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Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliContinua il tour nelle città del Nord Italia. Dopo Vicenza e Verona e dopo il «no» di Brescia, Linea d’Ombra presenta un programma di grandi mostre nell’«ex museo» di Santa Caterina
Infine torna a Treviso, da dove tutto era iniziato. Lo avevamo lasciato a Vicenza nel giugno scorso, forte di 301.855 visitatori in sei mesi per «Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento», così come ufficialmente diffuso dalla sua società Linea d’Ombra.
Poi Marco Goldin, attraverso lo stesso comunicato stampa, aveva annunciato una pausa di riflessione per preparare al meglio un’altra proposta espositiva degna del ventennale della sua società. Massima riservatezza su luoghi e contenuti.
In realtà in questi mesi, dopo la fine della collaborazione pluriennale tra le due città venete (Verona e Vicenza) e un primo fallito tentativo di ritorno a Treviso, a seguito dell’esordio coneglianese, in cui aveva preso il via la sua fulminante carriera di organizzatore di mostre blockbuster grazie al sostegno di Fondazione Cassamarca, il curatore ha alacremente lavorato alla ricerca di spazi vitali bussando a diverse porte ma ricevendo molti dinieghi. Perché se ai risultati di pubblico plaudono associazioni di categoria e consorzi turistici, è pur vero che le ripercussioni sulle casse comunali non sono poi così positive.
Da contratto, è risaputo, al Comune ospitante non spettano utili bensì solo oneri diversificati (guardiania, vigilanza notturna, manutenzione, spese elettriche...). Nel caso vicentino, ad esempio, la Municipalità ha dovuto metter mano ai contributi di Fondazione Cariverona relativi a «classe cultura» per il 2014-15 pari a 1,4 milioni di euro.
Reiterare a lungo il medesimo modello nello stesso luogo può costare assai caro. Così a luglio l’assessore alla Cultura del Comune di Brescia Laura Castelletti e il sindaco Emilio Del Bono hanno detto no alla proposta di portare a Santa Giulia l’esposizione del ventennale di Linea d’Ombra dedicata agli Impressionisti. Costi previsionali: 5,3 milioni di cui 4,9 a carico degli sponsor e 400mila a carico del Comune.
«Ci ha fatto piacere che Marco Goldin abbia pensato a Brescia per realizzare la mostra del ventennale della sua attività, dichiara l’assessore Castelletti, anche vicesindaco. Marco è un ottimo professionista e le sue rassegne sono state un bel successo (8 in tutto organizzate dal 2004 al 2009 per un bilancio totale di oltre due milioni di visitatori, Ndr). Ma era una stagione diversa. All’epoca Brescia non aveva ancora una sua identità culturale e turistica e una sua specifica capacità attrattiva. Oggi le cose sono cambiate. Negli ultimi anni Brescia ha ridato lustro e visibilità a un’area archeologica di interesse nazionale; ha ottenuto il riconoscimento Unesco per le sue testimonianze longobarde; ha riaperto il Teatro Grande. Per musei e mostre possiamo oggi contare su una rinnovata Fondazione Brescia Musei. Insomma, sono passati 10 anni dalle “grandi mostre” chiavi in mano di Goldin e nel frattempo la città ha imparato a muoversi con le proprie gambe. Forse con risultati meno eclatanti, ma più significativi sul lungo termine. Le presenze turistiche sono in continua crescita».
Tornando a Treviso, ai primi di settembre ecco il colpo di scena. Il sindaco Giovanni Manildo, dopo trattative agostane con il curatore, mette tutti davanti a fatto compiuto: alle 8.30 di sabato 5 settembre convoca la Giunta per l’approvazione di un triplice progetto espositivo nel Civico Museo di Santa Caterina.
A mezzogiorno Goldin è nell’auditorium dello stesso museo per una conferenza stampa last minute che illustra il programma ottobre 2016-aprile 2017: «Storia dell’Impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin»; «Tiziano, Rubens, Rembrandt. L’immagine femminile tra Cinquecento e Seicento. Tre capolavori dalla Scottish National Gallery di Edimburgo»; «Da Guttuso a Vedova a Schifano. Il filo della pittura in Italia nel secondo Novecento». La delibera lascia emergere che le condizioni poste dalla società Linea d’Ombra sono completamente mutate: nessun onere per il Comune al quale verrebbero corrisposti 20mila euro per l’uso temporaneo degli spazi.
Le polemiche che tanto hanno infuocato la stagione invernale per la scelta di tramutare Santa Caterina in un contenitore sembrano oramai lontane. Avviati comunque i lavori nel marzo scorso e deciso l’allestimento della terza tappa italiana della mostra di Escher (31 ottobre-3 aprile 2016), gli amministratori della città del Sile guardano già alla riapertura del Bailo e all’arrivo di El Greco a Ca’ dei Carraresi su iniziativa di Fondazione Cassamarca.
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