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Enrico Tantucci
Leggi i suoi articoliPietrangelo Buttafuoco è il nuovo presidente della Fondazione La Biennale di Venezia. È arrivata ieri, sia pure in modo un po’ convulso e contorto, da un lancio di agenzia e non da un comunicato del Ministero della Cultura (MiC), la notizia della designazione ufficiale da parte del ministro Gennaro Sangiuliano del sessantenne giornalista, scrittore e autore teatrale catanese, vicino al centrodestra. Dal prossimo marzo prenderà il posto dell’attuale presidente Roberto Cicutto, che non verrà riconfermato nonostante gli ottimi risultati raggiunti alla guida dell’istituzione, in forte crescita sotto il profilo del prestigio internazionale e anche sotto quello economico.
La proposta di nomina è stata inviata a Camera e Senato e ora le commissioni Cultura dei due rami del Parlamento dovranno esprimere il proprio parere entro il 14 novembre. Della nomina di Buttafuoco si sapeva ormai da mesi, ma è parsa intempestiva sotto il profilo istituzionale: la fondazione guidata da Cicutto è fortemente impegnata ancora con le sue manifestazioni, con la Biennale Musica in corso e quella di Architettura che si concluderà solo il prossimo 26 novembre. Una circostanza che ha spinto il Ministero a diramare poi un comunicato in cui precisa che «l’attuale presidente resterà in carica fino al termine del mandato, marzo 2024, al fine di garantire la necessaria continuità istituzionale e un graduale e ordinato passaggio di consegne».
Sul significato politico della sostituzione di Cicutto, nominato dall’allora ministro della Cultura Dario Franceschini, sono rivelatrici le dichiarazioni del vicecapogruppo vicario dei senatori di Fratelli d’Italia, il veneziano Raffaele Speranzon: «È stato infranto un altro tetto di cristallo. Spesso la Biennale è stata considerata dalla sinistra un feudo in cui collocare amici e accoliti. Buttafuoco finalmente afferma un cambio di passo che il governo Meloni vuole imprimere in ogni sede culturale e sociale della nazione: solo personalità scelte per lo spessore, la competenza e l’autorevolezza».
Ringrazia il ministro per la nomina di Buttafuoco anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, membro del Consiglio di amministrazione, che però esprime anche «un profondo ringraziamento al presidente uscente Roberto Cicutto per l’ottimo lavoro svolto che ha reso la Biennale una macchina imbattibile nell’anticipare tutte le novità e innovazioni nel campo cultuale e internazionale».
Buttafuoco è sicuramente personaggio di valore, ma si annuncia come un presidente «scomodo» e anticonformista. Da qualche anno ad esempio si è convertito alla religione musulmana e nel 2017 «sparò» ironicamente sulla Biennale Arte, curata da Christine Maciel con il titolo «Viva Arte Viva», invitando a «procurare ai cosiddetti artisti un qualunque lavoro». Buttafuoco è digiuno di precedenti esperienze manageriali. È stato redattore de «Il Secolo d’Italia», il quotidiano dell’allora Movimento Sociale-Destra Nazionale, collaborando poi tra l’altro con «Il Giornale», «il Foglio», «Panorama», «la Repubblica». È stato anche direttore del Teatro Stabile di Catania oltre che autore di numerosi romanzi e saggi (tra i più recenti, «Beato lui. Panegirico dell'arcitaliano Silvio Berlusconi», pubblicato lo scorso giugno da Longanesi, e «Salvini e/o Mussolini», edito da PaperFirst nel 2020, oltre a diversi lavori per La nave di Teseo sulla «sua» Sicilia).
Per lui si sarebbe «spesa» anche una voce autorevole dell’opposizione come il magistrato ed ex presidente della Camera Luciano Violante, oggi presidente della Fondazione Leonardo Civiltà delle Meccaniche con cui collabora anche Buttafuoco. I due, amici da tempo, hanno curato insieme il libro «Pedagogia e politica«. Costruire comunità pensanti (Pensa Multimedia, 2021, con Emiliana Mannese). Violante, vicino al Pd, è molto ascoltato anche nel mondo della destra, tanto che la stessa Giorgia Meloni lo ha voluto di recente alla presidenza del Comitato per gli anniversari nazionali, la valorizzazione dei luoghi della memoria e gli eventi sportivi di interesse nazionale e internazionale.
L’attuale Consiglio della Biennale farà comunque in tempo prima del suo arrivo ad approvare il bilancio consuntivo 2023, che chiuderà comunque in consistente attivo. Gli attuali direttori di settore se già nominati resteranno in carica comunque anche nel 2024, tranne quello di Architettura la cui nomina spetterà eventualmente a Buttafuoco e al nuovo Cda che si insedierà insieme a lui, ma in cui resteranno sicuramente il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e il presidente della Regione Luca Zaia, membri di diritto. Già designato il prossimo direttore della 60ma edizione della Mostra Internazionale di Arti Visive, il curatore brasiliano Adriano Pedrosa, che allestirà «Stranieri ovunque-Foreigners Everywhere», dal 20 aprile al 24 novembre 2024.
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