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Redazione GdA
Leggi i suoi articoliRoberto Cuoghi è un artista non facile da raccontare o incasellare. Per capirlo sarebbe sufficiente rifarsi ad uno dei propri lavori giovanili, una performance vivente, se dovessimo definirla, in cui diede avvio ad una graduale metamorfosi e trasformazione di sé, volta ad arrivare ad assomigliare al proprio padre, in un contro-tempo del proprio essere. Si tinse i capelli, aumentò di peso, ed arrivò a coprire anche gli ambiti non strettamente fisiognomici, ma prese a copiarne anche le routine quotidiane, la dieta, andando a deformare i limiti della performance, togliendola da un «quando» o da un «palco», e avvicinandola ad una condizione dell’essere, più che ad un momento.
Quest’opera germinale dei primi anni d’attività dell’artista ci fornisce alcuni dati di quello a cui si sarebbe poi interessato: la metamorfosi, la riflessione sul tempo, l’esplorazione del concetto di identità. Cuoghi porta avanti questa ricerca attraverso l’uso di molti e diversi linguaggi e materiali, dalla scultura al video, alla fotografia, all’installazione, alla pittura, al disegno e alla composizione sonora.
La riflessione sull’identità e di metamorfosi, sul tempo come condizione esistenziale prima che come scansione cronologica, si manifesta innanzitutto nei moltissimi autoritratti che l’artista realizza di sé, nei quali offre un’immagine sempre diversa di sé stesso, nella fisionomia, nell’età e nel background visuale, andando, anche qui, a deformare il concetto stesso di autoritratto e di auto-rappresentazione.
Ci sono due lavori che rendono ulteriormente l’idea dell’opera di Roberto Cuoghi: il primo, «Untitled (Body Builder)», è un’opera presente nella collezione permanente del Madre di Napoli realizzata mediante la sovrapposizione di diversi smalti, vernici e acrilici: la fluidità e viscosità di tutti questi materiali, quello che potremmo chiamare il significante, sono metafora del significato, del corpo del body builder, un corpo in trasformazione, in cui il nitore nevrile dei muscoli, ci riporta a tutto alla continua coesistenza di naturale ed artificiale, alla continua metamorfosi dei corpi nella società contemporanea.
Il secondo è «Mbube», prima opera sonora realizzata dall’artista. Composizione per canto e strumenti, questa rappresenta la mutazione di un oggetto (una canzone in questo caso) che nel tempo è mutata essa stessa. Questa, infatti, è un remake di una canzone degli anni Quaranta del sudafricano Solomon Linda. Successo in patria la canzone diviene famosa negli anni Cinquanta negli States dove viene usata da una compagnia discografica e più volte reinterpretata e modificata da numerosi gruppi.
A partire dagli anni Sessanta, con il nuovo e più famoso titolo di «The Lion Sleeps Tonight», il brano diventa un successo mondiale. Nella sua versione Cuoghi recupera alcune delle sonorità zulù originali e vi aggiunge inaspettate mutazioni, creando, di fatto, una nuova canzone aggiungendosi alla lunga lista di persone che hanno tratto beneficio dalla possibilità di modificare il brano.
«Come scoperto dall’artista durante la fase di ricerca preliminare sulla storia della canzone, Linda incassò 10 scellini per la vendita del brano, morì con 25 dollari sul conto in banca e si stima che negli anni successivi la canzone abbia fruttato oltre 55 milioni di dollari ai discografici americani. Gli eredi dell’autore attualmente non godono di alcun diritto sul brano e vivono in condizioni disagiate a Johannesburg».
Roberto Cuoghi ha preso parte nel 2017 al Padiglione Italia della 57a Biennale di Venezia ed ha partecipsto a Manifesta 4 a Francoforte (2002), alla IX Baltic Triennial of International Art, Vilnius (2002), alla Triennale T1-Torino (2005), alla Biennale di Gwangju (2010). All’artista sono state dedicate mostre personali da musei nazionali e internazionali quali, fra gli altri, DESTE Foundation, Atene (2016); Aspen Art Museum (2015); Le Consortium, Digione (2014-2015); New Museum, New York (2014); UCLA-Hammer Museum, Los Angeles (2011); ICA-Institut for Contemporary Art, Londra e Castello di Rivoli-Museo d’Arte Contemporanea, Torino (2008); Centre International d’Art et du Paysage de l’Île de Vassivière (2007); GAMeC, Bergamo (2003); GAM, Bologna (1997).
Roberto Cuoghi, Modena, 1973
• Hauser & Wirth
• Prezzi: € 25.000-90.000
CONTINENTE ITALIA
Una mappa dell'arte italiana nel 2021

Roberto Cuoghi
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