Quando il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di riconoscere l’autoproclamazione delle repubbliche filorusse di Donetsk e Luhansk in Ucraina orientale, il programma di misticazione si è immeditamente attivato: i social sono stati invasi da immagini e filmati provenienti da fonti che sostenevano di essere oggettive.
Questi contenuti, probabilmente creati da anonime «troll farms» russe, soggetti statali o attivisti pro-Putin, descrivono l’Ucraina come l’aggressore, con i militari ucraini che invadono il territorio russo: in una foto un veicolo corazzato ucraino si trova in territorio russo, in un video le truppe ucraine attraversano il confine, in un altro milizie ucraine cercano di far saltare i carri armati russi.
Tutti questi materiali sono stati rapidamente smascherati come falsi e tendenziosi. Ma l’intento era chiaro: confondere le acque, ostacolare la diffusione di notizie e immagini veritiere e attendibili, creare una narrazione attraverso la quale Putin possa giustificare l’attacco. E sicuramente ne arriveranno altri.
Se la guerra del Vietnam è stato il primo grande conflitto che si è svolto davanti a un pubblico in televisione, il conflitto ucraino promette di essere mediato da un nuovo ambiente; si svolge, secondo dopo secondo, sui nostri dispositivi mobili in un modo per il quale potremmo non essere pronti.
Filtrare il reale, smascherare ciò che è stato inventato, capire che cosa è indipendente, verificabile ed etico, e che cosa al contrario è manomesso, di parte o del tutto falso: questa sarà la chiave per comprendere la guerra, essenziale per capire come un’alleanza occidentale può sperare di contribuire a una risoluzione pacifica.
Ecco una breve lista di alcuni dei migliori fotoreporter verificati che in questo momento stanno raccontando la guerra dal campo e che rappresentano alcuni tra i media più affidabili al mondo. Tutti operano principalmente su Twitter e Instagram e i loro profili sono collegati. La lista non è esaustiva e molti altri giornalisti, cittadini-giornalisti e ucraini comuni potranno aiutarci a ricostruire uno scenario corrispondente al vero.
I veri fotoreporter che si trovano in Ucraina stanno mettendo a rischio la propria vita per fornirci una visione veritiera della reale natura di questo conflitto. Per favore, sosteneteli in ogni modo possibile.
1. Emilio Morenatti (Instagram e Twitter)
La mattina del 25 febbraio, Emilio Morenatti, capo fotografo dell’Associated Press di Spagna e Portogallo e vincitore del premio Pulitzer, ha twittato un’immagine con questa didascalia: «La gente si rifugia nel seminterrato di un edificio mentre le sirene suonano annunciando nuovi attacchi nella città di Kiev, in Ucraina, venerdì 25 febbraio 2022». L’immagine mostra uomini, donne, bambini e animali schiacciati in una sala controlli, che cercano di dormire su coperte ammassate sul pavimento in cemento.
Morenatti ha studiato graphic design e ha iniziato a lavorare come fotoreporter per un giornale locale nel 1989. Dal marzo 2004 ha lavorato esclusivamente per l’Associated Press e ha coperto i conflitti di Gerusalemme, Gaza, Pakistan e Afghanistan, dove la sua gamba sinistra è stata fatta esplodere da una bomba nel 2009. Ha vinto i premi Pulitzer e World Press Photo e riesce a continuare a fare reportage dalle zone di conflitto nonostante le sue ferite.
2. Lynsey Addorio (Instagram)
Ieri Lynsey Addario ha scritto su Instagram: «I civili spesso pagano il prezzo più alto della guerra. Le immagini degli ultimi giorni dall’Ucraina orientale su commissione del New York Times».
Le fotografie che ha postato si sono concentrate principalmente sulle donne ucraine e i loro bambini piccoli, spesso nelle stazioni ferroviarie di Kiev e dintorni. In uno scatto una donna che tiene in braccio il suo bambino è di fianco a un uomo che indossa un cappotto con una colomba bianca, simbolo della pace, ricamata sulla schiena.
Addario è considerata una delle fotoreporter più influenti della sua generazione, ha vinto il Premio Pulitzer e collabora regolarmente con il National Geographic e il New York Times.
Dall'inizio della sua carriera di fotogiornalista, la Addario ha iniziato a concentrarsi sulle donne e, spesso, sulle madri coinvolte nei conflitti, continuando a fare reportage dalle zone di conflitto anche mentre era incinta, trovandosi costretta a nascondere la propria condizione mentre lavorava. Ha coperto quasi tutti i grandi conflitti e le crisi umanitarie degli ultimi due decenni, rendendo visibili, tangibili e comprensibili gli scontri più lontani.
3. Wolfgang Schwan (Instagram)
Dalle prime pagine di quasi tutti i principali giornali della Gran Bretagna ci guarda Helena, un’insegnante di scuola elementare di Chuhuiv. La donna è coperta di sangue dopo che un missile ha colpito il suo appartamento e frammenti di vetro l’hanno colpita in volto. Il Sun ha pubblicato la sua immagine accostando quella di Putin e titolando: «Her Blood On His Hands».
La foto è stata scattata da Wolfgang Schwan, che ieri l’ha postata con la didascalia: «Un complesso residenziale è stato colpito da un attacco aereo russo a Chuhuiv, Ucraina, la mattina del 24 febbraio 2022. Confermata una vittima civile e diverse decine di feriti».
Wolfgang Schwan è un fotografo documentarista che attualmente vive a Philadelphia, negli Stati Uniti. È membro della National Press Photographers Association ed è in Ucraina a fotografare per Anadolu Images.
4. Aris Messinis (Instagram e Twitter)
Aris Messinis, il capo fotografo di AFP in Grecia, è anche lui in questo momento a Chuhuiv.
Ieri ha postato su Instagram le conseguenze di un attacco aereo, comprese le immagini devastanti di un uomo anziano in lutto mentre copre il corpo di un altro uomo, forse un amico o un parente, con una coperta.
Messinis ha scritto nella didascalia: «Nella città di Chuguiv, nell’Ucraina orientale, il 24 febbraio 2022, mentre le forze armate russe stanno cercando di invadere l’Ucraina da più fronti, usando razzi ed elicotteri per attaccare le postazioni ucraine nel sud, a quanto riporta il servizio di guardia alle frontiere. Le forze di terra russe giovedì hanno invaso l’Ucraina con un accerchiamento a tenaglia dopo che il presidente Vladimir Putin ha annunciato il lancio di una grande offensiva. Carri armati russi e altre attrezzature pesanti hanno attraversato la frontiera in diverse regioni del nord, così come dalla penisola di Crimea al sud, hanno dichiarato l’agenzia».
Aris Messinis è nato nel 1977 a Salonicco, in Grecia. Fotografo autodidatta, ha iniziato nel 1997 come stringer per Associated Press e dal 2006 è il capo fotografo del Dipartimento fotografico di AFP ad Atene, Grecia. Prima di allora, Messinis era meglio conosciuto per le sue immagini della crisi dei migranti del 2018, che ha documentato passando due settimane a bordo della barca di una Ong che nel Mediterraneo salvava i migranti fuggiti dalla Libia su gommoni gonfiabili imballati.
5. Chris McGrath (Instagram)
Il fotografo australiano Chris McGrath, veterano del Getty, ha postato le immagini del funerale del capitano Anton Olegovich Sidorov a Kiev. Tra le prime vittime della guerra, la morte del soldato è stata comunicata dall’esercito ucraino sabato scorso.
McGrath è stato anche invitato nella casa di Anton Lytvyn, 28 anni, un riservista militare. McGrath ha colto Lytvyn mentre fa i bagagli e si prepara per la guerra, con Chuchu, il suo cincillà domestico, che lo guarda. Lytvyn è stato chiamato in servizio attivo il 23 febbraio.
McGrath ha iniziato la sua carriera di fotografo in un giornale regionale nel Queensland, in Australia, prima di entrare a far parte, come fotografo nello staff di Sydney, di Getty Images, agenzia per la quale ha lavorato per gli ultimi 19 anni di stanza a New York, Singapore e Tokyo, mentre ora è di base a Istanbul.
6. Erin Trieb (Instagram)
Trieb, fotogiornalista americana che collabora regolarmente con «New York Times», «Smithsonian Magazine» e «National Geographic», ieri ha postato dalle strade di Kiev; sia strade deserte, sia strade piene di traffico della gente che cerca di lasciare la città. Ha scritto:
«Le autostrade e le strade di Kiev sono bloccate dal traffico mentre migliaia di cittadini cercano di evacuare la capitale nel primo giorno dell’assalto militare della Russia in Ucraina. A mezzogiorno tutti i voli, i treni e gli autobus fuori dalla città si sono fermati, creando ingorghi in tutto il Paese.
Si sono sentite esplosioni e bombardamenti per la prima volta nelle principali città dell'Ucraina intorno alle 5 del mattino, ora locale, il 24 febbraio, pochi minuti dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha fatto un discorso televisivo da Mosca annunciando che stava autorizzando l’azione militare. A mezzogiorno, le forze ucraine hanno combattuto gli invasori russi su tre lati, via terra, via mare e via aria, nel più grande attacco a una nazione europea dalla seconda guerra mondiale».
Trieb dice che il suo lavoro è incentrato su «temi sociali come l’identità culturale, il trauma della guerra e il femminismo». Anche nel bel mezzo della guerra, ha la capacità di trovare momenti toccanti ed empatici della resilienza della popolazione. Come ha scritto questa settimana: «Gli ucraini con cui ho parlato erano sotto shock e increduli, e molti hanno detto di non aver mai pensato che potesse accadere davvero. Nonostante il caos e la paura, la gente è rimasta relativamente calma e forte».
Crisi russo-ucraina 2022
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