Giorgio Guglielmino
Leggi i suoi articoliIn occasione del 30mo anniversario della morte di Alighiero Boetti, avvenuta il 24 aprile 1994, sono molte le mostre che vari attori pubblici e privati, compresa la casa d’aste Christie’s, hanno dedicato all’artista. Lo fa anche la galleria Sprüth Magers ma in maniera molto più raffinata e personale. La mostra allestita nella loro sede americana fino al 26 maggio è infatti un omaggio che mette in risalto anche il lato più personale dell’artista, prendendo inoltre spunto dalla sua amicizia di lunga data con Pasquale Leccese, deceduto lo scorso anno.
Da tempo il curatore di origine pugliese stava lavorando a una mostra in ricordo di Boetti. Ne aveva già curate due per la galleria Sprüth Magers, nel 2002 e nel 2003, e l’attuale, intitolata «Insicuro noncurante», era già stata programmata e doveva essere anche una celebrazione della loro amicizia. Scomparso Leccese, Monika Sprüth, che è stata sua compagna per molti anni, ha deciso di proseguire il progetto che è diventato una doppia celebrazione dei due amici. Monika Sprüth, parlando con «Il Giornale dell’Arte», ci ha raccontato come ha conosciuto Boetti: «Pasquale (Leccese), barese, era molto amico di Marilena Bonomo, gallerista nella stessa città. La casa estiva di Marilena era in Umbria, dove anche Alighiero aveva una sua proprietà adatta a trascorrervi i mesi caldi. Pasquale e io abbiamo accettato l’invito di Marilena a farle visita e, poiché era amica di Alighiero, le nostre strade si sono così incrociate. Deve essere stato tra il 1985 e il 1990 quando abbiamo conosciuto Alighiero per la prima volta».
La galleria presenta una retrospettiva di idee che introduce i dualismi che hanno caratterizzato il pensiero dell’artista, a partire dalla famosa fotografia in bianco e nero che raffigura «due Boetti» che si tengono per mano. Nel percorso si trovano alcuni classici della sua produzione: una mappa, un grande lavoro della serie «Aerei ad alta quota», un «Tutto» e l’opera chiave «Insicuro noncurante» composta da 81 fogli e che rappresenta un compendio della sua intera produzione compresa tra il 1966 e il 1975.
Ma quello che rende questa mostra diversa e veramente unica è la ricostruzione di una parete dello studio di Boetti a Trastevere, completamente coperta da schizzi, fotografie, piccoli lavori, lettere, annotazioni per futuri lavori ecc. Si entra quindi direttamente nel laboratorio, e nella mente, dell’artista e si è affascinati dalla varietà dei riferimenti, dalla molteplicità delle idee, dalla diversità di tecniche e soprattutto dal continuo rimando all’idea del gioco che affiora da ogni opera, grande o piccola, di Boetti.
La galleria ha anche previsto per il 4 maggio, durante la settimana di Frieze New York, una tavola rotonda su Boetti a cui prenderanno parte Hans Ulrich Obrist, Peter Fischli, Agata Boetti e Mariuccia Casadio, con Matilde Guidelli-Guidi, che dall’agosto 2023 è curatrice e coresponsabile della Dia Foundation, come moderatrice. In quest’occasione Agata Boetti, figlia dell’artista e scrupolosa factotum a capo dell’archivio delle opere, presenterà ufficialmente gli ultimi quattro progetti editoriali da lei curati relativi all’opera del padre: Insicuro Noncurante e il Manuale di Conoscenza, Le Vernici Industriali, Chi gioca da solo non perde mai e Boetti da colorare, un progetto, quest’ultimo, che al padre sarebbe piaciuto moltissimo. Più che una esposizione commemorativa orientata alle vendite, «Insicuro noncurante» è una mostra fatta con il cuore da amici che conoscevano bene l’artista. E questo la rende davvero speciale e differente dalle altre.
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