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Sono 459 i lotti di arte contemporanea che vanno in asta da Farsetti a Prato tra il 10 giugno (alle 15.30) e l’11 (alle 11), e 85 le opere di Arte moderna battute l’11 giugno dalle 16: non facile, perciò, segnalare tutti i lavori meritevoli di menzione. Nella prima sessione di Arte contemporanea grande spazio è dedicato ai lavori su carta, multipli e no, fra i quali è possibile trovare pezzi d’interesse a valori contenuti, mentre nella seconda sono concentrate le opere più significative, con lavori di Warhol, Abramović, Accardi, Afro, Boetti, Dadamaino, Paladino, Pistoletto e altri. Fra le sculture s’impongono il grande assemblaggio murale di ferri di Ettore Colla (1896-1968), stimato 70-100mila euro e il rilievo in alluminio «Interrelazione a elementi curvi.
Rilievo speculare a elementi unici» (1967-76) di Getulio Alviani (1939-2018), inserito nel catalogo ragionato in uscita da Skira e stimato 140-180mila euro. Fra i dipinti, è magnifico il «Grande aquilone» (1965) di Gastone Novelli (1925-68), dalla solida bibliografia e valutato 100-160mila euro come il grandioso «Sans titre» (1973) di Sebastian E. Matta (1911-2002). Con l’alchemico, e polimaterico, «Per purificare le parole» (1980) di Gilberto Zorio (1944), stimato 45-65mila euro, segnaliamo il precoce dipinto a olio con fili su tela di Enrico Castellani (1930-2017), un’opera (50-60mila euro la stima) del 1959, l’anno in cui l’artista fondò con Piero Manzoni la rivista «Azimut», e il tondo di Luigi Ontani (1943) «13 mascherine senza rime», uno («sconveniente» ma colto, al solito) acquarello su carta del 2000, stimato 38-48mila euro, affine a quello, pur meno provocatorio, esposto nella mostra di Milano «Painting is back» in corso alle Gallerie d’Italia-Piazza Scala.
Robustissimo, come sempre da Farsetti, il catalogo di Arte moderna, il cui top lot è un «Paesaggio» del 1938 di Giorgio Morandi (1890-1964), dichiarato d’interesse storico-artistico dal MiC e stimato 500-700mila euro, appartenuto a Giovanni Scheiwiller e Lamberto Vitali ed esposto, tra l’altro, alla Quadriennale di Roma del 1939, qui accompagnato da due preziosi acquerelli su carta dal nobile pedigree (35-55mila ognuno). Di grande valore anche la «Composizione» (1962) di Jean Fautrier (1898-1964), passata per la Galleria Apollinaire di Milano, in pubblicazione sul catalogo ragionato, proposta a 300-400mila euro, ma non è certo meno importante il dipinto «Danseuse e Polichinelle 2» (1951) di Gino Severini (1883-1966), dall’autorevole e vasta storia espositiva (tra cui le Biennali di Venezia del 1952 e di San Paolo del 1957), stimato 200-300mila euro come «Nu accroupi» (1910-11), il carboncino su carta in cui Amedeo Modigliani (1884-1920) ritrasse probabilmente la poetessa russa Anna Achmatova.
Non poteva mancare Pablo Picasso (1881-1973), presente con l’inchiostro su carta del 1960 «Le lutteurs» (140-180mila). Quanto a Giorgio de Chirico (1888-1978), fra le altre opere, è rappresentato dal piccolo, raro «Bacco» del 1923, appartenuto all’amico e mecenate Giorgio Castelfranco, valutato 150-180mila euro. Con lui, c’è il fratello Alberto Savinio (1891-1952), con la fascinosa «Composizione architettonica» (1928, 100-160mila euro) e la bella tempera «L’albero araldico» (1934, 120-160mila). Due vere prelibatezze, nel nutrito gruppo dei lavori futuristi, sono i due smalti su vetro smerigliato del 1913-20 di Giacomo Balla (1871-1958), proposti a 22-32mila euro ciascuno, e di grande interesse il nucleo di lavori di Renato Guttuso (1912-87), tra i quali figura la «Crocifissione-Omaggio a Picasso» (1966) stimata 40-60mila euro.

«Grande aquilone» (1965) di Gastone Novelli. © Farsettiarte

«13 mascherine senza rime» (2000) di Luigi Ontani. © Farsettiarte

«Paesaggio» (1938) di Giorgio Morandi. © Farsettiarte

«Composizione» (1962) di Jean Fautrier. © Farsettiarte
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