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Gaspare Melchiorri
Leggi i suoi articoliLa presentazione di un nuovo marchio per il complesso conosciuto come «Grande Brera» (che riunisce Pinacoteca di Brera, Accademia, Osservatorio Astronomico, Orto Botanico, Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e - dallo scorso 7 dicembre - Palazzo Citterio), tenutasi oggi 18 giugno, alla presenza, fra gli altri, degli assessori regionale e comunale alla Cultura Francesca Caruso e Tommaso Sacchi, è stata l’occasione per sottolineare l’importante impatto economico e culturale che questa realtà esercita su Milano e sull’intera regione Lombardia.
Come si legge in una ricerca realizzata da Makno, questo corrisponde a un indotto complessivo stimato intorno ai 520 milioni di euro, cifra destinata a crescere nel tempo. L’indagine ha utilizzato un algoritmo che ha considerato diversi fattori per valutare il valore creato dalla Grande Brera. Tra questi, il valore artistico e culturale delle istituzioni in questione, la funzione degli spazi, la capacità di creare nuove relazioni e la loro flessibilità.
Il nome «Grande Brera» è stato adottato per superare la confusione precedente, quando si utilizzava semplicemente «Brera» per riferirsi sia alla Pinacoteca, sia all’Accademia. L’iniziativa di creare un’identità unica riunisce questi luoghi diversi ma complementari, valorizzando la rete culturale che si sviluppa nel cuore di Milano.
Il rapporto con il territorio metropolitano, che comprende circa nove milioni di persone nell’area della «Grande Milano», ha un ruolo fondamentale per definire la portata dell’impatto.
Questa aggregazione di realtà, nata dalla condivisione di obiettivi e dal coordinamento di risorse, rappresenta un passo significativo per la promozione del patrimonio artistico e scientifico, ma anche per la creazione di occasioni di lavoro, turismo e innovazione culturale. Il percorso della Grande Brera mostra come un’istituzione culturale possa influire direttamente sull’assetto economico e sociale di una grande città europea, restando però salda nella sua missione di conservazione e diffusione della cultura.
Il direttore della Grande Brera, Angelo Crespi, ha dichiarato: «Lo studio di Makno certifica la mia visione iniziale di immaginare la Grande Brera, non semplicemente come un ampliamento dello spazio fisico della Pinacoteca con l'apertura di Palazzo Citterio a dicembre 2024, ma anche un allargamento concettuale, un nuovo modo di comunicare con un brand innovativo l’unicità e la forza di un luogo straordinario che interpreta alla perfezione il dinamismo di Milano, della Grande Milano e della Regione Lombardia».
Mario Abis, direttore di Makno, ha precisato che il dato di 520 milioni di euro è calcolato nel medio termine ed è destinato ad arrivare fino a un miliardo e mezzo, quando si stabilizzeranno i flussi di visitatori e utenti. «Il monitoraggio continuerà nel tempo per definire con maggiore precisione i benefici che il progetto porterà all’economia locale, alle attività culturali e all’attrattività della città».
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