Image

Lastra calcarea di epoca tolemaica, Museo Nazionale delle Civiltà Egizia, Cairo

Image

Lastra calcarea di epoca tolemaica, Museo Nazionale delle Civiltà Egizia, Cairo

La Natività nell’arte | Egitto tolemaico

Gli auguri della casa editrice con opere scelte dai suoi autori | Parto e maternità in una lastra calcarea di epoca tolemaica

Francesco Tiradritti

Leggi i suoi articoli

La piccola lastra in pietra calcarea (Cairo, Museo Nazionale delle Civiltà Egizia, JE 40367) riproduce una donna accovacciata all’interno di un santuario, sostenuta per i gomiti da due divinità femminili a testa di giovenca. Si tratta della rara rappresentazione di un parto, il reperto è considerato un ex-voto dedicato da una fedele alla dea Hathor di Dendera, località dalla quale il reperto è detto provenire. Il vestito con le maniche frangiate della partoriente ne indica una datazione all’epoca tolemaica (IV-I secolo a.C.).

In un’epoca in cui la mortalità di partorienti e nascituri era assai elevata, la nascita era considerata un momento particolarmente delicata, intorno a esso fu elaborato un complesso sistema di protezione che prevedeva l’intervento di varie divinità: il nano Bes, la leonessa-coccodrillo-ippopotamo Toeris, ma soprattutto la vacca Hathor. Dea femminile per eccellenza, era preposta a tutte le attività femminili: amore, seduzione, canto e musica, fertilità e magia. Il racconto del Principe Predestinato narra che la nascita del protagonista avviene alla presenza di sette Hathor. Teste «hathoriche» (volto femminile con orecchie di vacca) fungono da capitello nei mammisi, edifici caratteristici dei complessi templari tolemaici (IV-I secolo a.C.) dove veniva celebrata la nascita divina del sovrano egizio.

Malgrado il piccolo monumento si collochi a una distanza inconciliabile dalla cultura cristiana, nel cui ambito si è venuto a creare l’apparato figurativo della Natività, condivide con questa la medesima necessità di racchiudere il delicato momento all’interno di un contesto protettivo in cui giocano un ruolo di estrema importanza il luogo e i personaggi.

Nel rilievo egizio la partoriente è posta al centro di un santuario assistita da due divinità; nel Presepio la Vergine è all’interno di una grotta tra il bue e l’asinello. Nel secondo caso gli animali assicurano la protezione dal freddo, nel primo il compito della coppia di Hathor è ancora più arduo perché devono tutelare madre e figlio da ogni problema legato alla nascita.

LA NATIVITÀ NELL'ARTE
 

Lastra calcarea di epoca tolemaica, Museo Nazionale delle Civiltà Egizia, Cairo

Francesco Tiradritti, 24 dicembre 2021 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

L’egittologa romana ripercorre la sua vita, dagli studi alla Sapienza agli scavi in Nubia con il suo futuro marito (celebre egittologo anche lui), fino alla guida dell’Istituto Centrale del Restauro e alla nomina a soprintendente al Museo Egizio di Torino

Il recente ritrovamento nel sito di Tell el-Deir di 65 tombe e di alcuni preziosi manufatti conferma l’importanza della regione in un’epoca, la seconda metà del I millennio a.C., poco documentata dal punto di vista funerario

Una missione congiunta italo-egiziana scopre nella necropoli dell’Aga Khan tombe di età greco-romana con mummie e corredi funerari

Secondo un recente articolo apparso sul web e ripreso da vari media i monumenti egizi sarebbero stati costruiti con i blocchi di pietra trasportati lungo un braccio del Nilo, oggi insabbiato. Ma non è così

La Natività nell’arte | Egitto tolemaico | Francesco Tiradritti

La Natività nell’arte | Egitto tolemaico | Francesco Tiradritti