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Flavia Foradini
Leggi i suoi articoliL’ultima scoperta nel sito di Stonehenge occuperà a lungo il gruppo di ricercatori anglo-austriaci che l’ha resa nota il 21 giugno, una data simbolica che ogni anno richiama nel celebre luogo preistorico migliaia di appassionati per celebrarvi il solstizio d’estate. Tutt’attorno all’antico villaggio di Durrington Walls, via via riportato alla luce a cominciare dal 2004 nei pressi del più famoso monumento di megaliti, è stato infatti rinvenuto un anello di oltre due chilometri di diametro formato da almeno venti fosse (Durrington Shafts), profonde 5 metri e larghe fino a 10 metri.
Le analisi scientifiche datano la struttura a circa 4.500 anni fa. Gli studiosi dell’Università di Bradford, che hanno firmato il progetto (Stonehenge Hidden Landscapes Project) assieme al Ludwig Boltzmann Institut di Vienna, l’Accademia Austriaca delle Scienze, il Politecnico di Vienna, in collaborazione fra l’altro con le Università di Birmingham, St Andrews, Warwick, Trinity Saint David e lo Scottish Universities Environmental Research Centre, hanno definito la scoperta «stupefacente, perché Stonehenge non è solo uno dei siti più importanti al mondo, ma è anche uno dei più studiati. Quindi una nuova scoperta di queste proporzioni è di grande rilevanza e attesta l’importanza di un approccio scientifico interdisciplinare per il progresso delle ricerche archeologiche».
Ora si tratterà di stabilire l’esatta funzione delle fosse e di analizzare il «ricco e affascinante archivio» dei sedimenti: «Potremo scrivere un intero nuovo capitolo della storia di questo sito, che si configura ora come la più vasta struttura preistorica britannica: con questo ritrovamento senza precedenti è legittimo infatti presupporre una comunità neolitica assai più complessa di quanto immaginassimo».
La scoperta dei Durrington Shafts, affermano gli studiosi, è infatti straordinaria anche perché fornisce la prova che gli abitanti di quell’epoca erano in grado di far di conto, visto che la nuova struttura ha una disposizione ideata attentamente dai costruttori. Posto nei pressi del villaggio di Amesbury, nella piana di Salisbury, il sito di Stonehenge è diventato patrimonio dell’Umanità nel 1986 richiamando oltre un milione di visitatori all’anno.
Il monumento
Il monumento vero e proprio, forse enigmatico luogo sacro, forse osservatorio scientifico, venne costruito in varie tappe a partire dal 3100 a.C., è composto da un cerchio esterno di megaliti provenienti dalla zona stessa del sito e del peso di 25 tonnellate, e da un cerchio interno, il cosiddetto «Bluestone Horseshoe», formato da pietre di circa quattro tonnellate, in parte provenienti dalla zona, ma in parte trasportate dalle cave del Galles, distanti oltre 200 chilometri.
Studiato già dalla metà del XVII secolo, Stonehenge non è solo un tassello fondamentale nelle ricerche sul periodo neolitico, ma è anche un’icona centrale in un immaginario collettivo fatto di Celti e Druidi, Re Artù, Mago Merlino, allineamenti astronomici e astrologici. Posto a circa tre km a nord-est di Stonehenge, il villaggio neolitico di Durrington Walls è invece databile attorno al 2600 a.C. ed è composto da 25 piccoli edifici. Le diverse datazioni dei ritrovamenti fin qui effettuati provano che l’area è stata utilizzata in un arco di tempo assai esteso.
Il tunnel
A partire dall’inizio degli anni 2000, il progetto di un tunnel a più corsie di oltre due km proprio sotto la zona archeologica, per decongestionare la grande arteria di traffico A303, ha portato a reiterate, accese proteste da parte sia del mondo scientifico, sia degli ambientalisti. Il 21 gennaio scorso, una lettera aperta della Stonehenge Alliance al Segretario di Stato per i trasporti, Grant Shapps, ha tentato di fare il punto della situazione e del possibile impatto del tunnel sulla zona archeologica: «La conformazione geologica dell’area e imprevedibili problemi legati alle falde acquifere rendono il progetto del tunnel un rischio di grandi dimensioni, che darebbe piccoli vantaggi a fronte di enormi risorse pubbliche pari a 1,6 miliardi di sterline, e di un danno significativo al sito».
Provocatoria anche politicamente è la domanda posta da Tom Holland, presidente dell’Alliance: «Come può questo governo conservatore anche solo prendere in considerazione la dissacrazione del nostro più prezioso paesaggio preistorico»?
Il tunnel, incluso tra le opere pubbliche rilevanti per il Regno Unito, è fortemente criticato anche dall’Unesco: «In un sito complesso come Stonehenge è cruciale che vengano prese decisioni con sensibilità e rispetto, perché le future generazioni non ci perdoneranno se danneggiamo questo paesaggio unico», ha riassunto per tutti Vincent Gaffney, dell’Università di Bradford, uno degli studiosi più impegnati nelle ricerche sul sito.
La «decisione finale» sul destino del tunnel e di Stonehenge, in calendario dal Parlamento britannico per il 17 luglio scorso, è stata nuovamente posposta all’ultimo momento e, come informa una nota ufficiale, la nuova scadenza è ora fissata al 13 novembre «a causa dei recenti ritrovamenti nel sito patrimonio dell’Umanità».

Turisti nel sito di Stonehenge
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