Monica Trigona
Leggi i suoi articoliIl Castello di Rivoli offre al pubblico quattro percorsi espositivi. Innanzitutto, il 2 novembre apre «Michelangelo Pistoletto. Molti di uno» (inaugurazione l’1) a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria. Dopo la recente mostra al Palazzo Reale di Milano, l’appuntamento rivolese rappresenta un altro importante tributo che cade proprio nell’anno in cui Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) festeggia le sue novanta primavere. La Manica Lunga diventa per l’occasione un’ideale città organizzata in 29 stanze, o Uffizi, dedicati, tra gli altri, a temi quali il metaverso, l’arte, la scienza, la filosofia, la legge, la sorveglianza, ma anche la religione, la formazione, la storia, la scrittura, la natura, riprendendo un concetto già elaborato ne La Formula della Creazione, libro del 2022 nel quale il protagonista dell’Arte povera individuava i passi cardinali che conducono alla genesi di una nuova società.
Le articolazioni di questo sistema urbano «espongono la struttura che secondo l’artista è alla base della vita civile e sociale proponendo una vasta rete di interrelazioni e una propositiva condizione dinamica tesa ad abbattere muri e separazioni», afferma Beccaria rimandando alla convinzione, da sempre sentita da Pistoletto, secondo la quale il soggetto individuale prende vita in relazione agli altri. Significativa è la forma delle porte delle varie aree che riprende il «Segno Arte» dato dall’intersezione di due triangoli. La sagoma rappresenta «la chiave per entrare nella porta dell’arte, una porta che immette sia nello spazio riservato, intimo, personale, sia nello spazio degli incontri sociali», per dirla con l’autore.
Di grande attualità è l’operaazione partecipativa nell’Uffizio Sorveglianza, presso il quale la tecnologia diventa spunto per una riflessione sul controllo costante delle azioni umane. Il percorso, dinamico e sempre «vivo», ogni giorno è arricchito dalla presenza di una persona dotata di un sapere specifico inerente uno dei 29 Uffizi. Inoltre, si ha ancora qualche tempo per visitare «Artisti in guerra», mostra che, a partire dalle incisioni «Desastres de la Guerra» di Francisco José de Goya y Lucientes, include più di 140 opere realizzate da artisti che si trovavano o che si trovano in situazioni di conflitto.
Due sono i lavori inediti realizzati per l’occasione, uno dall’afgano Rahraw Omarzad (Kabul, 1964), e uno dall’ucraino Nikita Kadan (Kiev, 1982). Nelle sale storiche del Castello si può invece visitare «Concertino per il mare», personale di Renato Leotta (Torino, 1982) che, interpretata la struttura interna delle foglie di Posidonia oceanica, ha prodotto delle tracce sonore successivamente confluite in un’installazione. Quest’ultima è messa in dialogo con stampe fotografiche realizzate con tecniche sperimentali e gli spartiti sui quali l’artista ha trascritto le note musicali e tracciato appunti sul progetto.
Infine, per chi ama la pittura, «Sensing Painting. Opere dalla Collezione d’arte della Fondazione CRC» comprende opere realizzate da Ludovica Carbotta, Guglielmo Castelli, Alex Cecchetti, Manuele Cerutti e altri nomi ancora, appartenenti alla Collezione della Fondazione CRC di Cuneo. Negli spazi aulici del Castello di Rivoli, «la mostra evidenzia come la pittura mantenga un ruolo fondamentale quale linguaggio espressivo, soprattutto nel contesto dell’attuale era digitale».
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