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La Biennale di Moretti

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Laura Lombardi

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Degli 88 antiquari partecipanti, 26 sono esteri, per la clientela d’oltreconfine che la rassegna fiorentina cerca quest’anno di aumentare. Non opere post 1979, anche se il testimonial sarà Jeff Koons

La Biennale Internazionale dell’Antiquariato, dal 26 settembre al 4 ottobre a Palazzo Corsini quest’anno ha un nuovo segretario generale: il giovane, ma ormai veterano del mestiere, Fabrizio Moretti. In continuità con un indirizzo già auspicato da Giovanni Pratesi, che è stato segretario della Biennale dal 2001 al 2013, Moretti ha chiesto agli antiquari di esporre perlopiù opere di artisti italiani (o d’adozione come ad esempio Gherardo delle Notti), proprio per sottolineare la specificità della mostra fiorentina, all’insegna del made in Italy.

«L’arte italiana è ancora molto amata nel mondo, anche se deve scontrarsi con nuove mode e tendenze. Chi l’ama, la colleziona e vuole comunque conoscerla deve sapere che la vera, imperdibile vetrina la trova a Palazzo Corsini». Questa scelta italiana, molto rigorosa sul piano della qualità, è richiesta anche alle gallerie straniere che quest’anno sono in notevole aumento: su 88 antiquari ben 26 vengono dall’estero, con rentrée come quella di Jean-Luc Baroni di Londra che presenta un bellissimo Giambattista Tiepolo («Ritratto di Flora»), scoperto qualche anno fa in un castello francese, ma anche alcuni nuovi arrivi tra cui Otto Naumann Ltd, New York, e Jorn Guenther Rare Books Ag, uno dei più importanti mercanti di libri e stampe con gallerie in Svizzera, a Stalden e Basilea; e sono riconfermate le presenze di Mullany, Londra, De Jonckheere, Parigi-Ginevra, Cesare Lampronti, Londra-Roma, Robilant+Voena, Milano e Londra.

Che cosa si attende Moretti in un periodo così difficile per il mercato? «Certo il momento è complicato, ma vorrei riuscire a “svegliare”, per così dire, la situazione fiorentina, coinvolgere, grazie a un pizzico di mondanità in più, una clientela internazionale. In fondo, andando a Maastricht si trova solo la fiera, mentre Firenze attrae con le sue meraviglie un tipo di turismo che comprende potenziali compratori importanti. E sono proprio questi che vorrei visitassero la Biennale che dovrà essere quindi raffinata, magica e veramente aperta al mondo». In linea con questo intento Fabrizio Moretti ha annunciato che sarà Jeff Koons a inaugurare la prossima edizione della Biennale e in questa occasione alcune opere dell’artista verranno presentate in città. Ma la presenza di Koons come attrazione della Biennale non deve confondere le idee: le opere «ammesse» a Palazzo Corsini si fermano al 1979, non oltre. «Il limite della data l’ho imposto io, spiega Moretti, perché ritengo che i collezionisti di arte antica si interessino molto anche all’arte del Novecento, ma, in linea generale, non si avventurino fino agli ultimi decenni. D’altronde si tratta pur sempre di una Biennale dell’Antiquariato».

Per l’arte moderna ci saranno alcune nuove presenze come la Galleria Tega di Milano, la Galleria Frediano Farsetti di Firenze e la Tornabuoni Arte di Firenze, Milano e Parigi, che si vanno ad aggiungere a Sperone Westwater di New York, già presente da qualche edizione. Come al solito sarà Pier Luigi Pizzi a creare la scenografia nella sontuosa architettura di Palazzo Corsini con lo scalone monumentale recentemente restaurato. La principale novità sarà il Salone del Trono, realizzato da Antonio Maria Ferri tra il 1684 e il 1696, destinato non più a spazio espositivo ma a luogo di incontro, relax e intrattenimento. Tra i dipinti ricordiamo anche la «Gloria di sant’Andrea Corsini» di Luca Giordano, capolavoro mai stato sul mercato (Antonacci-Lapiccirella Fine Art) o la «Regata sul Canal Grande» di Michele Marieschi da Carlo Orsi, ma anche il «Villano» di Romolo Ferrucci del Tadda, in marmo bianco di Carrara, commissionato per onorare il popolo livornese fedele alla Repubblica Fiorentina e posto nel 1496 alla sommità di una fontana nel Bastione del Porto di Livorno: andato perso nel 1700 è ricomparso agli inizi del Novecento (Bacarelli Antichità).

Tra i mobili si segnala il cassettone Pignatti Morano di Custoza, metà del XVIII secolo (Piva & C). Ma vi sono anche prestigiosi disegni, incisioni, libri. La sicurezza e la qualità dei pezzi è garantita dal comitato di vetting, completamente rinnovato e composto da esperti inattaccabili, e sulla provenienza vigila il Comando del Nucleo di tutela del patrimonio artistico dei Carabinieri: a questo Moretti si augura di poter aggiungere, come era prima, il «parere preventivo» sulla eventuale notifica di un’opera espresso della Soprintendenza prima che il compratore la acquisti: «Ci stiamo lavorando, ma ci sono alcune difficoltà burocratiche», spiega.

Intanto il sindaco Dario Nardella ha annunciato di voler promuovere un nuovo Premio Internazionale al Collezionismo, destinato alla persona che maggiormente si è distinta nella valorizzazione del patrimonio culturale. La mostra, posta sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dell’Interno e del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, si avvale del prezioso contributo della Camera di Commercio di Firenze e dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Come main sponsor due nuovi arrivi: Axa Art Insurance e Salvatore Ferragamo Spa. 

Laura Lombardi, 22 luglio 2015 | © Riproduzione riservata

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