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Will Korner, direttore generale di Tefaf Maastricht e New York

Cortesia di Tefaf

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Will Korner, direttore generale di Tefaf Maastricht e New York

Cortesia di Tefaf

Per Will Korner Tefaf incarna le proprie sfide

L’evoluzione, i rapporti con le istituzioni e la città, i collezionisti e il futuro della rassegna d’arte, antiquariato e design più prestigiosa nelle parole del suo direttore generale

Silvia Conta

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Tefaf si configura come un innovativo modello di fiera che si fa espressione, nelle sue due edizioni nei Paesi Bassi e a New York, dell’attività della European Fine Art Foundation, creata nel 1988 e divenuta presto punto di riferimento globale. Will Korner, direttore generale di Tefaf Maastricht e New York racconta a «Il Giornale dell’Arte» l’edizione alle porte e l’autentica anima dell’influente fiera.

Sta per inaugurare la 38ma edizione di Tefaf Maastricht. Come è cresciuta la fiera nel corso degli anni? Come riassumerebbe il concept di Tefaf rispetto alle fiere d’arte? 
L’aspetto di cui siamo più orgogliosi, visto che la fiera si è sviluppata nel corso degli anni, è l’ampiezza e la qualità degli oltre 15mila oggetti esposti, che entrano in dialogo tra loro e racchiudono la creatività umana di tutto il mondo e di ogni tempo. Qui si incontrano le migliori opere d’arte disponibili sul mercato, valorizzate dai nostri elevati standard di controllo. Ogni anno ci sono da scoprire un diverso periodo storico o un differente medium grazie a mercanti esperti nel proprio campo, a volte sezioni completamente nuove come Focus, introdotta nel 2024. Un elemento fondamentale del concept, infine, è il nostro status di fondazione anziché unicamente di fiera, che include i nostri collegamenti anche con le istituzioni pubbliche. Ci consideriamo, infatti, una parte vitale della comunità artistica e culturale e incorporiamo sia la sfera pubblica che quella privata.

Tefaf ha anche un’edizione a New York. Qual è il rapporto tra la fiera di Maastricht e quella americana?
C’è una stretta relazione: lo stesso team gestisce entrambe le fiere, così come i comitati di selezione per Modern & Contemporary e anche per Design (che è il focus principale della fiera di New York). Abbiamo riscontrato un forte apprezzamento per Tefaf dagli Stati Uniti per entrambe le sedi: il 20% dei nostri «RSVP» per Tefaf Maastricht 2025 finora proviene dagli Stati Uniti. Sebbene Tefaf di New York si concentri sul XX e XXI secolo (con alcune opere d’arte antica e gioielli), crediamo che si collochi perfettamente nella medesima ottica di Tefaf Maastricht, con opere d’arte di importanza e interesse storici, anziché unicamente sulle «ultime tendenze».

Un santo Vescovo, sant’Antonio abate e un santo Papa (forse Gregorio Magno), 1375-80 ca, di Cecco di Pietro proposto da Flavio Gianassi-Fg Fine Art

Quali saranno le caratteristiche principali della prossima edizione di Maastricht in termini di approccio generale? Gallerie partecipanti, loro provenienza, artisti e tecniche rappresentati? 
Ci sono molte cose in ballo, come sempre! Personalmente ritengo che un punto di forza sia la seconda edizione della sezione Focus. Sono molto impaziente di vederla, sarà stimolante. È un viaggio alla scoperta dei dieci artisti selezionati provenienti da quattro continenti: Mariane Ibrahim Gallery presenta il sudanese Salah Elmur; Galerie Pauline Pavec si concentra su Marie Bracquemond, un’impressionista non valorizzata, mentre Paul Coulon porta un’opera fondamentale di Dan Flavin.

Quest’anno raddoppia la collaborazione con le istituzioni museali…
Un evento importante di quest’anno sono anche le mostre museali, che per la prima volta sono due: un’importante esposizione di capolavori del Rinascimento e del Barocco provenienti dal Museo di Capodimonte e una mostra sui «maestri belgi moderni» del Kmska di Anversa (il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten Antwerpen).

Cosa dire sugli espositori?
Diamo il benvenuto a 20 nuovi espositori nella sezione principale della fiera, tra cui i nostri primi due espositori australiani, D’Lan Contemporary e Margot McKinney, mentre un’altra nuova galleria, Voyageurs et Curieux, porta un’arte più storica dell’area oceanica, che si inserisce in un dialogo in fiera tra oggetti di tutte le Regioni e di tutti i periodi. Abbiamo anche il nostro primo espositore dalla Cina continentale, Feng J, che è presente nella sezione Showcase per i talenti emergenti, insieme ad Amanita da Firenze e New York. La main section ospita invece nomi importanti nel mondo del moderno e contemporaneo e del design come la Galerie Lelong & Co, Mariane Ibrahim, Marianne Boesky e Lebreton che si uniscono alla fiera per la prima volta. Dall’Italia, inoltre, la Galleria Osart partecipa con i capolavori della famosa Collezione Panza. A ciò si aggiunge, in particolare per questo 2025, il duro lavoro del nostro team che si occupa di intessere relazioni e che ogni anno si adopera per raggiungere e accogliere delegazioni dall’America Latina, dalla Cina e dal Giappone. Oltre alle presentazioni di questi nuovi espositori, alcuni stand interessanti, che potrebbero caratterizzare l’edizione corrente, sono quelli che celebrano il centesimo anniversario dell’esposizione Art Déco del 1925 (Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes), con allestimenti particolarmente emozionanti, si pensi, ad esempio, a quello della Galerie Marcilhac. La Page Gallery propone antichità reali risalenti addirittura al X secolo coreane, insieme all’arte moderna e contemporanea del Paese. Senza dubbio ci sono però molti altri fantastici stand e capolavori in mostra.

Spilla di oro bianco e diamanti, anni ’60, proposta da Buccellati

Molto rilevanti sono le attività della Fondazione.
Siamo The European Fine Art Foundation e non «Fair» e proprio in qualità di fondazione festeggiamo anche il finanziamento di oltre un milione di euro a favore di istituzioni e iniziative culturali attraverso il nostro Tefaf Museum Restoration Fund e il nostro sostegno a enti di beneficenza come Cultural Emergency Response e Memorial Sloan Kettering. Di recente abbiamo ampliato queste attività fondamentali sia con l’introduzione del Corso per Curatori, immergendo la prossima generazione di questi operatori museali nella comunità Tefaf, sia con il Tefaf Summit che esplora questioni vitali per il mondo dell’arte e dei musei. Quest’anno il tema sarà «Reimagining Philanthropy» sull’utilizzo di nuovi modelli per la fruizione dei finanziamenti pubblici e privati per le arti.

Una delle caratteristiche distintive di Tefaf è la coesistenza di antichi maestri con autori contemporanei. Secondo lei, in che modo questo approccio risponde alle sfide del mercato odierno? Qual è la vostra strategia per garantire che la fiera rimanga rilevante pur lavorando con una visione sempre innovativa?
Credo che questo sia uno degli aspetti migliori della fiera: pone delle sfide. Crediamo però che questa combinazione sia essenziale per la prossima generazione di collezionisti. Dobbiamo essere in grado di espandere questo aspetto oltre alla nostra progettualità. Ciò include iniziative come il nostro Emerging Collectors Program, che comprende un’innovativa pianta digitale di lavori al di sotto dei 20mila euro.

Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Mezzogiorno in Piazza San Marco», 1961, proposto da Matteo Salamon

Qual è il collezionista «tipo» di Tefaf Maastricht? Da dove proviene la maggior parte dei visitatori? Negli ultimi anni ha notato un cambiamento negli interessi dei collezionisti, nelle fasce d’età o nelle nazionalità?
Sebbene siamo noti negli ambienti museali per i nostri forti legami con centinaia di direttori e curatori di musei (l’anno scorso hanno partecipato più di 600 professionisti), siamo anche felici di accogliere gruppi di mecenati e fiduciari che gravitano attorno alle istituzioni, ampliando al contempo il nostro raggio d’azione con arredatori, decoratori, consulenti d’arte e, naturalmente, con soggetti che hanno il maggior potere d’acquisto: i collezionisti privati. Siamo molto radicati in Europa, ma anche e soprattutto negli Stati Uniti: come già detto, il 20% dei nostri RSVP finora proviene dagli Usa. Inoltre, siamo pienamente consapevoli e coinvolti nell’incoraggiare la prossima generazione di collezionisti, attraverso il già citato Corso per Curatori, ma anche e soprattutto al nostro Emerging Collectors Program, al quale partecipano 100 espositori. Il programma si concentra sulle opere di prezzo più basso attraverso un piano interattivo ed eventi educativi, abbattendo le barriere che impediscono ai nuovi collezionisti di imparare dai dealer, in quanto massimi esperti nei loro campi, e idealmente di acquistare.

Qual è il rapporto tra Tefaf e la città di Maastricht, in particolare con la sua scena artistica e le istituzioni culturali locali?
Abbiamo uno stretto rapporto con i nostri partner di lunga data nella città e nella provincia, e riteniamo che negli ultimi due anni questo rapporto si sia notevolmente ampliato sia dal punto di vista culturale che operativo. Durante la settimana della fiera, avremo molti altri eventi in vari punti di Maastricht, tra cui mostre, una serata di jazz internazionale nei pub del centro città, Heritage Unlocked, Emerging Artists e molto altro. Collaboriamo con loro durante tutto l’anno per migliorare e sviluppare le opzioni di viaggio e di ospitalità, si pensi al nuovo Three Country Train tra Maastricht, Liegi e Aquisgrana, e ai nuovi hotel e ristoranti in città. 

Qual è la sua visione per il futuro di Tefaf Maastricht e per Tefaf in generale?
Continuare il nostro lavoro degli ultimi quasi quarant’anni e non avere mai paura di provare a migliorare costantemente la nostra fondazione e le nostre fiere.

Michael Sweerts, «Ritratto dell’artista che presenta la Vergine in preghiera» proposto dalla galleria Salomon Lilian

Silvia Conta, 13 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

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