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Installation view della mostra «John Giorno: a Labour of Love»

Foto Gianluca Di Ioia. © Triennale Milano

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Installation view della mostra «John Giorno: a Labour of Love»

Foto Gianluca Di Ioia. © Triennale Milano

Quel che resta di Giorno

L’allestimento in Triennale Milano ripercorre la carriera del poeta e performer americano grazie agli svariati documenti del suo ricco archivio, sotto il segno dell’interdisciplinarità

Fino al 13 aprile Triennale Milano presenta la mostra «John Giorno: a Labour of Love», a cura di Nicola Ricciardi, con Eleonora Molignani e il supporto della compagnia di produzione non profit Giorno Poetry Systems. La mostra esplora le molteplici forme di amicizia, i dialoghi e le collaborazioni interdisciplinari dell’artista performativo americano John Giorno (1936-2019) che emergono dai materiali provenienti dal suo ricco archivio.

Con la sua imponente presenza scenica di poeta e performer, Giorno ha attraversato sessant’anni di storia e di cultura statunitense (dalla Beat Generation all’attivismo per l’Aids, passando per la Factory di Andy Warhol e gli Experiments in Art and Technology di Robert Rauschenberg), lasciando ogni volta il segno ed elevando la parola parlata a forma d’arte. Ispirata da «Among friends», il tema curatoriale della prossima edizione di miart, la 29ma (4-6 aprile), la mostra alla Triennale raccoglie una selezione di circa 100 documenti resi accessibili da Giorno Poetry Systems, l’organizzazione fondata dal Giorno nel 1965 per sostenere artisti, poeti e musicisti, e che oggi sovrintende anche all’eredità dell’artista e ai suoi vasti archivi.

Questi recano le tracce delle innumerevoli amicizie e delle collaborazioni di Giorno con alcune delle figure più significative dell’arte, della letteratura e della musica del Novecento: da William S. Burroughs a John Cage, da Allen Ginsberg a Keith Haring, da Allan Kaprow a Jasper Johns, da Patti Smith a Michael Stipe, oltre ai già citati Rauschenberg e Warhol, e solo per citarne alcuni. All’interno di Cuore-Centro studi, archivi, ricerca di Triennale Milano, si possono vedere prime edizioni dei suoi libri di poesia, Lp pubblicati dall’etichetta discografica Gps Records, oltre a documenti inediti relativi alla relazione tra Giorno, Rauschenberg e numerosi altri amici e colleghi.

E poi poster, corrispondenze private, contratti, filmati d’archivio e volantini originali relativi a eventi pubblici di poesia, all’Aids Treatment Project e ad altre avventure degli anni '60 e '70. Il progetto di allestimento è curato da Ex. (laboratorio di progettazione nato dai lavori di Andrea Cassi, Michele Versaci), che ha creato un allestimento leggero e reversibile pensato per coinvolgere sia gli appassionati d’arte sia i visitatori occasionali. La mostra è organizzata con il sostegno dei partner istituzionali Deloitte e Fondazione Deloitte, Lavazza Group e Salone del Mobile Milano.

Una lettura di John Giorno al Centre Pompidou. Parigi, 10 giugno 1983. Foto Françoise Janicot

Gaspare Melchiorri, 18 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

Quel che resta di Giorno | Gaspare Melchiorri

Quel che resta di Giorno | Gaspare Melchiorri