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«Bellevue» (2022), di Thomas Huber. Foto: Marlene Burz. © Thomas Huber & Skopia / P.-H. Jaccaud / 2023, Pro Litteris, Zürich

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«Bellevue» (2022), di Thomas Huber. Foto: Marlene Burz. © Thomas Huber & Skopia / P.-H. Jaccaud / 2023, Pro Litteris, Zürich

Sei secoli di grafica, tre anni di paesaggi

Al Masi la collezione Eth Zürich e il ritorno a casa di Thomas Huber

Mariella Rossi

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Il Masi Lugano, Museo d’arte della Svizzera italiana diretto da Tobia Bezzola, fino al 7 gennaio 2024 presenta 300 capolavori dall’Eth Zürich, «collezione universitaria fondata nel 1867 a scopo di studio e insegnamento, divenuta una delle istituzioni svizzere più importanti per le stampe e i disegni», come spiega il suo presidente Joël Mesot.

Intitolata «Da Albrecht Dürer a Andy Warhol» la mostra include opere grafiche di alcuni dei nomi più rilevanti della storia dell’arte europea, da Dürer, Rembrandt, Goya a Picasso, Munch, fino ad artisti dei giorni nostri tra cui Armleder, Mosset, Höfer e Shahbazi. L’arco cronologico va dalla fine del XV secolo a oggi e offre un’ampia panoramica delle tecniche e dei metodi di lavoro, dei soggetti iconografici e delle diverse finalità, a partire dall’incisione di traduzione che riproduceva dipinti e opere d’arte, alla rappresentazione scientifica e naturalistica sino alle più tarde edizioni limitate.

La mostra è corredata da un catalogo in tre edizioni separate (italiano, inglese e tedesco) con un saggio introduttivo di Linda Schädler, autrice anche delle schede di approfondimento insieme a Patrizia Keller, e con testi di John M. Armleder, Stephanie Buck, Andreas Fichtner, Pia Fries, Candida Höfer, Jane Munro, Nadine M. Orenstein, Philip Ursprung, Lenny Winkel, oltre a un glossario delle tecniche grafiche di Saskia Goldschmid.

Fino al 28 gennaio 2024 il Masi Lugano presenta inoltre la personale di Thomas Huber «Lago Maggiore». Settanta tele a olio e acquerelli illustrano il nuovo sviluppo degli ultimi tre anni dell’artista, dove il paesaggio si fa protagonista, con monti, acqua, cielo e luce. Le opere esposte possono sorprendere lo spettatore, ma restano riconoscibili i colori vivaci, le forme ben definite tipiche della sua produzione e il ritmo rigoroso che caratterizza la struttura delle composizioni. Il percorso espositivo si apre con il dipinto «Heimkehr» («Ritorno a casa»), che accoglie Huber in Ticino, dove l’artista è tornato dopo avere trascorso nel sud delle Alpi molti periodi della giovinezza e dopo aver scelto la Germania come patria d’elezione e per gli anni della formazione (a Düsseldorf e Berlino). La mostra è stata ideata da Thomas Huber, coordinata e organizzata da Ludovica Introini ed è accompagnata da un catalogo trilingue in italiano, tedesco e francese con testi di Barbara Alms e dello stesso Huber.

«Bellevue» (2022), di Thomas Huber. Foto: Marlene Burz. © Thomas Huber & Skopia / P.-H. Jaccaud / 2023, Pro Litteris, Zürich

Mariella Rossi, 08 novembre 2023 | © Riproduzione riservata

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