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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliPerugia. Lastre fotografiche di fine ’800 e primo ’900 su Perugia e i suoi monumenti, schede su opere d’arte, disegni e negativi e positivi di foto storiche, schede restauri compiuti in Umbria nel secolo scorso: è un patrimonio di decine di migliaia di immagini e documenti storici quello che l’Archivio di Stato del capoluogo ha ricevuto a marzo dalla Soprintendenza alle Belle arti e Paesaggio la quale li custodiva negli spazi nel centro storico, di proprietà dello Stato, in cui dal 31 marzo si è insediato un nucleo dei Carabinieri del patrimonio culturale per l’Umbria.
Il lavoro di schedatura è in corso. Il trasloco, che in parte ha trasferito il laboratorio di restauro, arredi e strumenti (perlopiù obsoleti) presso la Soprintendenza archeologica, come al solito in Italia è avvenuto in tempi e modi un po’ frettolosi. «Sì, il passaggio forse è stato frettoloso, ammette la direttrice dell’Archivio di Stato Giovanna Giubbini, perché le amministrazioni lavorano sempre nell’emergenza, ma il materiale era già ordinato e stiamo recuperando tutto. D’altronde questa non è una soluzione di ripiego perché sono arrivati i Carabinieri del nucleo artistico: è la legge che prevede che dopo 40 anni i documenti passino agli Archivi di Stato a parte quelli da mandare al macero».
E i documenti arrivati, garantisce, sono importanti e devono essere accessibili. «Lavoriamo con alcuni dipendenti della soprintendenza per renderli disponibili a tutti. Arriveranno anche disegni dal 1897 in poi conservati alla villa del Colle del Cardinale che diventerà un museo del Polo museale: anche perché avere tanti sedi non garantisce una buona conservazione e lì non c’è personale per farli consultare come qui da noi, che siamo aperti tutti i giorni». Il progetto, svela, è pubblicare il più possibile sul web: «È un grosso servizio perché sgrava i nostri istituti che hanno sempre meno personale e decongestioniamo le sale di studio». Ma la strada è lunga.
Il materiale è abbondante e prezioso. Come le circa 800 lastre fotografiche del fondo formato dalla metà del 1860-65 in avanti dal farmacista Guardabassi e non tutte sviluppate, segnala Rita Bacoccoli, funzionaria dell’Archivio appena andata in pensione. L’Archivio, dice la direttrice, e ha già da anni molti documenti della ex Soprintendenza per i Beni ambientali, architettonici, artistici e storici prodotti dagli anni dal 1923 al 1981 includendo, tanto per citare, «8.621 pratiche riordinate e descritte, conservate in 152 buste, su Assisi»; il riordino e la schedatura dei nuovi arrivati sono in corso, assicura il vicedirettore Maurizio Della Porta, riconoscendo che «l’Archivio avrebbe bisogno di più spazio». Molte foto vengono dalla Galleria nazionale: «Fotografie, slides, microfilm e lastre, alcune corredate da scheda, ma non abbiamo ricevuto alcun materiale in formato digitale o database concernenti l'archivio fotografico».
Una digitalizzazione dell’intero archivio dei restauri della Galleria nazionale, avviato negli anni 2009-10, sarà bene possa proseguire a passo spedito. Servono fondi e, soprattutto, forze adeguate.
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