Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliA circa un mese dall’insediamento di Simone Verde alla direzione delle Gallerie degli Uffizi, si è tenuta la «consegna delle chiavi» al neodirettore, da parte di Eike Schmidt che ora dirige a Napoli il Museo di Capodimonte: il passaggio di consegne è avvenuto nel giorno dell’inaugurazione della targa dell’«Auditorium» degli Uffizi, sala che sarà da oggi intitolata a Antonio Paolucci, recentemente scomparso. Introdotto da Eike Schmidt, che augura al suo successore di raddoppiare gli esiti da lui raggiunti di 60 milioni di euro di introiti ottenuti tramite gli ingressi al museo, un raddoppio che potrebbe essere favorito dalla riapertura del Corridoio vasariano, Simone Verde ha indicato in modo brillante e sintetico quali saranno le linee del suo mandato. E proprio riguardo al Corridoio, il cui cantiere è da lui visitato anche due volte la settimana, ha annunciato che sarà presto comunicata «una data di riapertura non molto lontana nel tempo».
La priorità di Verde, fondandosi anche su quanto compiuto da Schmidt, è quella di far emergere la «vocazione naturale degli Uffizi a essere il primo museo del sistema nazionale italiano», il «capostipite» insomma, come d’altronde la sua storia passata lo conferma; infatti, pur non avendo le sue collezioni il carattere enciclopedico di altri musei, è esso stesso una sorta di enciclopedia del collezionismo, riassumendo tutti le tipologie esistite nei secoli. «Questa vocazione va interpretata anche in campo scientifico e ciò è reso possibile dalla creazione di un Centro Studi, grazie alla donazione di Fabrizio Paolucci del Fondo di Antonio Paolucci con sede a Palazzo Pitti, che svolgerà proprio questa missione». Il compito di ricostruire una storia del collezionismo degli Uffizi («Stiamo lavorando a una immagine storica») è affidato allo stesso Fabrizio Paolucci e a Simona Pasquinucci: sarà creata ad esempio nel percorso della Galleria degli Uffizi una sezione dedicata al Settecento e verrà riallestita la sala dell’«Ermafrodito».
Riguardo l’incremento dei visitatori, giunti con Schmidt a 5 milioni annui, Verde punta a una smaterializzazione dei biglietti e ad altre iniziative per la vita del museo, grazie all’esperienza maturata come Responsabile della ricerca scientifica e pubblicazioni per il Louvre di Abu Dhabi. Sono poi previste aperture serali, che permettano ai fiorentini di riappropriarsi del museo.
Altro importante obiettivo di Verde è «far crescere Palazzo Pitti», indirizzando lì parte del flusso di visitatori anche per garantire la «sostenibilità» della Galleria degli Uffizi dove tutti ora si concentrano. E pensa a creare «mostre dossier» intorno ad alcune opere meno note al pubblico in ragione dell’allestimento a quadreria della Galleria Palatina, che le rende meno visibili e che invece lo diventeranno, a turno, per il tempo di un’esposizione temporanea. Sempre a Pitti, vi è il progetto di musealizzare tutte le stanze che si affacciano sul grande cortile del Palazzo e di realizzare un «Depositi aperti» per far conoscere le opere conservate nei cosidetti «Soffittoni». E mentre vanno avanti, grazie agli stanziamenti di 4+2 milioni di euro, i restauri nel Giardino di Boboli, a Pitti saranno progressivamente riaperte parti del Palazzo, come gli «Appartamenti reali», che hanno subito un grande attacco di tarli.
Un’attenzione speciale sarà rivolta al patrimonio mobiliare, di grande valore poiché i Savoia, quando presero residenza negli Appartamenti reali al tempo di Firenze capitale (3 febbraio 1865-3 febbraio 1871), spogliarono letteralmente molte residenze sovrane. Riguardo invece le sale delle Gallerie degli Uffizi, il neodirettore non entra in dettaglio su possibili nuovi allestimenti, limitandosi a un: «siamo in fase di brainstorming».
Verde intende proseguire il ciclo delle mostre «Uffizi diffusi» nel territorio, ma annuncia la priorità assegnata alle ville medicee di Careggi e dell’Ambrogiana di Montelupo. Infine, interrogato sulla Loggia di Isozaki, Verde ricorda che il progetto era stato concepito per 1 milione e 200mila visitatori annui, a fronte dei 5 milioni attuali. «Non era più di attualità nel suo complesso: al di là del gesto architettonico, è necessario considerare anche un punto di vista tecnico».
Dopo il simbolico gesto di consegna a Verde di una grande chiave, all’uscita dal museo Schmidt è stato molto sollecitato a rivelare le sue intenzioni riguardo la proposta di «Fratelli d’Italia» di candidarlo a sindaco di Firenze. L’attuale direttore di Capodimonte non smentisce le voci, ma non si sbottona neppure («qualcuno per strada mi saluta come sindaco ma questa non è una certezza»), limitandosi a ribadire la sua posizione politica «centrista»; tuttavia, a chi gli cita taglienti dichiarazioni nei suoi riguardi rilasciate dal sindaco uscente Dario Nardella, Schmidt risponde criticando scelte poco decorose per l’immagine di Firenze operate dall’attuale governo cittadino.
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