette in molti memoriali, tra cui spicca certamente quello di Babyn Yar, di recente danneggiato da un bombardamento, che ricorda il massacro della popolazione ebraica di Kiev da parte dei nazisti nel 1941, oltre a molte altre stragi qui compiute durante gli anni dell’occupazione.
L’altro sito importante nel Nord del Paese, presso la frontiera con la Russia, è il centro storico di Cernihiv, importante all’epoca della Rus’ di Kiev, che già aveva subito gravi distruzioni durate la seconda guerra mondiale e si trova attualmente sotto assedio. La città è ricca di edifici religiosi medievali: la Cattedrale Boryso-Hlibsky del XII secolo, la Cattedrale della Trasfigurazione (Spaso-Preobrazhensky) dell’XI secolo, il Monastero Troyitsko-Illynsky, dotato di grotte come il Pecherska Lavra di Kiev, e la Chiesa della Trinità.
La regione orientale del Paese è quella che ha subito la maggior parte delle distruzioni nel corso del Novecento, tanto che l’architettura dei centri principali è quasi tutta di epoca sovietica. Questa è l’area oggi più esposta all’attacco dell’esercito russo, con la seconda città del Paese, Charkiv, sotto assedio da molte settimane. Si trovano qui due musei importanti per la storia ucraina, il Museo storico di Charkiv e il Museo d’Arte, nel quale è conservata un’importante collezione delle opere del pittore russo Ilja Repin (1844-1930), tra cui il famosissimo quadro «I Cosacchi dello Zaporož’e scrivono una lettera al Sultano turco», emblema dello spirito d’indipendenza del Paese nella lotta contro i Turchi. Tra i pochi edifici storici sopravvissuti alle massicce distruzioni della seconda guerra mondiale, spiccano due cattedrali del XIX secolo, la Uspenskij (della Dormizione) e la Blahoveshchensky, oltre al Monastero Pokrovsky del 1689.
In questa vasta regione orientale dell’Ucraina soppravvivono molti siti minori, ma di grande interesse, come ad esempio Myrhorod, la patria dello scrittore Gogol, che viene celebrato in tutta la regione e in particolare a Poltava, il sito della grande vittoria militare di Pietro il Grande contro gli Svedesi (1709), che aprì la strada alla conquista del Nord della Russia e alla fondazione di San Pietroburgo, dove si trovano anche l’importante chiesa Spaska del 1705 e il Monastero Khrestovozdvyzhensky (dell’elevazione della Croce) del XVII secolo, oltre al Museo di Ivan Kotlyarevsky (1739-1838), padre della letteratura ucraina.
Più a sud, si trova Sviatohirsk, dove fu fondato uno dei tre Monasteri «Lavra» (superiori) dell’Ucraina, il bellissimo Sviatohirsk Uspenskij Lavra, costruito all’inizio del XVII secolo su un declivio e dotato anche esso di catacombe, come quello di Kiev. Nella zona dove si trova la centrale nucleare di Zaporizhzhya, recentemente conquistata dai russi non senza il rischio di un incidente nucleare, esiste l’importante Museo storico dei Cosacchi di Zaporož’e, poiché questa fu il centro dello Stato (l’Etmanato) dei Cosacchi Zaporigi che durò dal 1648 al 1764, quando fu integrato nell’impero zarista da Caterina II.
Il Donbass, la regione al centro da molti anni del conflitto tra russi e ucraini e in parte già occupata dai russi nel 2014, è soprattutto un’area industriale e mineraria, e ha siti quasi esclusivamente connessi a queste attività, come le impressionanti Miniere di sale di Soledar. Quasi tutte le città del Donbass sono di epoca moderna, e riflettono soprattutto la storia dell’industrializzazione sovietica, che trasformò la regione in una delle aree economicamente e tecnologicamente più avanzate dell’Urss.
Il Sud dell’Ucraina, assieme alla Crimea, è una delle aree di maggiore interesse storico del Paese, perché fu colonizzata fin dall’epoca greca e divenne poi uno dei centri principali di scambio tra Oriente e Occidente, attirando l’interesse delle Repubbliche di Venezia e di Genova, poi dei Turchi e infine dell’Impero Russo che sottomise tutta l’area nel XVIII secolo con le campagne del generale Grigory Potemkin (1739-91). La Crimea, dove si trovano sia l’importante sito di Chersoneso Taurica, colonia greca fondata nel V secolo a.C., sia il grande sistema di fortezze genovesi come Cherson (Sebastopoli), Caulita (Yalta) Cembalo (Balaklava), Soldaia (Subak), Caffa (Feodosia), Vosporo (Kerč), oltre a molti altri siti legati alla storia millenaria della penisola, è stata occupata dalla Russia nel 2014 e si trova fuori dalla zona del conflitto.
Diversa è la situazione per la costa meridionale dell’Ucraina, lungo la quale si trovano molti centri urbani, in questo momento tutti sotto attacco russo, come Cherson (conquistata), Mykolaïv (bombardata) e soprattutto l’importante città di Odessa, il cui centro storico è un esempio eccezionale di città portuale dei secoli XVIII e XIX, costruito secondo principi urbanistici del periodo classicista, dopo la conquista della regione da parte dell’Impero zarista. Lo statuto di porto franco ottenuto nel 1817 fu all’origine dello sviluppo della città, che divenne rapidamente il porto principale del Mar Nero.
Oggi, oltre 300 monumenti storici sopravvivono nella città storica, tra cui spiccano il Teatro dell’Opera e del Balletto, la celeberrima Scalinata Potemkin immortalata dal regista Eisenstein, oltre a molte chiese del XIX e XX secolo e importanti musei, come il Museo d’Arte Occidentale e Orientale, il Museo Storico Ebraico e il Museo Pushkin, che commemora l’esilio dello scrittore in questa città.
Tutto questo patrimonio è oggi a rischio di gravi distruzioni, considerate le modalità dei bombardamenti russi nelle vicine città di Melitopol e Mariupol, dove tra l’altro è stato bombardato il museo dedicato all’artista Arkhip Kuindzhi.
Nella zona centrale dell’Ucraina, in questo momento ancora non toccata dall’invasione russa, ci sono pochi centri urbani, essendo una regione prevalentemente agricola. Questo territorio fu per secoli al centro della vita degli ebrei askenaziti e in particolare degli aderenti al movimento degli ebrei chassidici, completamente sterminati dai nazisti. Restano in molte città come Berdychiv, Uman e Bratslav le tracce e i memoriali di questa tragica vicenda, tra cui spiccano i molti cimiteri storici ebraici, tuttora meta di pellegrinaggio.
A Kamyanets-Podilsky, città che fu in gran parte distrutta durante la seconda guerra mondiale dai raid aerei alleati, sopravvive una grande fortezza medievale, probabilmente la più importante del Paese, costruita originariamente in legno tra il X e il XIII secolo, e successivamente ricostruita in pietra da ingegneri militari italiani nel XVI secolo. Nella stessa città, c’è anche un importante quartiere polacco, con la Cattedrale cattolica di San Pietro e Paolo (1580).
Nell’Ovest del Paese, una zona che fu per molti secoli sotto la dominazione lituana, polacca e infine austro-ungarica (fino al 1918), il sito di maggior importanza patrimoniale è il centro storico di Lvi’v (Leopoli), finora non toccato dalla guerra ma esposto a gravi minacce, formato tra il XIII e il XVII secolo, arricchito in seguito da molti edifici barocchi. Il patrimonio urbano di Leopoli è iscritto nel Patrimonio mondiale dell’Unesco e comprende il Castello di Vysokyi Zamok, che fu all’origine della città, la sua area circostante (Pidzamche) e il centro città. Leopoli ha oltre 100 chiese, che rappresentano la grande varietà di denominazioni cristiane, espressione della complessa storia della parte occidentale dell’Ucraina.
Vi si trovano infatti, tra le altre, la Cattedrale di San Giorgio, di rito greco cattolico, la Chiesa di San Nicola del XIII secolo, la Cattedrale Latina del XIV secolo, la Cattedrale Domenicana del XVI secolo, la Chiesa Gesuita, la Chiesa Armena, la Cappella Boyim ungherese, le chiese ortodosse della Trasfigurazione e della Dormizione, il Monastero Bernardino di Sant’Andrea (oggi greco cattolico), forse l’esempio più interessante dell’architettura barocca della regione, oltre a moltissimi edifici (o le loro tracce) che testimoniano della lunga presenza delle comunità ebraiche, tra cui la Sinagoga della Rosa d’oro, l’Ospedale ebraico e il Memoriale dell’Olocausto. Infine, molti e importanti sono i musei della città, come il Museo Nazionale, il Museo storico di Leopoli, il Museo della Storia religiosa.
La regione intorno a Leopoli è ricchissima di testimonianze storiche e artistiche, tra cui spiccano il Monastero di Pochayiv della Chiesa Ucraina Ortodossa, il secondo monastero per importanza dopo il Lavra di Kiev, fondato nel 1240 da monaci in fuga dalle invasioni mongoliche, dotato di una bellissima chiesa barocca, la Cattedrale della Dormizione (1771), e della Chiesa della Grotte.
A Kremenets si trova un’importante fortezza del XII secolo, che resistette alle invasioni mongole, fu conquistata dai Cosacchi nel XVI secolo e poi riconquistata dai Polacchi che dominarono la regione per secoli. Lutsk è dominata dal grande Castello del XIV secolo e vanta molte chiese barocche e la Cattedrale di San Pietro e Paolo costruita dall’architetto italiano Giacomo Briano nel 1640. Due siti del Patrimonio mondiale sono localizzati nella parte occidentale dell’Ucraina, nella regione dei Carpazi: le Residenze dei Metropolitani della Bukovina e Dalmazia a Chernivtsi, dell’architetto Josef Hlavka nel 1864-82, che includono anche un seminario e un monastero, in uno stile eclettico ispirato all’architettura bizantina; e le Chiese lignee Tserkvas della regione dei Carpazi, sito Unesco in comune con la Polonia (in grigio nella mappa).
Tra le iniziative per proteggere il patrimonio culturale del Paese, è stata creata, su iniziativa del Museo Maidan di Kiev (il Museo della Rivoluzione Ucraina) l’Heritage Emergency Response Initiative (Heri), che coordina gli interventi di protezione del patrimonio e di trasferimento delle opere dei musei.
I principali monumenti urbani sono stati protetti con barriere e sacchi di sabbia per ridurre l’impatto delle esplosioni. Appelli sono stati rivolti dall’Unesco alla Russia per evitare di colpire il patrimonio culturale, come previsto dalla Convenzione dell’Aia del 1954. La guerra ancora una volta colpisce popolazioni innocenti e il loro patrimonio, come accaduto negli ultimi decenni in altre parti del mondo. È un dovere collettivo aiutare chi si trova in prima fila in questo difficile compito.
I 7 siti Unesco del «Patrimonio mondiale»
L’Ucraina oggi conta 7 siti iscritti nel Patrimonio mondiale dell’Unesco: a Kiev, la Cattedrale di Santa Sofia e il Monastero Kiev-Pecherska Lavra, il Monastero delle Grotte (iscrizione nel 1990); il centro storico di Leopoli (1998); l’insediamento antico di Chersoneso Taurica (2013); le Residenze dei Metropolitani della Bukovina e Dalmazia a Chernivtsi (2011); i punti della triangolazione dell’Arco Geodetico di Struve (2005; i pallini blu nella mappa); le Chiese lignee Tserkvas della regione dei Carpazi (2013), in comune con la Polonia così come le antiche Foreste di faggi dei Carpazi (2013; i pallini verdi nella mappa). Sono 17 i siti nella «Lista indicativa», tra cui il centro storico di Odessa.
Guerra Russia-Ucraina 2022

La cattedrale della Dormizione, Lavra Kiev

La Cattedrale della Dormizione distrutta nel 1941

Il Monastero di San Michele a Kiev. Foto Douglas Grimes

Babyn Yar

La cattedrale di Chernihiv

Il Monastero Pokrovsky a Kharkiv

Il Monastero di Sviatohirsk Lavra

La scalinata Potemkin nel film di Eisenstein

La Cattedrale di San Giorgio a Leopoli

La Chiesa di Sant'Andrea di Rastrelli

L'interno della cattedrale di Santa Sofia a Kiev
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