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Redazione GdA
Leggi i suoi articoliMarco Cingolani si trasferisce a Milano giovanissimo, nel 1978. Qui inizia a frequentare l’ambiente creativo underground, in cui l’arte si mischiava con la moda e la musica punk. In quegli anni Milano era al centro di una profonda rivoluzione culturale, un complessivo rigetto delle istanze più classiche del canone artistico, alla ricerca di una progressiva decontestualizzazione dell’opera in concomitanza con l’ingresso in scena nei medium e nei contenuti visuali dei mass media, sempre più protagonisti della società.
Proprio in questa direzione, il lavoro di Marco Cingolani ha sempre cercato e puntato ad annullare la forza e il sostrato delle immagini mediatiche, per portarle in un luogo diverso ed elettivo della figurazione e della rappresentazione, come a cercarne significati laterali. Con questa idea nascono cicli come quello delle «interviste» dove personaggi famosi per la loro riservatezza vengono letteralmente sommersi dai microfoni o serie ormai famose dedicate ai grandi drammi pubblici globali, come l’attentato al Papa o la tragica morte di Aldo Moro.
Ulteriore riprova del potere della decontestualizzazione, dell’immagine e della sua evocazione, del colore come elemento caratterizzante nel lavoro di Cingolani, è la mostra Galleria Emilio Mazzoli (dal significativo titolo «Di che colore sono?») in cui l’artista presenta alcune divagazioni pittoriche sul potere e sulle sue raffigurazioni. Anche in questo caso vengono contestualizzati in scenari fortemente simbolici i caschi blu dell’ONU, l’urna rossa che contiene le schede elettorali, i segmenti multicolore dei grafici di Wall Street, le divise militari e le bandiere di partito.
Tra le varie tematiche contemporanee a fortissimo impatto pubblico emotivo c’è ovviamente quella religiosa: questa è oggetto del ciclo «Percorsi della Fede», in cui l’artista concentra l’attenzione sulle apparizioni mariane che hanno contrassegnato gli ultimi due secoli: Lourdes e Fatima.
Marco Cingolani ha partecipato a numerose mostre, tra cui è bene citare «Una scena emergente» (1991, Museo Pecci, Prato), «Due o tre cose che so di loro» (1998, PAC, Milano), le antologiche presso Palazzo Strozzi a Firenze e Promotrice delle Belle Arti a Torino e la mostra collettiva a cura di Giacinto di Pietrantonio «Ibrido» al PAC, Padiglione d’arte contemporanea a Milano, nel 2010.
Marco Cingolani, Como, 1961
Gallerie e prezzi:
• Boxart
• Thomas Brambilla
• Prezzi: 5-30mila euro
CONTINENTE ITALIA
Una mappa dell'arte italiana nel 2021

Marco Cingolani
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