Giorgio Guglielmino
Leggi i suoi articoliJoseph Beuys e Andy Warhol avevano visto giusto. Alla fine degli anni Settanta e nel decennio successivo crearono opere che facevano chiaro riferimento al progressivo slittamento dell’arte verso un bene di puro investimento finanziario al pari dell’oro o delle azioni da acquistare in borsa.
Nel 1979 Beuys scrive su una serie di banconote «Kunst=Kapital», l’arte equivale al capitale e poco dopo, tra il 1981 e il 1982, Warhol crea i dipinti della serie «Dollar sign».
Più critico Beuys nei confronti del sistema, più accondiscendente Warhol verso l’idea di monetizzare al massimo la sua produzione artistica, ma il concetto è lo stesso. E a riprova della lungimiranza di Warhol, se qualcuno desidera acquistare la sua piccola tela che misura appena 24x18 cm, il prezzo si aggira sui 600mila dollari.
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