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«Toujours plus» (1983) di Jean-Michel Folon

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«Toujours plus» (1983) di Jean-Michel Folon

L’impegno civile di Folon

Disegni, acquerelli e sculture dell’artista belga, sempre sensibile al tema dei diritti dell’uomo, sono esposti nelle sale della Collezione d’arte moderna e contemporanea dei Musei Vaticani

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Arianna Antoniutti

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«Folon. L’etica della poesia» è il titolo della mostra che i Musei Vaticani, fino al 27 agosto, ospitano nelle sale della Collezione d’arte moderna e contemporanea. Ottanta disegni e acquerelli, oltre a sculture, riassumono la poetica parabola artistica dell’illustratore, pittore e scultore belga Folon (1934-2005), dagli anni giovanili fino alla sua ultima produzione.

La cura dell’esposizione è di Stéphanie Angelroth, direttore della Fondazione Folon, di Micol Forti, curatore della Collezione d’arte moderna e contemporanea dei Musei Vaticani, e di Marilena Pasquali, membro del Comitato scientifico della Fondazione Folon.
Negli ambienti della Torre Borgia, per la prima volta aperti al pubblico, e nella Sala della Cicogna della Torre di Innocenzo III, il più antico nucleo dei palazzi papali, sono disposte le opere, ordinate in cinque sezioni: «L’uomo e la metropoli», «L’uomo e natura», «L’uomo e la guerra», «La Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo» e «Le stanze della speranza».

«Il tema portante della mostra è l’impegno civile, per tutta la vita coerentemente perseguito da Folon», come ha precisato, inaugurando l’esposizione, Marilena Pasquali. «Non si tratta di un’antologica, ha aggiunto la storica dell’arte, ma di un’esposizione esaustiva su di un tema specifico che, in sezioni come quella dedicata alla guerra, assume, se non i tratti della profezia, certo della esatta comprensione del mondo».

La mostra, che avrebbe dovuto aprire nel marzo 2020, inaugura ora, ha detto Barbara Jatta, direttore dei Musei del papa, «in un momento di reale ripartenza, con buoni dati di affluenza del pubblicograzie alla collaborazione fra Musei Vaticani e Fondazione Folon, che arricchirà le nostre collezioni con la donazione di “A propos de la Création”, una serie di otto grafiche dedicate al Libro della Genesi (1989-90), e la scultura in bronzo “Angelo custode” (2005), tra le ultime creazioni dell’artista». In mostra, oltre ad alcune opere inedite, diciannove dei trenta acquerelli che Folon realizzò per Amnesty International, nel 1988, per illustrare la Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo.

In esse, chiosa Micol Forti, «Folon non illustra il diritto, ma la sua violazione. Quest’opera è un dito puntato sulle nostre coscienze. Lo sguardo sognante di Folon, impietosamente e liricamente severo, non porta risposte, ma interrogativi. La Collezione d’arte moderna e contemporanea dei Musei Vaticani, creata da Paolo VI, nasce con la precisa volontà di mantenere il dialogo con il presente e, nei tempi difficili che stiamo vivendo, questo diviene ancora più cruciale».
Nel catalogo della mostra (Edizioni Musei Vaticani), oltre ai testi delle curatrici, un saggio di Claudio Strinati analizza il rapporto di Folon con artisti quali Magritte e Balthus, mettendo in luce la nota «sotterraneamente dolente che impronta tutta l’arte di Folon».

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«Toujours plus» (1983) di Jean-Michel Folon

«L'angelo custode» (2005) di Jean-Michel Folon

Arianna Antoniutti, 06 maggio 2022 | © Riproduzione riservata

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