Simone Facchinetti
Leggi i suoi articoliIl primo dato da registrare è la scarsità della materia prima, purtroppo un dato cronico del settore. Le due principali aste di Old Masters di dicembre (Christie’s e Sotheby’s, Londra, «Evening Sales») sono state in grado di raccogliere, insieme, solo una cinquantina di lotti. Pochi ma buoni! Certo, ma troppo pochi. Rimandiamo l’analisi di Bonhams alla fine dell’articolo, perché in questa stagione gioca in serie B, tanto è modesta la proposta di vendita. Le altre due case d’aste hanno fatto del loro meglio per selezionare materiale all’altezza della situazione. Ovviamente ci sono dei lotti che spiccano sugli altri ma il panorama resta comunque poco esaltante. Costringono i commentatori a mettere sotto i riflettori testimonianze che solo qualche anno fa sarebbero rimaste in seconda fila. Opere importanti, per carità, ma destinate al coro, non a prendersi la scena.
Peccato perché il settore è affamato di opere rare e importanti che sono diventate appannaggio dei grandi mercanti, sempre più competitivi e preparati. Il baricentro d’interesse di Christie’s e Sotheby’s si è spostato così lontano dagli Old Masters che oramai per vederli bisogna ricorrere al canocchiale. Ma è quello che passa il convento, quindi accontentiamoci. Il top lot di Christie’s è un cavallo andaluso di Anthony van Dyck, valutato 2-3milioni di sterline (tutti i valori successivi vanno intesi in sterline); segue un quadro di soggetto comico dipinto da Giovan Battista Tiepolo raffigurante la maschera di Pulcinella, stimato 1-1,5 milioni. In passato i generi corrispondevano alle divisioni delle caste e quelli più bassi erano occupati dagli animali e dalle pitture ridicole. Per nostra fortuna le caste sono saltate in aria, anche se questa tornata d’asta pare non essersene particolarmente avvantaggiata.
Sotheby’s getta sul tavolo tre dadi con la stessa cifra (2-3milioni): una «Madonna con il Bambino in trono» di Sandro Botticelli; una «Madonna con il Bambino e San Giovannino» di Rosso Fiorentino e una «Santa Maria Maddalena» di Artemisia Gentileschi. Tra i tre il numero più alto dovrebbe uscire sulla faccia del dado Rosso per la rarità e l’importanza dell’opera. Un Rosso che «si mangia» un Botticelli non si era mai visto sulla faccia della terra e infatti la seconda è un’opera di bottega, nonostante le reticenze della scheda in catalogo. È difficile fare delle previsioni lucide e razionali con questa terna di lotti perché il nome di Botticelli in genere attira i «mattoidi» (gente che non bada a spese di fronte ai grossi nomi) e quello di Artemisia è ancora sulla cresta dell’onda, perciò fermiamoci qui. Il top lot di Bonhams è una coppia di quadri di genere dipinti da Johann Joseph Zoffany, alla stima di 300-500mila sterline, esattamente il tipo di soggetto che il mercato non associa (e quindi non desidera) al nome del pittore tedesco. Aspettiamo. Non è ancora tempo di gettare la spugna, anche se lo scenario londinese appare poco incoraggiante. In realtà il mercato degli Old Masters è sano e vorace, solo che le competenze si sono trasferite altrove e, a quanto pare, hanno abbandonato le principali università del Regno Unito (Christie’s e Sotheby’s).
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