Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Francesco Tiradritti
Leggi i suoi articoliIl progetto ScanPyramids riunisce una serie di istituzioni scientifiche e finanziatori di varie Nazioni sotto l’egida del Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano. L’obiettivo è di indagare le più importanti piramidi della IV dinastia (XVII-XVI secolo a.C.) sui siti di Giza e Dahshur. Nell’intenzione dei partecipanti al progetto i dati raccolti dovrebbero chiarire le metodologie costruttive utilizzate nella costruzione di questi giganteschi monumenti.
Tra le tecnologie, non invasive o comunque a basso impatto ambientale, vi è la «muografia» che prevede la misurazione dei muoni, le particelle cosmiche che piovono sulla terra alla velocità della luce rallentando o deviando quando attraversano consistenti masse rocciose. L’Università di Nagoya è una delle istituzioni più preparate in questo campo ed è anche uno dei partner scientifici del progetto.
Le muografie da loro ottenute nel 2017 avevano portato a identificare una cavità all’interno della Piramide di Cheope a Giza. Ulteriori misurazioni condotte anche da altri gruppi di tecnici del progetto ScanPyramids, che comprende gruppi canadesi, egiziani, francesi e tedeschi, avevano in seguito portato all’individuazione di uno spazio vuoto situato qualche metro sopra il corridoio discendente dal quale si raggiunge la «cosiddetta» Grande galleria. Un’analisi effettuata con una sonda endoscopica ha consentito di determinarne le dimensioni: ha lunghezza di circa 9 metri, larghezza di 210 cm e 230 di altezza.
La scoperta è stata annunciata nel corso di una conferenza stampa alla quale ha preso parte l’ex ministro delle Antichità Zahi Hawass, secondo le affermazioni del quale si tratterebbe di un corridoio con un’ostruzione alla fine. In contemporanea con le dichiarazioni rilasciate dalle autorità egiziane un articolo scientifico con i risultati delle analisi è stato pubblicato sulla rivista «Nature».
La scoperta è di estremo interesse, ma il soffitto a «chevron» sembrerebbe indicare che la struttura individuata dai gruppi di ScanPyramids sia più probabilmente da considerare soltanto la volta di scarico di un corridoio sottostante. Della stessa opinione è il Segretario generale del Consiglio Superiore delle Antichità egiziano Mostafa El-Uasiri. Qualora l’esistenza di questo corridoio risultasse dimostrata, si verrebbe ad aggiungere un ulteriore tassello alla storia costruttiva della Grande Piramide che, lungi da essere una struttura perfetta come molti asseriscono, raggiunse l’aspetto attuale attraverso un lungo processo di sviluppo in cui intervennero numerosi ripensamenti e modifiche.
Una volta di scarico a «chevron» molto simile è già presente sopra il corridoio principale della piramide di Snefru, padre di Cheope, a Dahshur. Di sicuro la Grande Piramide nasconde ancora molte sorprese. Il corridoio appena individuato fa però venire in mente la storia di al-Maamun raccontata in Le Mille e una Notte. Il califfo abbasside decise di penetrare all’interno dell’immenso monumento per carpirne i segreti e ordinò di scavare una galleria alla fine della quale fu trovata una stanza. Al centro c’era un vaso contenente la stessa quantità d’oro spesa da al-Maamun nell’impresa.

L’immagine del tunnel ricavata con la sonda endoscopica
Altri articoli dell'autore
La missione archeologica del Consiglio Superiore delle Antichità egiziano ha rinvenuto la tomba in grado di aggiungere tasselli importanti all’inizio e alla fine dell’Antico Regno, il periodo in cui furono costruite le piramidi di Giza
La struttura in mattoni crudi è stata rinvenuta a Ismailiya, località del Delta orientale oggetto di scavo solo da alcuni decenni
Una serie di scavi nel santuario di Amon restituisce gioielli e amuleti all’interno di un vaso spaccato molto probabilmente risalenti alla XXVI dinastia (650-550 a.C.)
Ci sono perplessità sul «sabbioso» e «polveroso» cimelio, di proprietà del famoso scopritore della tomba di Tutankhamon, battuto all’asta a 12mila sterline