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Il conflitto in Ucraina, lo tsunami delle Borse e la crisi energetica fanno paura al mercato dell’arte. Il primo segnale di un diffuso nervosismo si è avuto il 23 febbraio, poche ore prima che Vladimir Putin sferrasse l’attacco a Kiev. Senza alcun preavviso, Sotheby’s ha deciso di sospendere l’asta dei Cryptopunk prevista a New York ma questo non ha impedito che gli Nft subissero il primo clamoroso flop della loro breve storia fatta di speculazioni e di risultati fuori da ogni logica.
In pochi istanti è stato annullato l’evento che doveva essere anticipato da una mondana tavola rotonda con musicisti e personaggi dello spettacolo come Jay-Z e Jason Derulo. Contestualmente, sul sito di Sotheby’s, è sparito ogni riferimento all’asta «Punk It!», cancellata anche dalla piattaforma Decentraland. Insomma, una rimozione come solo il web è in grado di fare.
Eppure i 104 Cryptopunk sembravano una prelibatezza per i criptocollezionisti, tanto da meritare un incanto tutto per loro con una stima di 20-30 milioni di dollari. Potrebbe apparire una cifra folle ma chi conosce le performance dei pupazzetti creati da Larva Labs, la società del duo americano John Watkinson e Matt Hall, sa bene che non è così.
Lo scorso giugno, sempre da Sotheby’s a New York, un solo Cryptopunk è stato venduto a Shalom Meckenzie, il maggiore azionista della società di scommesse sportive DraftKings, per 11,8 milioni di dollari. Figuriamoci che cosa sarebbe potuto accadere con una collezione unica di 104 esemplari.
Invece, a poche ore dall’incanto, il proprietario che si nasconde dietro la sigla «0x650d» ha deciso di arrendersi chiedendo a Sotheby’s di sospendere l’asta, dal momento che nessun compratore sarebbe stato disposto a superare i 14 milioni di dollari (ma chissà se è vero...), circa la metà delle stime più alte.
Il pagamento si poteva effettuare in criptovalute ma, a quanto pare, le riserve cominciano a scarseggiare tenendo conto che i bitcoin, da novembre a oggi, hanno perso oltre il 50%. Lo scivolone dei Cryptopunk, creati nel 2017 come omaggio per chi apriva un conto in ethereum, potrebbe non essere drammatico ma sicuramente è un segnale d’allarme per il mondo bulimico degli Nft che ha vissuto un periodo di folle ubriacatura.
Detto ciò, lo stop si profila all’inizio di una stagione che prende le mosse in una fase di estrema difficoltà e già nei prossimi giorni ci saranno i primi test che non concedono errori. Da Sotheby’s va in scena la più importante versione di «L’Empire des Lumières», il dipinto più famoso di René Magritte valutato 60 milioni di dollari. Da Christie’s invece i portafogli sono puntati su un trittico di Francis Bacon da 35-55 milioni di dollari e su un capolavoro di Franz Marc da cui sono attesi almeno altri 35.
«104 CryptoPunks» di Larva Labs (particolare). © Sotheby’s
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