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Roberto Mercuzio
Leggi i suoi articoliA Trieste, dopo un anno di chiusura, è stata riallestita, e riaperta il 31 ottobre, la sezione del Museo del Mare dedicata alla storia della Compagnia del Lloyd. Il nuovo percorso espositivo allinea, con i dipinti e i modelli, le grafiche, le stampe, le fotografie d’epoca e vari cimeli, con lo scopo di illustrare la storia della Compagnia.
La sezione ha una sala video dove si possono vedere immagini e filmati; il pubblico, che ha a disposizione didascalie digitali, può interagire anche grazie a tablet. L’area didattica può ospitare incontri, conferenze, presentazioni o attività formative, ed è attrezzata con una «digital board» con approfondimenti.
Questo riallestimento è stato reso possibile da un finanziamento per la realizzazione del progetto «Digitalizzazione e innovazione della sezione Lloyd del Museo del Mare di Trieste», presentato nell’ambito del bando pubblicato dalla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia in attuazione del programma regionale Fesr «Obiettivo “Investimenti in favore dell’occupazione e della crescita”», cofinanziato dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr), grazie a cui è stato possibile introdurre nel nuovo allestimento nuove tecnologie.
Fondato nel 1833 come «Lloyd Austriaco» da un gruppo di uomini d’affari triestini come compagnia di assicurazioni, nel 1836 il Lloyd aprì una «seconda sezione» dedicata ai collegamenti marittimi a vapore. Le attività portarono fra il 1853 e il 1865 alla costruzione dell’Arsenale nella baia di Servola, un luogo da cui usciranno alcune delle navi più moderne del Mediterraneo. Gestiva servizi regolari da Trieste verso il Vicino Oriente, l’India, la Cina e l’Estremo Oriente, il Brasile, gli Stati Uniti e il Nord Europa. Fu una delle prime compagnie a utilizzare navi a vapore.
Con i danni provocati dalla Prima guerra mondiale, il Lloyd, diventato Triestino, riattivò alcuni collegamenti già nel 1919. La Compagnia fu poi data in gestione alla famiglia di armatori Cosulich, nel 1933 fu nazionalizzata e successivamente fatta rientrare nel gruppo Finmare. Negli anni Trenta gestiva oltre 80 navi con servizi di trasporto passeggeri per America, Mediterraneo, Asia e Australia.
Anche la Seconda guerra mondiale comportò danni pesantissimi per le infrastrutture e per la flotta, che tuttavia fu ricostruita rapidamente, in particolare ripristinando i collegamenti con l’Australia, fino agli anni ’60, quando gli aerei soppiantarono i transatlantici. Il Lloyd, come molte compagnie europee, diventò un’«antenna» locale di strutture più grandi.
La direttrice dei Musei Scientifici, Patrizia Fasolato, dice che «l’allestimento richiede la partecipazione del visitatore, invitato a utilizzare i tablet per entrare dentro le spiegazioni, ad aprire dei cassetti e delle teche poste lungo il percorso espositivo e introdursi nella storia in modo personalizzato, costruendosi il proprio percorso».
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