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Carl Burckhardt (1878-1923), «Amazzone che conduce un cavallo», 1921-23, modello originale in gesso, h. 231 cm, plinto 230 x 70 cm Basilea, Skulpturhalle Basel, deposito permanente del Basler Kunstverein © Museo Vincenzo Vela / Foto Ruedi Habegger, Basel

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Carl Burckhardt (1878-1923), «Amazzone che conduce un cavallo», 1921-23, modello originale in gesso, h. 231 cm, plinto 230 x 70 cm Basilea, Skulpturhalle Basel, deposito permanente del Basler Kunstverein © Museo Vincenzo Vela / Foto Ruedi Habegger, Basel

Senza passato è meglio

Gli echi dell'antichità nelle opere dello svizzero Carl Burckhardt in mostra al Museo Vela

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Ligornetto (Svizzera). Sebbene alcuni studiosi lo considerino il «padre» della moderna scultura svizzera, Carl Burckhardt (1878-1923) è quasi sconosciuto fuori dalla Svizzera tedesca, dove nacque e visse a lungo. Nato a Zurigo e formato tra Basilea e Monaco, ma con numerosi viaggi a Roma, Burckhardt visse perlopiù a Basilea ma trascorse i suoi ultimi anni a Ligornetto, patria di Vincenzo Vela.

Proprio il Museo Vela, che si apre nella residenza-studio del grande scultore, presenta fino al 28 ottobre la retrospettiva «Echi dall’antichità. Lo scultore Carl Burckhardt (1878-1923) tra Basilea, Roma e Ligornetto», all’interno della sua indagine su artisti svizzeri di valore, poco conosciuti però in ambito italofono.

La mostra, curata da Gianna A. Mina e Tomas Lochman (dal primo dicembre al Kunstmuseum di Basilea), riunisce 110 sue opere, tra sculture (nella foto, «Amazzone»), dipinti e disegni, capaci di illustrare al meglio il suo percorso d’artista dagli anni della formazione, quando guarda a Klinger, Maillol, Rodin, von Hildebrand e Marées, ai soggiorni romani e poi dalla fortunata stagione basilese fino a quella finale, più breve ma ancora feconda, vissuta in Ticino.

Alla base del suo lavoro resta sempre la cultura classica, con i suoi miti e le sue allegorie, da lui attualizzati, però, dall’invenzione di forme plastiche tanto pure ed essenziali da apparire primigenie, atemporali: suo obiettivo dichiarato era, infatti, mostrare «qualcosa di appena nato; di attuale, appena sbocciato, che non ha passato». A corredo della mostra, un catalogo bilingue e numerose iniziative collaterali (www.museo-vela.ch).
 

Carl Burckhardt (1878-1923), «Amazzone che conduce un cavallo», 1921-23, modello originale in gesso, h. 231 cm, plinto 230 x 70 cm Basilea, Skulpturhalle Basel, deposito permanente del Basler Kunstverein © Museo Vincenzo Vela / Foto Ruedi Habegger, Basel

Ada Masoero, 27 giugno 2018 | © Riproduzione riservata

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