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Una storia di famiglia, ma di una famiglia speciale, gli Hermès, il cui capostipite, Thierry, fondò nel 1837 la maison di «sellier-maroquinier» (cioè di produttore di finimenti per cavalli e di pelletteria) destinata a soddisfare i clienti più esigenti di una Parigi che richiamava sin d’allora la crème del mondo. E poi giù, lungo i decenni, attraverso sei generazioni, ognuna delle quali ha aggiunto un nuovo tassello di gusto e di lusso (ma di un lusso sempre discreto, sussurrato), fino a oggi, quando la Maison, ancora orgogliosamente «familiare», può sì contare su bilanci stellari ma, più ancora, può sfoggiare un patrimonio di eccellenza ineguagliabile.
Quella storia è narrata nella pièce teatrale (della durata di 50 minuti) «Hermèstories», scritta e diretta dalla regista teatrale, scrittrice e attrice Pauline Bayle, cui l’ha commissionata Pierre-Alexis Dumas, membro della famiglia e direttore artistico della Maison, che va in scena dall’11 al 21 settembre al Teatro Franco Parenti di Milano, in via Pier Lombardo 14, nella prima tappa di un tour che la porterà in altre capitali della moda.
Niente di didascalico, però, né tanto meno di impettito o autocelebrativo, ma una narrazione fiabesca e divertita, dai modi vagamente surrealisti, raccontata da una narratrice e vissuta in prima persona dallo scudiero Lad che, a dispetto del nome (ragazzo, in inglese), è interpretato da una donna: in un tardo pomeriggio Lad passeggia svagato e senza meta per Parigi, partendo dalla boutique Hermès di Faubourg Saint-Honoré per arrivare, dopo molte avventure, a una vetrina nel bel mezzo del deserto. Nel viaggio, mille incontri, tutti sorridenti, con figure diverse, punteggiati dai rumori prodotti con oggetti della Maison da Monsieur Bruit (rumore, appunto).
E proprio i celebri oggetti della Maison (le borse, i carré di seta, le coperte da cavallo, le scatole di un inconfondibile arancione e molto altro), coprotagonisti della pièce, sono anche al centro della mostra ordinata nel foyer del teatro. Qui possono essere ammirati da vicino, cogliendo così tutta la sapienza degli artigiani che hanno realizzato queste autentiche icone del nostro tempo (superfluo citare la recente aggiudicazione della «Birkin» appartenuta a Jane Birkin, la borsa disegnata nel 1984 da Jean-Louis Dumas per l’attrice e siglata con le sue iniziali, battuta a oltre 10 milioni di dollari), tutte presentate come se si trovassero in un deposito di scenografie teatrali.
L’ingresso è libero. Per partecipare sarà sufficiente registrarsi al sito di Hermès o del Teatro Franco Parenti e si riceverà un biglietto in omaggio.

«Hermèstories» ripercorre la storia di sei generazioni della Maison fondata a Parigi nel 1837. Courtesy Hermès
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