Elisa Carollo
Leggi i suoi articoliNella Grande Mela arrivano le fantasmagorie dell’artista svizzera Pipilotti Rist grazie a due importanti mostre che recano lo stesso titolo: «Prickling Goosebumps & a Humming Horizon», dal 9 novembre al 13 gennaio 2024 da Hauser & Wirth (sulla 22ma Strada) e da Luhring Augustine (sulla 24ma), dal 18 novembre al 3 febbraio 2024.
Pipilotti Rist ha fatto irruzione nel mondo dell’arte alla fine degli anni Ottanta con l’iconica opera video «I’m Not The Girl Who Misses Much», nella quale si aggirava danzando per la città infrangendo allegramente i vetri di varie macchine e rivendicando con quel gesto ribelle la propria femminilità non necessariamente da gentil sesso. Da allora, il suo pionieristico lavoro creativo si è sviluppato di pari passo con i progressi della tecnologia, in un’esplorazione giocosa e spesso irriverente dei linguaggi dei mass media e di come questi influenzino l’immaginazione collettiva, focalizzandosi sulle narrative riguardanti i rapporti di genere, sessualità e consumismo.
Le due mostre che si svolgono in parallelo a New York fanno seguito a una serie di ampie personali a lei dedicate negli ultimi anni in vari musei internazionali, a partire dal Museum of Contemporary Art Australia (2017), il Louisiana Museum (2019) per poi passare al The Geffen Contemporary at MoCA a Los Angeles, al National Museum of Contemporary Art di Kyoto (2021) e l’anno scorso al Tai Kwun di Hong Kong (2022). A questi si aggiungono innumerevoli collettive e soprattutto installazioni site specific in tutto il mondo, che dimostrano come il caleidoscopico mondo multimediale e multisensoriale dell’artista risponda all’esigenza di molte istituzioni di coinvolgere attivamente il proprio pubblico.
Nonostante l’ipermedialità, la sua ricerca pare, infatti, sempre reclamare un approccio più emozionale all’arte. Le sue installazioni riescono a incontrare un bisogno comune, sempre più sentito oggi, di spazi di invenzione poetica, scoperta costante e sorpresa, «attivabili» grazie a uno sforzo condiviso da mente, sensi e corpo.
Nel denso paesaggio psicologico dell’autrice esperienze interiori e collettive, digitali e profondamente fisiche si sovrappongono, creando una narrazione coinvolgente a cui lo spettatore può prendere parte e con cui può anche interagire, contribuendo al suo significato. In questo modo Pipilotti Rist riesce a creare uno spazio di scambio e immaginazione collettiva che rende lontane le sue opere dalle cosiddette «mostre immersive» tanto in voga.
Le mostre in apertura a New York hanno un assetto simile: ipnotiche installazioni multisensoriali e affascinanti acrobazie scultoree e luminose abitano lo spazio, accompagnando il pubblico in una nuova realtà dove le regole dell’immaginazione sono predominanti. Rist esplora l’interno e l’esterno, spazi fisici e psicologici, immaginando l’ambiente di Luhring Augustine come un ampio cortile da condividere. Hauser & Wirth si trasforma invece in uno stravagante «salotto collettivo», con nuove opere video e scultoree.
Giocando fra allucinazione, protocinema e psichedelismo, le opere dell’artista sembrano fluttuare fra nostalgia dell’innocenza e fantasia libera dell’infanzia, celebrazione di stati alterati e rivelazione, «luoghi» dove possiamo ancora incontrare, esperire ma anche condividere con gli altri profonde verità del nostro essere.
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