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«The Canvas» (1973), di Philip Guston (particolare). © Sotheby’s

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«The Canvas» (1973), di Philip Guston (particolare). © Sotheby’s

Richter sfida Basquiat a Londra

Nelle loro aste del 12 e 13 ottobre, Sotheby’s e Christie’s mettono in campo i big dell’arte del Novecento, accanto ai più promettenti astri della scena contemporanea

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Elena Correggia

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Nella settimana dell’Art week londinese di Frieze si apre ufficialmente l’autunno caldo delle aste, a cui seguirà a ruota la tornata di incanti parigini. Per primeggiare nella partita europea Sotheby’s e Christie’s mettono in campo i big dell’arte del Novecento, accanto ai più promettenti astri della scena contemporanea. Ecco una selezione fra opere top e qualche chicca meno scontata.

Sotheby’s, 12 ottobre
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Gerhard Richter, «Abstraktes Bild»
(stime 16-24 milioni di sterline)
Il lotto di punta dell’asta serale di arte contemporanea è affidato a uno dei pittori viventi più cari. Si tratta di una delle sue tele astratte, cromaticamente molto intense, datate 1986, un periodo in cui l’autore tedesco esprime la piena padronanza nella tecnica a spatola per dare vita a una pittura a strati, dalle caleidoscopiche giustapposizioni cromatiche, qui particolarmente brillanti. Il dipinto, di grande formato (200x160cm) proveniva in origine dalla galleria Sperone di New York. Le aspettative della casa d’aste sono alte, se si pensa che l’opera era già passata di mano nel febbraio del 2003, sempre da Sotheby’s, per meno di 700mila sterline. Vero è che i valori di Richter sono cresciuti nel tempo ma, riuscirà in questa ambiziosa moltiplicazione di stime?
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Philip Guston, «The canvas» (stime 2-3 milioni di sterline)

Al centro di un’importante retrospettiva itinerante, ora allestita alla Tate di Londra che celebra i suoi 50 anni di carriera, Guston è proposto con un dipinto del 1973 esemplificativo del suo stile di quel periodo e ampiamente pubblicato. Il ritorno alla figurazione avviene per sottrazione e secondo una visione quasi surrealista, dominata da un grande occhio inquisitore, forse quello dell’artista, che emerge da un piano inclinato rosa confetto, una cromia ricorrente nei lavori del pittore canadese.
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Robert Ryman, «Gate» (stime 2,8-3,5 milioni di sterline)

Nel solco delle avanguardie dell’astrattismo del Novecento, diversamente espresse da Kazimir Malevic e Piet Mondrian, Ryman trova la sua strada più congeniale nel cimentarsi con il dipingere il «bianco sul bianco». Una pratica pittorica radicale, che trova testimonianza in quest’opera del 1995, un mare luminoso e corposo, in cui l’artista sembra studiare le proprietà fisiche del mezzo: la sua matericità, densità, la variabilità cromatica e di peso ottenuti attraverso gli strati di colore e la loro interazione sulla tela. La superficie del dipinto è indagata e lavorata allo scopo di esaltarne la dinamicità mutevole e continua.
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Lynette Yiadom Boakye, «Six birds in the bush» (stime 1,2-1,8 milioni di sterline)

Esposto di recente nella prima personale dedicata all’artista-poetessa di origini ghanesi alla Tate Britain, il dipinto esemplifica il suo personale approccio al genere della ritrattistica. Carisma e mistero aleggiano sul viso dei personaggi che raffigura (mai reali, sempre inventati), come rivela il giovane in quest’opera. Volti collocati in una dimensione fluttuante, senza spazio e senza tempo, ma tratteggiati con un’espressività che tocca lo sguardo dello spettatore. Un’opera con cui l’artista potrebbe bissare il record raggiunto da Christie’s nell’ottobre dell’anno scorso con Highpower, del 2008, per poco meno di 1,5 milioni di sterline.
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William Monk, «Three Clouds Rising» (stime 80-120mila sterline)
Per il debutto dell’artista nelle aste serali londinesi è proposto un lavoro che ben esprime l’ intereresse a coniugare paesaggio e pittura astratta, secondo una personale abilità ad armonizzare i due linguaggi. Le nuvole del titolo - anelli bianchi, arancio e grigi - appaiono quali oggetti ricorrenti nelle sue opere, evocando improbabili forme naturali dai colori fantastici. Un paesaggio psicologico più che fisico per un artista con una poetica singolare, inconsueta, da tenere d’occhio.

Christie’s, 13 ottobre
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Jean-Michel Basquiat, «Future sciences versus the man» (stime 9-12 milioni di sterline)

Un lavoro dalla forza dirompente, che appartiene a un anno decisivo per la produzione di Basquiat, il 1982 e proviene in origine da un «re» dei galleristi come Larry Gagosian. Ci sono tutti gli ingredienti per il successo di una tela che si inserisce fra i dipinti «storici» dell’artista. La riflessione sui miti, le conquiste e anche i fallimenti del progresso scientifico costituisce in realtà un’occasione per rendere omaggio al potere visionario dell’arte e ai suoi alfieri. L’opera per oltre trent’anni è appartenuta a Hannelore B. Schulhof, la cui raccolta di capolavori dell’arte del dopoguerra è ora custodita alla Peggy Guggenheim collection.
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Paula Rego, «Dancing Ostriches from Walt Disney’s “Fantasia”» (stime 2,2-3,2 milioni di sterline)

Niente di più lontano dalla flessuosa leggiadria delle danzatrici, le carnali ballerine di Paula Rego si muovono contro gli stereotipi dando vita a un’opera teatrale, dalla drammatica espressività. Composto da due pannelli di grandi dimensioni e realizzato nel 1995 con la tecnica del pastello, questo lavoro appartenuto alla Saatchi collection traduce efficacemente le ispirazioni che hanno guidato l’artista portoghese: il mondo delle favole, il regno del fantastico, la figura della donna fra aspirazioni, contraddizioni e costrizioni. La stima ambiziosa riflette le alte aspettative per un’opera complessa, mai andata all’asta e parte di un altrettanto significativo ciclo di tele.
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Salvo, «Il giorno fu pieno di lampi la sera verranno le stelle» (stime 80-120mila sterline)

Ottimo posizionamento per l’artista, l’unico italiano oltre a Fontana, a essere presente nell’asta serale londinese di Christie’s. I suoi paesaggi dalle forme distillate e dai colori fiabeschi sono pronti a conquistare anche il pubblico internazionale, che potrebbe coglierne e apprezzarne le affinità stilistiche con Nicolas Party, ma anche le quotazioni, ancora decisamente inferiori a quelle dell’artista svizzero.
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Kees
van Dongen, «La quiétude» (stime 3-5 milioni di sterline)
Artista decisamente poco frequente in asta, van Dongen fece parte della cerchia di amici della famiglia del collezionista Sam Josefowitz a cui appartenne questo dipinto del 1918. Una composizione in cui appaiono evidenti le suggestioni dell’Oriente nelle sinuose linee dei corpi delle due figure intrecciate, ottenute con una pennellata fauve, netta e dai colori contrastanti che risaltano emergendo da un fondo grigio. Un ambiente onirico e sospeso e un soggetto intimo e inconsueto per un pittore che fu celebre soprattutto per i ritratti femminili.
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Paul Gauguin, «Clovis endormi» (stime 3-5 milioni di sterline)

Un ritratto del figlio dell’artista, intriso di tenerezza e realizzato nel 1884, che segna al contempo il desiderio di Gauguin di abbandonare la pittura en plein air per avvicinarsi a riflessioni di matrice simbolista. Il genere del ritratto si coniuga qui in realtà con quello della natura morta, in un insieme dalla delicata poesia. Il dipinto vanta una ricca letteratura ed è stato in prestito dal 2008 alla galleria d’arte dell’Ontario di Toronto.
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Giacomo Balla, «Fallimento (prima idea)» (stime 80-120mila sterline)

Dalla collezione di Sam Josefowitz proviene anche questo curioso dipinto su tavola del 1902. Il dettaglio desolante della chiusura definitiva di una bottega testimonia l’interesse dell’artista per i temi sociali, interpretati secondo una tecnica divisionista e una forte attenzione ai particolari, dai graffiti disegnati da qualche ragazzino sul portone ai detriti sulla strada, tutti segni dello sfacelo in corso. Una versione preparatoria dell’opera, di dimensioni minori, è andata all’incanto da Pandolfini nel giugno scorso ed è stata venduta per 189mila euro.

Balla. © Christie’s

Gauguin. © Christie’s

Van Dongen. © Christie’s

Salvo. © Christie’s

Rego. © Christie’s

Basquiat. © Christie’s

Monk. © Sotheby’s

Yiadom Boakye. © Sotheby’s

Ryman. © Sotheby’s

Elena Correggia, 11 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

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