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Il settimo angelo di Betlemme

Il settimo angelo di Betlemme

È terminata la prima e più complessa fase di restauro della Basilica della Natività, tra i luoghi più sacri del cristianesimo, meta preferita del turismo religioso in Terra Santa

 

Inserita nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2012, la sua stessa struttura era seriamente minacciata dal tempo e dalla mancata manutenzione. Infiltrazioni d’acqua e temperature estive elevatissime avevano intaccato e fatto marcire le travi e la copertura del tetto, minacciando anche la sopravvivenza delle opere d’arte di grande valore che la Basilica racchiude.

 

La costruzione della chiesa fu voluta da Elena, madre di Costantino. I lavori si svolsero verso il 330, ma la prima chiesa venne poi ricostruita e ampliata nel 531 dall’imperatore Giustiniano dopo la distruzione avvenuta durante una rivolta dei Samaritani. Il restauro in corso è cominciato nel 2013, con finanziamenti palestinesi, e il contributo delle Chiese cattolica, ortodossa e armena che si dividono la custodia dell’edificio.

 

A eseguire il lavoro sono ingegneri e tecnici italiani e palestinesi. Sostituite le travi più danneggiate, rifatta la copertura del tetto, rinnovate le finestre in totale degrado, sono stati gli specialisti italiani del restauro a riscoprire i colori dei mosaici dorati che decorano le navate della Basilica. Tra le finestre vi erano in origine anche le grandi figure di 12 angeli. Ne restavano 6, quasi invisibili sotto strati di sporcizia vecchia di secoli. Integrate le tessere mancanti, pulite le superfici, le figure di angeli e le altre decorazioni sono riapparse insieme con la firma dell’ autore: Basilio Pictor 1169. Ma una scoperta ha sorpreso i restauratori: uno spettacolare settimo angelo, finora cancellato ma intatto perché protetto da uno spesso intonaco. Gli altri mosaici sulle pareti della chiesa mostrano la genealogia di Gesù secondo i Vangeli di Luca e Matteo, testi in greco e latino, motivi geometrici, foglie d’acanto, incensieri.

 

Conclusi gli interventi strutturali e messo in sicurezza l’edificio, il restauro continua; verrà anche installato un sistema di climatizzazione per stabilizzare temperatura e umidità. I visitatori potranno vedere i mosaici, di nuovo splendenti, soltanto alla fine dell’anno, al termine della seconda fase dei lavori.

 

Tina Lepri, 08 aprile 2016 | © Riproduzione riservata

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