Redazione
Leggi i suoi articoliBen prima che venisse coniato il termine «hallyu», l’onda coreana aveva lambito il Massachusetts e il Peabody Essex Museum (Pem) di Salem, a una ventina di chilometri da Boston: il più antico museo statunitense ancora in attività (la sua fondazione data al 1799) è infatti stata la prima istituzione americana a collezionare arte della Corea. Il 17 maggio il Pem darà finalmente una collocazione stabile alle opere del Paese asiatico inaugurando la Yu Kil-Chun Gallery of Korean Art and Culture, grazie al sostegno della Korea Foundation e di altri finanziatori, tra cui il Museo Nazionale della Corea, che sponsorizza anche la posizione di curatore di arte coreana del Pem. «Sarà una collezione permanente che onora i legami del Pem con la Corea e sarà l'unica galleria nel paese incentrata sull’arte coreana dei primi anni dell’800 e ’900», ha dichiarato Lynda Roscoe Hartigan, direttrice esecutiva e amministratrice delegata del Pem.
La galleria è intitolata a Yu Kil-Chun (1856-1914), membro della prima delegazione diplomatica coreana negli Stati Uniti nel 1883 e primo studioso coreano internazionale in America. Il soggiorno di Yu Kil-Chun nella zona di Salem dal 1883 al 1884 fu cruciale per la crescita della collezione di arte e cultura coreana del Pem e consolidò una duratura amicizia con Edward Sylvester Morse, direttore della Peabody Academy of Science, istituzione da cui sarebbe nato il museo. In quasi quarant’anni di mandato Morse perseguì l’obiettivo di portare la cultura coreana negli Stati Uniti. Oltre ai doni dei diplomatici, nel 1883 Morse importò più di 200 oggetti dalla Corea, ponendo le basi della collezione. Uno dei nuclei più importanti di opere acquisite da Morse è un insieme di dieci strumenti musicali esposti alla Fiera mondiale di Chicago del 1893.
Prima di lasciare gli Stati Uniti per tornare in Corea, Yu donò al museo i suoi effetti personali. Qualche anno dopo Charles Goddard Weld aiutò il museo ad acquistare opere coreane da Gustavus Goward, un diplomatico che aveva prestato servizio in Corea e in altre parti della regione del Pacifico. All’inizio del ’900, poi, il Pem acquisì un centinaio di pezzi da aggiungere alla sua già significativa collezione, incentrata in gran parte su opere tessili, di vimini e di cartapesta.
La collezione ha continuato a crescere e a diversificarsi grazie a importanti acquisizioni, tra cui raffinati oggetti in lacca intarsiati con madreperla della metà del periodo Joseon (1392-1910), un dipinto del Rituale del nettare del 1744 (un notevole esempio di pittura religiosa della tarda dinastia Joseon), un paravento pieghevole dell’Ottocento raffigurante un banchetto della Regina Madre d’Occidente e la recente acquisizione di quattro lavori di Nam June Paik, tra cui l’opera multimediale «Ceramic Vessel» (2001) e «Mirror» (1998).
La Yu Kil-Chun Gallery of Korean Art and Culture del Pem presenterà un centinaio di opere, tra cui importanti esempi della collezione di tessuti coreani del museo, dipinti dell’800 e il paravento dipinto «Banchetto di benvenuto del governatore di Pyeongan», raffigurante otto momenti di sontuose celebrazioni ufficiali. L’insieme di dipinti, realizzato in origine come un paravento pieghevole, è arrivato nel museo con gli otto pannelli separati ed è stato da poco restaurato. «La collezione di arte e cultura coreana del Pem è ricca di storie avvincenti sulle prime interazioni della Corea con l'Occidente, raccontate da varie voci, dagli stessi artisti ai collezionisti e ai consulenti, spiega Jiyeon Kim, curatrice di arte coreana del Pem. I visitatori avranno la rara opportunità di vedere come vivevano i coreani nel XIX e all'inizio del XX secolo e di capire come la loro esperienza di vita aiuti a raccontare una storia più ampia di scambi globali, cambiamenti culturali, resilienza ed espressione personale».
L’installazione comprenderà anche un’opera multimediale recentemente commissionata a Yang Sookyun (nato nel 1982) e altre opere contemporanee di artisti coreani e coreano-americani.
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Un foto gramma del video «Bewitched» (2001-in corso) di Jung Yeondoo. Cortesia dell’artista. © Jung Yeondoo. Cortesia di Jung Yeondoo Studio
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