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Graziella Melania Geraci
Leggi i suoi articoliBari. Nella sua personale «La vita difficile dei fiori», fino al 25 ottobre presso il Museo Nuova Era di Bari, la tarantina Ezia Mitolo propone un percorso interiore/esteriore costruito su prospettive dicotomiche e sviluppato attraverso la fotografia, la scultura e l’installazione.
La trasformazione e la rinascita, temi centrali nella poetica dell’artista, prevedono l’analisi e la metabolizzazione delle emozioni, così la serie di scatti poetici di fiori appassiti, smembrati, distrutti e isolati, colti in angoli grigi di città, diventa la metafora di moti intimi, di malinconia, fragilità e caducità. Nel dittico scultoreo «Un mondo fatto a scale» l’elemento grafico inglobato nella cera bianca sembra narrare una caduta e una espiazione che si ripropongono eterne e fondamentali per il processo conoscitivo.
La mostra, a cura di Cristina Princupale, ripropone anche il progetto realizzato da Ezia Mitolo per la residenza d’artista BoCs Art a Cosenza, nel percorso allestitivo ci si imbatte in alcuni mattoni, gli stessi delle case e delle strade, degli spazi pubblici e privati dove germogliano protuberanze tentacolari, candide e mostruose, affascinanti e subdole, pura tentazione estetica. Le tracce del lavorio psicologico rimangono impresse anche sulla carta incorniciata in piccoli quadri total white dove i raffinati e impalpabili bassorilievi immaginari rivelano attimi e turbamenti che hanno lasciato il segno. L’elaborazione della rinascita passa anche attraverso un’altra installazione, esposta per la prima volta nel 2003, in cui il ritratto dell’artista viene corroso da un acido che esce a gocce da un elemento scultoreo sospeso, la cancellazione è l’ultimo passo per la ricostruzione e la rigenerazione di se stessi.

Ezia Mitolo, «La vita difficile dei fiori», «Un mondo fatto a scale», 2017

Ezia Mitolo, «La vita difficile dei fiori», «Ho come un'impressione», 2017, installazione (progetto residenza) mattoni, argilla, cera, sale.jpg
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