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Da sinistra: Edoardo Zanon e Martin Kemp

© Leonardo3

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Da sinistra: Edoardo Zanon e Martin Kemp

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Tutte le passioni di Leonardo a Milano

L’aspetto più ingegneristico di Da Vinci affianca una selezione di dipinti digitalizzati nel Leonardo3 Museum

Michela Moro

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Leonardo3 Museum ha approfondito fino ad oggi l’aspetto più ingegneristico di Leonardo da Vinci, offrendo al visitatore una dettagliata panoramica sul mondo leonardesco e soprattutto sulle macchine, realizzate o meno, inventate da Leonardo. Le sale che affacciano sulla Galleria Vittorio Emanuele di Milano sono un chiarissimo esempio della fantastica mente di Leonardo, dalle più note invenzioni fino a quelle meno evidenti. La più celebre esposta, di cui esistono testimonianze certe, è il Leone meccanico: automa zoomorfo costruito su commissione del papa Leone X perché camminasse, destando grande meraviglia al cospetto del re Francesco I di Francia. Oppure una meno nota e ricostruita seguendo i disegni restaurati digitalmente dal centro studi Leonardo3, un’arma segreta che il genio aveva in mente di proporre a Venezia: il Sottomarino Meccanico che, abitato da un palombaro e agganciato a una normale barca, poteva avvicinarsi al nemico indisturbato, per affondarlo con astuti congegni. 

Ampliando l’offerta, Leonardo3 Museum propone «I Dipinti di Leonardo», una parete interattiva sulla quale sono raccolti digitalmente 20 suoi quadri che possono essere studiati incrociando le moltissime informazioni che ciascuno contiene. È possibile apprezzarli in una veduta d’insieme, potendo saggiare ad esempio i reciproci rapporti dimensionali, per poi approfondire ogni opera, esplorandone anche il più minuto particolare con l’aiuto della timeline del contesto storico e culturale in cui le opere sono state realizzate, significativi dettagli iconografici, utili a interpretare i complessi significati delle opere, e schede tecniche di ogni opera. Tra i dipinti: «Annunciazione» (Firenze, Uffizi), «Adorazione dei Magi» (Firenze, Uffizi), «Vergine delle rocce», prima versione (Parigi, Louvre), «Dama con l’ermellino» (Cracovia, Czartoriskij Muzeum), «Madonna Litta» (San Pietroburgo, Hermitage), «Vergine delle rocce», seconda versione (Londra, National Gallery), «Ultima Cena» (Milano, Refettorio di Santa Maria delle Grazie, versione restaurata digitalmente da Leonardo3), «Monna Lisa» (Parigi, Louvre). 

L’iniziativa è stata inaugurata da una conferenza di Martin Kemp, professore emerito della Oxford University ed esperto di Leonardo di fama mondiale, che ha riconosciuto l’alto livello di ricerca del progetto anche per un accademico come lui, e ha ammesso di essersi ricreduto nel tempo dall’iniziale perplessità per un’iniziativa che riteneva avesse un aspetto «commerciale». Forti dei 250mila visitatori annui e dell’unicità del museo, Massimiliano Lisa, direttore del museo, ed Edoardo Zanon, direttore scientifico, hanno raccontato come Leonardo3 sia diventato nel tempo luogo di ricerca anche in ambiti inaspettati, come gli strumenti musicali leonardeschi che utilizzeranno prossimamente gli studenti del Conservatorio per un concerto.

Michela Moro, 16 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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