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SANTA: dove la danza riscrive lo spazio dell’arte

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SANTA: dove la danza riscrive lo spazio dell’arte

SANTA: dove la danza riscrive lo spazio dell’arte

Dal 12 giugno va in scena una performance site-specific che intreccia danza, arte visiva e architettura in un’esperienza immersiva e sensoriale

Margherita Panaciciu

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Nelle rigenerate ex Officine Reggiane, oggi Reggiane Parco Innovazione, nasce «SANTA», performance site-specific che intreccia danza, arte visiva e architettura in un’esperienza immersiva e sensoriale. Ideata da Gigi Cristoforetti nell'ambito del più progetto «Danze dell’Utopia», l’opera inaugura un nuovo formato di produzione multidisciplinare, capace di trasformare luoghi non convenzionali in dispositivi estetici e relazionali. L'iniziativa è il risultato della collaborazione tra CCN/Aterballetto (che cura il progetto) e Compagnia Sanpapié, con la curatela di Nicolas Ballario e le azioni coreografiche di Lara Guidetti. Le opere di Maurizio Cattelan, concesse dall’archivio dell’artista, completano l’impianto visivo, inserendosi come detonatori di senso in un percorso che sovverte ogni logica narrativa lineare.

Il titolo «SANTA» evoca infatti tensioni simboliche tra sacro e profano, spirito e carne, senza offrire risposte ma accendendo domande. È un invito a esperire lo spazio e il corpo in chiave poetica, attraverso un rito collettivo costruito su linguaggi che non si sommano, ma si intersecano. Il pubblico, dotato di cuffie silent-disco, viene guidato da Ballario lungo un itinerario che fonde parola, musica, gesto e visione. La coreografia, pensata come struttura mobile e instabile, attraversa gli ambienti industriali riconvertiti, dialogando con le architetture e con le presenze visive firmate Cattelan. Lara Guidetti parla di «corpi che non rappresentano ma appaiono», in un continuo gioco di emersione e sparizione, tra ironia, fragilità e trasformazione.

In questo contesto, la danza non è solo linguaggio espressivo ma strumento per riscrivere la percezione del reale. Il gesto coreografico si muove a stretto contatto con il pubblico, senza palcoscenico né separazione, scardinando le convenzioni della visione frontale. La performance si configura come un attraversamento: del corpo, dello spazio, della memoria. Il momento conclusivo è affidato all’impatto straniante con un’opera di Cattelan, in un cortocircuito finale che apre ulteriori interrogativi e rilancia la riflessione. Qui l’opera d’arte non è centro, ma punto d’arrivo e insieme apertura: presenza sospesa che amplifica la densità del percorso.

Come già anticipato, «SANTA» è dunque il primo episodio del più ampio progetto Danze dell’Utopia, che si propone come una piattaforma triennale di interventi performativi pensati per spazi urbani rigenerati o marginali. Lo sottolinea anche Gigi Cristoforetti, che chiosa: «Danze dell’Utopia indaga ciò che resta invisibile: la prossimità del corpo danzante, l’anima di uno spazio, la vitalità di un’opera fuori dal museo».

Gli spettacoli pubblici sono in programma il 12, 13, 14 giugno - 26, 27, 28 giugno - 3, 4, 5 luglio, con tre repliche al giorno: ore 19:30, 21:00, 22:15.

Maurizio Cattelan, «Junho», LEEUM Museum, Seoul, 2023. Foto Kim Kyoungtae

SANTA. Foto Luca Del Pia Santa

Margherita Panaciciu, 12 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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