Carla Cerutti
Leggi i suoi articoliÈ un ottimo lavoro quello svolto dalla Fondazione Aldo Rossi che ha pubblicato, in occasione della mostra appena svoltasi nel Museo del Novecento di Milano,il primo catalogo ragionato dedicato al design di mobili e oggetti progettati dal noto architetto dal 1960 al 1997. Come scrivono i figli Vera e Fausto nella presentazione, «nostro padre, nel corso della sua vita, si è dedicato ai mezzi di espressione più vari che hanno affiancato la sua attività di architetto: l’opera grafica (disegno, pittura e incisione), la produzione di oggetti e arredi e la scrittura teorica, critica e poetica. Tutte attività che gli hanno permesso di non rimanere mai ingabbiato in un ruolo preciso, conservando la libertà di espressione e di scelta che è propria di un artista e di un intellettuale».
Il volume, curato da Chiara Spangaro, evidenzia pienamente la poliedricità di Rossi, a cominciare dal saggio in apertura della curatrice, che ripercorre le tappe salienti della sua prolifica attività nel settore del design con riferimenti alla parallela produzione architettonica, per proseguire con un’interessante riflessione di Domitilla Dardi sul «furor melancholicus», non languido abbandono ma tensione e ironia, presente nell’operato di Rossi sotto vari aspetti.
Il catalogo ragionato, punto di forza della pubblicazione, si avvale dell’apporto di studiosi e specialisti come Francesca Appiani e Luca Bottiroli, Francesca Molteni e Peter Hefti, Cristina Moro, la stessa Spangaro e la Dardi, oltre alla partecipazione delle ditte che hanno maggiormente collaborato con l’architetto, come Alessi, Molteni, Longoni, Up Group, Designtex e Artemide.
Costituito da 57 schede tecniche ampiamente sviluppate con informazioni capillari e documentazione esauriente su genesi e produzione di ciascun progetto, corredate di illuminanti citazioni di Aldo Rossi e numerose illustrazioni, prende in considerazione dal primo progetto realizzato nel 1960 fino a quelli arrivati alla forma di prototipo approvato prima della scomparsa dell’architetto nel 1997, alcuni dei quali messi in produzione successivamente.
Gli armadi «Cabina dell’Elba», la caffettiera «La conica», la sedia «Milano», il mobile scrittoio «Carteggio», l’orologio «Momento», la libreria «Piroscafo», la lampada da terra «Prometeo» e la paradossale pentola «La cubica», progettata ironicamente «per cucinare pomodori cubici», oltre a rimanere indelebilmente nella nostra memoria, confermano il desiderio di sperimentazione, la curiosità dei materiali, l’ampia cultura, nonché l’importanza della memoria, la fantasia e il gioco propri del loro autore.
Edito in italiano e in inglese, il volume è completato dal regesto delle fonti delle citazioni di Rossi e da corposi apparati scientifici costituiti dalla biografia, dalla cronologia dei progetti di architettura e di design, dalla bibliografia selezionata degli scritti di e su Aldo Rossi e dall’elenco delle esposizioni.
Aldo Rossi. Design 1960-1997. Catalogo ragionato,
a cura di Chiara Spangaro, 272 pp., 350 ill. col e b/n, testo italiano e inglese, Silvana Editoriale, Milano 2022, € 60
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