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Ileana Sonnabend

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Ileana Sonnabend

Premio Diana Bracco - Imprenditrici ad arte Seconda edizione

La rubrica di approfondimento dedicata al premio promosso dalla Fondazione Diana Bracco, che celebra la figura dell’imprenditrice in ambito artistico

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Elena Correggia

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Istituito in linea con l’impegno della Fondazione Bracco nella promozione del merito e delle competenze femminili in collaborazione con la Fondazione Roberto De Silva e Diana Bracco, il Premio Diana Bracco – Imprenditrici ad arte celebrerà la sua seconda edizione alla prossima Artissima. Anche quest'anno sarà accompagnato da una rubrica di approfondimento e riflessione sulla figura dell’imprenditrice nel mondo dell’arte. Sei gli appuntamenti previsti, a partire da un’introduzione sulla nascita della figura della gallerista nel corso del secondo Novecento. A seguire, le interviste con le tre giurate: Chiara Parisi (direttrice del Centre Pompidou, Metz), Giovanna Forlanelli (presidente della Fondazione Luigi Rovati, Milano), Isabella Bortolozzi (fondatrice di Galerie Isabella Bortolozzi, Berlino), oltre alla vincitrice del premio 2024 e, infine, alla promotrice Diana Bracco.

Senza un committente, gran parte dell’arte, a partire da quella che ammiriamo nei musei, non avrebbe potuto esistere. Si tratta di un legame necessario che grazie a sovrani, aristocratici e Chiesa prima, e a grandi mecenati alto borghesi poi, ha permesso alla creatività di crescere, fiorire e prosperare nei secoli. Se è vero che alcune forme di commercio d’arte presero avvio già sul finire del ‘600, ma spesso in capo a soggetti che incarnavano contemporaneamente la figura di collezionista e talvolta di finanziatore, il rapporto fra arte e mercato ha assunto una svolta sul far del XX secolo, quando il desiderio di acquistare e collezionare ha superato le barriere più esclusive di casato e nobiltà per contagiare anche una nuova classe borghese. È da allora che la galleria, modernamente intesa, ha cominciato ad assumere un ruolo sempre più centrale nel sistema dell’arte, specie nella valorizzazione e nella diffusione dei linguaggi contemporanei. La creatività va sostenuta, guidata, promossa: così il gallerista si pone in dialogo con l’artista, in un rapporto che spesso supera i confini professionali, sancendo amicizie di lungo corso e frequentazioni in cui vita privata e lavoro si mescolano senza soluzione di continuità. Una professione totalizzante quella del gallerista, la cui molla non può che essere la passione. Fu così per Peggy Guggenheim, facoltosa ereditiera e collezionista che aprì la sua prima galleria a Londra e poi uno spazio a New York, Art of this century, favorendo la conoscenza dell’Arte astratta e del Surrealismo e sostenendo con lungimiranza i grandi e allora emergenti artisti americani, come Pollock, Rothko e Clyfford Still.

Peggy Guggenheim

«Portrait of Berthe Weill» (1933) di Georges Kars © Maxime Champion: Delorme & Collin du Bocage

Uno spirito pionieristico condiviso con altre donne, all’epoca veramente poche, emancipate e all’avanguardia. Primo alfiere in gonnella dell’arte moderna fu all’inizio del secolo Berthe Weill, che senza avere origini altolocate imparò il mestiere in un negozio di antiquario. Nel 1901 aprì la sua prima galleria, diventando presto una figura chiave per lo sviluppo del mercato di artisti del calibro di Braque, Derain, Modigliani, e affermandosi come la prima dealer di Picasso. Il fiuto per il talento e una visione internazionale della propria attività hanno contraddistinto anche l’attività di Ileana Sonnabend, che fra gli Stati Uniti e l’Europa seppe lanciare alcuni dei più importanti movimenti del secondo Novecento, dalla Pop art di Andy Warhol all’Arte povera italiana. Intuizione, intraprendenza, caparbietà, empatia: tutte doti che hanno contraddistinto queste antesignane. Ma la società evolve e si trasforma e nel tempo è cresciuto il numero delle donne galleriste che nel corso degli ultimi decenni hanno saputo conquistare, pur dovendo superare mille difficoltà e stereotipi, un ruolo di spicco in questo campo che unisce l’imprenditorialità al Bello. Le sfide però non sono finite, anche perché il mestiere stesso del gallerista sta mutando, condizionato nel bene e nel male dalla globalizzazione, dalla tecnologia che annulla le distanze, dall’affermazione di mega-gallerie multinazionali dell’arte. Uno scenario che richiede a chi fa questa professione di ripensarsi, imparando ad allestire anche mostre virtuali e piattaforme online e indagando nuovi canali di comunicazione per raggiungere un pubblico sempre più vasto. Sta cambiando il concetto stesso di galleria: non più e non solo spazio fisico, luogo dove esporre opere d’arte, ma punto di incontro per favorire il confronto, la circolazione delle idee, il dibattito culturale, la sensibilizzazione e provocazione di una comunità, l’impegno civile. Accanto al rischio imprenditoriale connaturato a un’attività di natura commerciale e alle complessità che ne conseguono, fare il gallerista oggi significa anche sviluppare un’abilità specifica nel captare gli umori e la sensibilità in divenire di una società multiforme e sfaccettata, individuare le modalità più propizie per dialogare anche con nuove generazioni di collezionisti, senza perdere però il gusto per la sperimentazione e la diffusione di cultura prima ancora che di «oggetti da collezione». Un compito arduo, ma appassionante, che l’imprenditrice e filantropa Diana Bracco, in continuità con l’impegno di Fondazione Bracco per la promozione del merito e delle competenze delle donne, ha deciso di supportare attraverso l’istituzione del Premio Diana Bracco – Imprenditrici ad arte. L’iniziativa, nata nel 2023 dalla collaborazione tra la Fondazione Bracco, Artissima e la Fondazione Roberto De Silva e Diana Bracco di Milano, intende valorizzare la figura della gallerista e le storie imprenditoriali che stanno dietro alla capacità di coniugare la crescita commerciale nel mercato dell’arte con un solido progetto culturale declinato al sostegno dei giovani artisti. Il riconoscimento sarà assegnato a una gallerista donna emergente, italiana o straniera, la cui galleria abbia almeno una sede in Italia e la cui storia imprenditoriale manifesti una significativa attenzione nella direzione della ricerca e della qualità artistica. La vincitrice riceverà un premio in denaro di 10mila euro finalizzato all’ulteriore crescita della propria attività nel campo dell’arte contemporanea. La prima edizione del premio, nel 2023, è stata vinta da Carla Chiarchiaro, fondatrice della galleria ADA di Roma. A decretare la vincitrice della seconda edizione del Premio Diana Bracco – Imprenditrici ad arte sarà una giuria composta da: Isabella Bortolozzi fondatrice della Galerie Isabella Bortolozzi di Berlino, Giovanna Forlanelli, presidente della Fondazione Luigi Rovati e Chiara Parisi, direttrice del Centre Pompidou di Metz.

La premiazione avverrà nel corso della trentunesima edizione di Artissima, che si svolge a Torino
da venerdì 1 a domenica 3 novembre 2024.

 

 

 

Elena Correggia, 07 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

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