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Piazza Duomo a Pisa. Archivio Toscana Promozione Turistica

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Piazza Duomo a Pisa. Archivio Toscana Promozione Turistica

Siti Unesco della Toscana | Il centro storico di Pisa

Alla scoperta degli Arsenali Medicei in compagnia dell’architetto Elena Franzoia

Elena Franzoia

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All’interno della «buffer zone» Unesco costituita dal centro storico di Pisa, a poca distanza dalla «core zone» di Campo dei Miracoli sorge Piazza dei Cavalieri, antico centro politico della città interamente riprogettato a partire dal 1558 da Giorgio Vasari su commissione di Cosimo I de’ Medici. Obiettivo del duca era celebrare, dotandolo di una sede adeguata, il nuovo Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano Papa e Martire, riconosciuto dal papa nel 1562 e nato a tutela delle terre e della religione cattolica contro l’impero ottomano e la pirateria barbaresca, in ambito mediterraneo e soprattutto tirrenico.

Vasari trasformò quindi tra 1562 e 1564 l’antico Palazzo degli Anziani nel Palazzo della Carovana (o dei Cavalieri), dall’elegante facciata inclinata decorata da graffiti di soggetto allegorico e zodiacale e nicchie con i busti dei granduchi di Toscana. Dal 1846 Palazzo dei Cavalieri ospita la sede principale della celebre Scuola Normale Superiore di Pisa. Sulla Piazza, Palazzo dei Priori e la statua di Cosimo I portano la firma di Pietro Francavilla, mentre di impianto vasariano è la Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri, che conserva bandiere e stendardi sottratti alle navi saracene, tra cui il vessillo appartenente alla nave ammiraglia nemica sconfitta dai cristiani durante la battaglia di Lepanto il 7 ottobre 1571.

Sul Lungarno destro, sempre all’interno del centro storico, un altro significativo complesso strettamente legato alla presenza dei Cavalieri è costituito dagli Arsenali Medicei, verosimilmente progettati da Bernardo Buontalenti tra 1550 e 1560 per volontà di Cosimo I. Dal 2019 ospitano il Museo delle Navi Antiche di Pisa diretto dall’archeologo Andrea Camilli, cui si deve anche il recupero per la Soprintendenza dei poco distanti Arsenali Repubblicani. Nato da una serie di commissioni ministeriali presiedute da Salvatore Settis, il museo ospita nel complesso di San Vito il Centro di Restauro del Legno Bagnato e negli Arsenali Medicei un museo archeologico dall’imponente estensione di 4.700 metri quadrati.
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Suddiviso in 8 sezioni, il museo accoglie anche gli esiti dell’eccezionale ritrovamento, casualmente avvenuto nel 1998, di oltre 30 imbarcazioni risalenti a un periodo compreso tra II secolo a.C. e VII d.C., affondate a causa di numerose e devastanti alluvioni all’incrocio di un canale della centuriazione pisana con il fiume Serchio. «Gli Arsenali Medicei presentano considerevoli particolarità strutturali, spiega Camilli, perché a differenza di quelli repubblicani, poco distanti ma rivolti in direzione est-ovest verso un antico bacino d’acqua interno ben presto interrato e oggi occupato da un parco, erano orientati in direzione nord-sud e fronteggiavano direttamente l’Arno, sfruttando il naturale pendio delle sponde per il varo delle imbarcazioni.

Fonti anche iconografiche documentano infatti che le navi venivano trascinate con dei canapi posizionati sui palazzi dall’altro lato del fiume, quindi con un sistema di carrucole. Gli Arsenali presentavano all’interno una pendenza considerevole, con un dislivello tra un lato e l’altro di quasi 80 cm, e pilastri obliqui, cioè a sezione romboidale e non rettangolare proprio per consentire la manovra delle imbarcazioni
». Con il potenziamento seicentesco del porto di Livorno, gli Arsenali pisani persero però progressivamente la loro funzione. «Bisogna sempre ricordare che il tratto terminale dell’Arno non era navigabile, quindi dal complesso portuale pisano si accedeva al “Portus Pisanus”, cioè appunto Livorno, tramite una rete di canali, precisa Camilli.

Con la creazione di un collegamento diretto, dopo circa 50-60 anni dalla loro creazione gli Arsenali medicei persero la loro funzione primaria, nata nell’ambito di quella riqualificazione della riva destra dei Lungarni, voluta da Cosimo I e attuata da Buontalenti, in cui si situa anche il palazzo granducale. Avendo una funzione celebrativa, la sede vasariana di Piazza dei Cavalieri ha invece mantenuto nel tempo la sua funzione. Ciononostante, gli Arsenali Medicei vantano un passato estremamente glorioso, perché al loro interno furono realizzate le sette galee fatte costruire dal Granduca per la flotta papale che combatté a Lepanto.

Non a caso si sono conservate, murate nei pilastri esterni, iscrizioni cronologiche che sono veri e propri bollettini di guerra, in cui si raccontano in latino rinascimentale alcune imprese salienti attuate dai Cavalieri, in realtà corsari al servizio del Granducato che contrastavano le navi saracene. In una delle iscrizioni si racconta ad esempio l’inseguimento di una nave nemica fino a oltre Lampedusa, dove dopo la cattura viene concessa la libertà a tutti i rematori cristiani. L’ingresso agli Arsenali, che coincide con quello dell’attuale museo, avveniva da una campata adiacente alla chiesa del convento di San Vito, che era però ruotata.
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Nel corso del tempo il convento venne trasformato in cereria, per essere poi inglobato nel complesso militare degli Arsenali che nel frattempo, da magazzini per la riparazione di navi minori, erano divenuti caserma di cavalleria e centro ippico dello Stato sabaudo, dove vennero allevati i cavalli dell’esercito italiano e i famosi muli utilizzati nella guerra del ’15-18. A testimonianza di questa fruizione come stalle rimane un corridoio affrescato di età umbertina, mentre gli esterni presentano una fase eclettica databile al 1916 e contestuale alla ristrutturazione generale della caserma.

Purtroppo, niente rimane dell’originario Convento di San Vito, distrutto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e in seguito completamente ricostruito. Un progetto molto importante a cui stiamo attualmente lavorando è il recupero del parco retrostante gli Arsenali, sede originaria dell’Orto Botanico di Pisa, il più antico d’Italia, che contiamo di riaprire al pubblico tra un paio d’anni. Ci auguriamo anche venga presto completata l’esposizione permanente del museo con la sezione riguardante la navigazione medievale e rinascimentale
».

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Elena Franzoia, 09 novembre 2023 | © Riproduzione riservata

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