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L’edificio del Musée National de la Marine. © Musée National de la Marine | P. Dantec

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L’edificio del Musée National de la Marine. © Musée National de la Marine | P. Dantec

Nel nuovo Musée National de la Marine

Riapre dopo sei anni il museo fondato nel ’700 con la collezione di modellini di navi antiche di Luigi XV. Espone mille delle 40mila opere, riallestite in sezioni tematiche da h2o architectes e Snøhetta

Luana De Micco

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Il 17 novembre riapre a Parigi il Musée national de la Marine, che aveva chiuso le porte sei anni fa per lavori di ristrutturazione. Dopo la Cité de l’architecture et du patrimoine e il Musée de l’Homme, è l’ultimo museo ospitato nel Palais de Chaillot in piazza del Trocadero, di fronte alla Tour Eiffel che sorge al di là della Senna, ad aver completato il suo restyling generale (il primo dalla sua creazione), tanto negli impianti tecnici che nella museografia. Budget per l’operazione: 71,2 milioni di euro.

Il museo parigino nacque per accogliere la collezione di modellini di navi antiche offerta nel 1748 al re Luigi XV da Henri Louis Duhamel du Monceau, fisico e agronomo, nonché ispettore generale della Marina nel 1739. In un primo tempo, nel 1752, occupò alcune sale del primo piano del Louvre. Nel corso degli anni, la collezione si arricchì e, nel 1937, raggiunse il Palais de Chaillot. Il museo conta sei sedi in diverse località in Francia: oltre a quella centrale di Parigi, ha sedi distaccate a Brest, Port Louis, Rochefort, Tolone e Dugny.

È stato chiuso nel 2017: «La frequentazione era in costante calo, la presentazione delle opere era invecchiata e il museo aveva bisogno di lavori di rimessa a norma per la sicurezza, ha spiegato alla stampa francese Vincent Campredon, direttore del museo dal 2015 e ufficiale della Marina militare francese. Nel 2014, un rapporto redatto da alcune personalità su richiesta di Jean-Yves Le Drian, il ministro della Difesa dell’epoca, raccomandava di conservare il museo, ma di modernizzarlo e, soprattutto, di aprirlo al futuro. Il ministro condivise le conclusioni del rapporto e mi affidò il progetto di recupero».
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Il nuovo Musée national de la Marine vuole essere un «museo di società, aperto sul suo tempo». La ristrutturazione architettonica è stata affidata a due studi, h2o architectes e Snøhetta, affiancati dagli architetti dei monumenti storici Lionel Dubois e Pierre Bortolussi. La museografia è stata realizzata dall’agenzia britannica Casson Mann. Gli spazi del museo sono stati ridisegnati, le forme arrotondate, ed è stato realizzato un vasto spazio per l’accoglienza del pubblico. Il percorso, più fluido, è stato completamente ripensato.

Si articola in sezioni tematiche, tra cui «Arti della navigazione» (con vari strumenti, dalle carte e bussole, ai moderni gps), «Scultura navale» (in cui sono esposte anche imponenti figure di prua), o ancora «Tempeste e naufragi» (con oggetti provenienti da navi e naufragi illustri). Un ampio cantiere di restauro ha riguardato anche parte della collezione, che conta circa 40mila opere. Di queste, 3.800 hanno raggiunto il Centre de conservation di Dugny, dove si trova il laboratorio di restauro del museo. Il recupero delle altre opere è stato affidato a un centinaio di restauratori indipendenti o laboratori di restauro in tutta la Francia.
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Solo per questa fase ci sono voluti due anni di lavori. Tutte le mille opere esposte, tra cui un centinaio di modellini di navi (come quella imponente del Royal Louis, vascello della Marina reale francese di Luigi XV), sono state restaurate. I dipinti di Claude-Joseph Vernet della serie «Vues des ports de France» (1754-65), provenienti dalle collezioni del Louvre, che ne ha prestati 13 su 15, esposti ora nella sezione «Dipingere per il re», sono stati restaurati al C2rmf, il Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France.

Il 13 dicembre il museo accoglierà la sua mostra inaugurale «Obiettivo mare: l’oceano filmato» (fino al 5 maggio 2024, organizzata in collaborazione con la Cinémathèque Française), dedicata al cinema e al mare visto attraverso gli occhi dei cineasti, dai fratelli Lumière al film «La vita negli Oceani» di Jacques Perrin e Jacques Cluzaud (2009), passando per la popolare saga «Pirata dei Caraibi» (iniziata nel 2003). Sono esposte più di 300 opere, tra cui disegni di Georges Méliès, numerose locandine e la telecamera sottomarina utilizzata per il film «Titanic» (1997).

Luana De Micco, 15 novembre 2023 | © Riproduzione riservata

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