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Il mosaico con scena erotica era in Germania dalla seconda guerra mondiale. È stato rimpatriato dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale e affidato al Parco Archeologico di Pompei

Courtesy Parco Archeologico di Pompei

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Il mosaico con scena erotica era in Germania dalla seconda guerra mondiale. È stato rimpatriato dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale e affidato al Parco Archeologico di Pompei

Courtesy Parco Archeologico di Pompei

Pompei ritrova gli amanti trafugati da un capitano della Wehrmacht

Gli eredi dell’ultimo proprietario hanno restituito il pannello a mosaico al Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale. Rimpatriato nel 2023, il reperto è ora stato ufficialmente consegnato al Parco Archeologico di Pompei

Il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale ha restituito al Parco Acheologico di Pompei un mosaico raffigurante una coppia di amanti, rimpatriato dalla Germania dove si trovava dalla Seconda guerra mondiale. Il reperto trafugato era stato donato a un cittadino tedesco da un Capitano della Wehrmacht, addetto alla catena dei rifornimenti militari in Italia ed è rientrato nel nostro Paese a settembre 2023 con una spedizione diplomatica predisposta dal Consolato Generale d’Italia a Stoccarda. Il Ministero della Cultura ha assegnato il reperto al Parco Archeologico di Pompei, dove ieri, 15 luglio, si è tenuta la cerimonia ufficiale di consegna.

Il pannello a mosaico su lastra di travertino con scena erotica  (databile tra la metà dell’ultimo secolo a.C. e il I secolo d.C.) potrebbe aver decorato la pavimentazione di una camera da letto di una domus o villa. Grazie alla collaborazione dell’Ufficio Tutela Beni Archeologici del Parco Archeologico di Pompei è stato possibile ricondurre il reperto al territorio vesuviano, seppure in modo ipotetico data l’assenza di dati certi sull’originario contesto di rinvenimento. In attesa di poter compiere ulteriori analisi e studi, il mosaico sarà temporaneamente esposto al pubblico nell’Antiquarium di Pompei.

«Ogni reperto depredato che rientra è una ferita che si chiude, per cui esprimiamo la nostra gratitudine al Nucleo Tutela per il lavoro svolto,  ha detto il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. La ferita non consiste tanto nel valore materiale dell’opera, quanto nel suo valore storico; valore che viene fortemente compromesso dal traffico illecito di antichità. Non conosciamo l’esatta provenienza del reperto e probabilmente non la conosceremo mai; faremo ulteriori studi e analisi archeometriche per accertarne l’autenticità, per ricostruire la sua storia fin dove possibile. Lo studio, la conoscenza e la fruizione pubblica del patrimonio sono i fiori di loto che crescono sul fango dei trafugamenti mossi dalla brama del possesso e dell’egoismo di chi sottrae reperti archeologici alla comunità».

Gli eredi dell’ultimo possessore erano riusciti a mettersi in contatto con i Carabinieri del Nucleo Tpc di Roma, chiedendo indicazioni sulle modalità di restituzione del mosaico allo Stato Italiano. «La riconsegna odierna, ha sottolineato il comandante dei Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, generale di Divisione Francesco Gargaro, conferma ancora una volta il grande impegno che il Comando profonde nella riacquisizione del patrimonio culturale nazionale impropriamente presente all’estero. Questo lavoro viene quotidianamente svolto grazie a una fitta rete di relazioni internazionali, consolidate negli anni, che ci consentono di poter operare con precisione e rapidità».

 

Redazione, 16 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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