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La più antica storia di san Cerbone

La più antica storia di san Cerbone

Durante i restauri della Cattedrale sono emersi affreschi bizantini sconosciuti

Dieci anni di restauri ora terminati e la clamorosa scoperta: gli storici si sbagliavano. La cupola della meravigliosa Cattedrale di San Cerbone, che secondo documenti d’archivio sarebbe stata eretta nel Trecento, è invece coeva alla prima edificazione della chiesa avvenuta nell’XI secolo in stile romanico-bizantino. La costruzione durò due secoli e nel 1287 Giovanni Pisano modificò la facciata. Una ventina di anni più tardi tra i capolavori della basilica faceva il suo ingresso una Maestà di Duccio di Buoninsegna.

Ma la sorpresa più grande è emersa durante gli ultimi lavori sulle superfici interne della cupola quando sono apparse preziose pitture finora sconosciute: i quattro evangelisti rappresentati con i simboli del Tetramorfo, il leone (san Marco), il bue (san Luca), l’aquila (San Giovanni), l’uomo (San Matteo), e altre immagini che gli esperti stanno studiando, frammenti di un ciclo di affreschi che narrano episodi della vita di san Cerbone.

La Cattedrale è una grande chiesa lunga quasi 60 metri: la facciata porta i segni di diverse, complesse componenti culturali, prima bizantine poi vicine al romanico pisano ma con guglie tipiche delle costruzioni senesi. Anche l’interno è un insieme armonioso di stili che si sovrappongono fino al Seicento quando furono aggiunte le crociere delle navate laterali. L’impronta più forte è proprio quella di Giovanni Pisano. Oltre al terzo ordine di colonne e alle guglie aggiunte alla facciata, ha esteso l’abside nelle sue forme attuali.

Risale al Quattrocento la copertura a capriate lignee della navata centrale. Nell’interno più luminoso dopo il restauro si possono ora apprezzare al meglio anche la Crocifissione e gli affreschi della leggenda di san Giuliano. «La Cattedrale di Massa Marittima ritrova un’importante pagina della propria storia, l’intervento di restauro ora concluso permette un’inedita conoscenza delle vicende costruttive e decorative della chiesa che non si potevano nemmeno immaginare», afferma Alessandro Bagnoli, della Soprintendenza alle Belle Arti di Siena, responsabile dei restauri.

«Le figure scoperte, purtroppo frammentate, ci danno la consapevolezza di aver recuperato il più antico ciclo pittorico dedicato a san Cerbone: l’autore è un pisano del 1200, Enrico di Tedice, capace di unire la cultura bizantina e balcanica con le nuove espressioni del grande Giunta Pisano», prosegue Bagnoli. È stata così ripristinata la funzionalità delle decorazioni a «finte bozze» della cupola e si è ricreata un’originale unità di visione «illusiva» che dà il senso dell’altezza a questa parte dell’edificio secondo i modi costruttivi e decorativi del tempo. 

Se la scoperta degli affreschi della cupola e del tamburo, manomessi da vari antichi interventi di consolidamento, offre un’indicazione preziosa per ricostruire la storia della Cattedrale, fondamentali in tal senso sono stati il restauro dell’abside, il consolidamento della cupola ottagonale, il restauro delle pellicole pittoriche degli interni e anche il rifacimento e consolidamento sismico della copertura centrale. «Con una operazione esemplare la Curia di Massa Marittima è riuscita a eseguire un delicato e “chirurgico” consolidamento dei gravi dissesti presenti sull’arco trionfale e sui pennacchi che sorreggono la cupola. Tutto ottenuto con minimi incatenamenti e cerchiature in acciaio inox», spiega il coordinatore dei lavori Nicola Berlucchi. Costo dell’opera 780mila euro: finanziata al 60% dalla regione Toscana e al 40% dalla Diocesi di Massa Marittima e Piombino.

 

Tina Lepri, 18 gennaio 2016 | © Riproduzione riservata

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