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La nuova vita delle collezioni VIVE

Studio, catalogazione, attribuzioni, rivalutazione critica e integrazioni nel percorso espositivo. I primi capitoli del grande progetto ideato da Edith Gabrielli e dedicato alle migliaia di opere custodite nelle raccolte e nei depositi del Vittoriano e di Palazzo Venezia, dal Medioevo al Novecento

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Jenny Dogliani

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Un raro cofanetto in avorio intagliato tra il IX e il X secolo, probabile dono per una coppia imperiale bizantina. La cimasa trilobata di un polittico dipinta da Paolo Veneziano nel 1345 ca con dieci angeli musicanti su fondo oro sopra un cielo stellato. Una mazza da guerra forgiata in ferro nel XIV secolo, utilizzata in battaglia nei più cruenti scontri ravvicinati, quando non c’era sufficiente spazio per districarsi con lancia e spada. Una scacchiera ricavata su un blocco di marmo nel XIII secolo. Sono alcune delle migliaia tra opere e reperti custoditi nelle collezioni del VIVE-Vittoriano e Palazzo Venezia, datati dal Medioevo al Novecento, al centro del grande progetto di catalogazione sistematica delle collezioni dell’Istituto ideato dalla direttrice Edith Gabrielli. Avviato nel 2020, il lavoro di catalogazione ha previsto, in una prima fase, la ricognizione delle varie e spesso difformi catalogazioni già effettuate in passato e l’elaborazione di un programma quadriennale di lavoro che prevedesse, da un lato l’aggiornamento delle schede esistenti, dall’altro la realizzazione ex novo di quelle mancanti. Il tutto sotto la direzione di Edith Gabrielli e il coordinamento di tre affermati accademici: Alessandro Tomei, per l’arte medievale, Barbara Agosti, per l’età moderna, e Valerio Terraroli per l’Otto e Novecento. A oggi sono state redatte 560 schede (in italiano e in inglese) da un’ottantina di giovani ricercatori facenti capo a università italiane ed estere. E sono online le prime 94 opere schedate per il Medioevo, corredate di descrizioni, dati tecnici e un ricco apparato iconografico (in tutto sono state scattate già oltre 2.200 fotografie). «Il grande progetto di catalogazione promosso dal VIVE è stato pensato per promuovere lo studio e la conoscenza delle collezioni dell’Istituto e garantire la loro fruizione da parte di un pubblico ampio e diversificato. La pubblicazione del catalogo online consentirà agli studiosi di effettuare ricerche di carattere scientifico, approfondendo lo studio delle opere di interesse e scoprendo nuove attribuzioni e datazioni, e a turisti e curiosi di conoscere le opere più significative. Un impegno importante, nei confronti del pubblico e della comunità scientifica, che ha determinato la rivalutazione critica delle collezioni del VIVE incentivandone la riscoperta attraverso nuovi percorsi di visita», dichiara Edith Gabrielli.

Il frammento della porta bizantina della basilica di San Paolo fuori le Mura

Al progetto è dedicato il ciclo di incontri ed esposizioni «Reintegrazioni. Dai depositi al percorso di visita», curato dalla direttrice e finalizzato a presentare le opere attraverso una particolare reintegrazione nel percorso espositivo. Il primo incontro si è svolto giovedì 13 febbraio nella Sala del Refettorio a Palazzo Venezia, è stato condotto dal professore Alessandro Tomei e dedicato all’arte medievale, al primo blocco di schede pubblicate online. Al centro del primo appuntamento vi è il frammento della porta bizantina della Basilica di San Paolo fuori le Mura raffigurante una scena della Pentecoste e che resterà visibile nella sala Altoviti di Palazzo Venezia fino al 23 marzo. Il frammento in bronzo fa parte di una porta a due battenti alta oltre 5 metri (e larga 3,42 metri), realizzata per la Basilica di Costantinopoli nel 1070, su commissione del console Pantaleone de Comite Maurone, nobile amalfitano molto in vista ad Amalfi e a Costantinopoli. All’elaborazione del soggetto partecipò in persona il monaco e arcidiacono della basilica Ildebrando di Soana, futuro papa Gregorio VII. Nel frammento esposto si vede una parziale rappresentazione di tre apostoli e del motivo a raggera sullo sfondo, oltre ad alcune lettere greche della parola Pentecoste. Il prossimo incontrò sarà poi giovedì 27 marzo, moderato dal docente berlinese Arnold Nesselrath e dedicato alla medaglia di Filarete raffigurante Faustina Maggiore e il suo patto nuziale con l’imperatore Antonino Pio. Donna di rara bellezza e bontà, comparve in vari ritratti dell’epoca antica, tra cui la colossale testa della Rotonda Vaticana. Fonte di ispirazione di varie riforme, morì prematuramente a 36 anni e fu immediatamente divinizzata dal Senato. L’imperatore le dedicò un culto con tanto di sacerdotesse e la sua immagine fu copiosamente riprodotta in statue e monete, spesso associata a divinità come Cerere, Giunone e Vesta. La medaglia, custodita nei depositi del VIVE, è un’opera esemplare del confronto con l’antico sperimentato dall’artista fiorentino al tempo in cui lavorava a Roma per papa Eugenio IV alla monumentale porta bronzea della basilica di San Pietro. Seguirà il 12 giugno l’incontro sulla tavola dell’ambito di Saturnino Gatti e bottega raffigurante un’immagine della Vergine in un contesto agreste. Capolavoro dell’arte rinascimentale abruzzese, l’opera proviene dal santuario della Madonna della Noce nella campagna laziale e sarà presentata da Michele Maccherini. Giovedì 12 ottobre, poi, appuntamento con Augusto Roca de Amicis che introdurrà una riproduzione in terracotta della Fontana dei Quattro Fiumi ideata da Gian Lorenzo Bernini per piazza Navona, a testimoniarne la grande fortuna da essa riscossa tra Sei e Settecento. Commissionata da Giovanni Battista Pamphilj, divenuto papa Innocenzo X nel 1644, per la piazza sulla quale si stava completando il Palazzo Pamphilj, la fontana raffigura quattro tra i più importanti fiumi della Terra, uno per ciascun continente allora conosciuto, il Danubio, il Gange, il Nilo e il Rio de la Plata. Il 18 dicembre, infine, Valerio Terraroli presenterà «Lo Scudo di Garibaldi» di Antonio Ximenes, scultura donata all’eroe dei due mondi dal popolo siciliano, con il ritratto del generale, l’incisione dei nomi delle città conquistate sull’isola e di tutti i membri dell’esercito dei Mille.

La prima conferenza del ciclo «Reintegrazioni. Dai depositi al percorso di visita», intitolata «Da Costantinopoli a Roma: la porta bronzea di San Paolo fuori le mura e il frammento nel Museo del Palazzo di Venezia». A destra, Edith Gabrielli, Direttrice del VIVE, a sinistra, Alessandro Tomei, già Professore ordinario di Storia dell’Arte Medievale presso l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara

Jenny Dogliani, 08 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

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